Louis Lortie, l’intensità del tocco

Louis Lortie, l’intensità del tocco

giovanni francio

Louis Lortie, l’intensità del tocco

Tag:

martedì 20 Marzo 2018 - 07:07

Applaudito concerto al Palacultura per il pianista franco-canadese

Il pianista Louis Lortie, già esibitosi in passato a Messina, è stato ancora grande protagonista di uno dei concerti più attesi della stagione della Filarmonica Laudamo, presentando domenica al Palacultura un programma di grande interesse. La prima parte è stata interamente dedicata alla “Sonata-Fantaisie” in sol maggiore op. 78 D 894 di Franz Schubert.

Questo capolavoro, l’ultima sonata di Schubert pubblicata in vita, composta due anni prima di morire, fu pubblicato da un editore viennese col titolo: “Fantaisie, Andante, Menuetto und Allegro” come se si trattasse di quattro brani distinti, forse per assecondare il desiderio di brevità imperante all’epoca, che mal si sarebbe conciliato con una Sonata così estesa, mentre quattro singoli brani erano perfettamente accettabili; da qui il titolo rimasto anche in seguito di “Sonata-Fantaisie”. Schubert amava questa sonata ed era consapevole del capolavoro che aveva saputo creare, e ciò è confermato anche dalla dedica, al suo più caro amico Joseph Von Spaun. La sonata, a dispetto dei quattro movimenti separati della sua pubblicazione, riveste un aspetto unitario, imperniata tutta come’è di lirismo poetico. In particolare il primo, esteso movimento, con l’alternarsi di un tema statico, “Molto moderato e cantabile”, quasi una tenera e affettuosa canzone, ed un altro più mosso, ma anch’esso dolcissimo e inconfondibilmente schubertiano, temi che sfociano in uno sviluppo insolito, estremamente elaborato, nelle tonalità più diverse, espressi ora forte, ora in toni sommessi, ora nella severa modalità del canone, ne fanno uno dei grandi capolavori della maturità del compositore austriaco. Lortie ha eseguito la sonata con straordinaria personalità, mettendo in rilievo ogni singola nota, ogni accento, talora indugiando sui fraseggi, volutamente un po’ rallentati, palesando una totale empatia con il capolavoro eseguito. La seconda parte del concerto è stata dedicata tutta a Chopin, di cui Lortie ha eseguito due fra le più importanti composizioni del musicista polacco, la “Fantasia in fa minore op. 49” e la “Polacca in fa diesis minore op. 442, facendole precedere ciascuna da una breve “Mazurka”, quella in fa minore op. 7 n. 3 e quella in fa diesis minore op. 59 n. 3: tutti brani nella tonalità minore. La “Fantasia rappresenta uno dei grandi capolavori della maturità di Chopin, , per alcuni può essere definita la quinta Ballata del polacco, ma in realtà non può neanche definirsi tale in quanto il tema iniziale – un misterioso andamento di marcia sottovoce – che nelle ballate si ripete nel corso dell’opera, qui funge da introduzione per non riapparire più. Per Fantasia nell’ottocento si intendeva una elaborazione libera su temi celebri, per lo più tratti da opere liriche, mentre la pagina di Chopin non ha niente a che vedere con questo, anzi è caratterizzata da un rigoroso ed elaborato sviluppo formale; probabilmente Chopin non seppe dare un nome preciso alla composizione e così la chiamò “Fantasia”. Come ha osservato acutamente Rattalino, la Fantasia “rappresenta la sintesi definitiva e superba di tutte le ultime esperienze stilistiche di Chopin”, ed in effetti vi troviamo tutte le forme stilistiche, il corale, la marcia, il recitativo, la splendida sonorità degli ultimi capolavori del polacco. La Polacca op. 44 presenta sia l’aspetto travolgente della polacca chopiniana, che da danza folkloristica diventa potente mezzo espressivo per celebrare la sua patria, sia l’aspetto di profonda malinconia, nel Trio inserito a metà del capolavoro, preceduto a sua volta da un tema marziale che ricorda una cavalcata. Splendide e indimenticabili le battute conclusive, uno spegnersi desolato e lacerante.

L’esecuzione di Chopin da parte di Louis Lortie conferma che siamo di fronte ad uno dei migliori interpreti in circolazione del pianismo del polacco; profondità di espressione, esecuzione mai esagerata del ”rubato”, capacità di esaltare i contrasti fra i momenti epici e quelli preminentemete lirici. Davvero superba, più della Fantasia, l’esecuzione della Polacca, che ha entusiasmato il pubblico presente. Due straordinari bis di Chopin, eseguiti impeccabilmente, a riprova di come il pianista franco canadese si senta a suo agio con la musica del poeta del pianoforte: lo Studio n. 1 dell’op. 25, del quale sono rimaste celebri le parole di Schumann, che lo paragonò ad un’”arpa eolia capace di ogni tonalità”, per concludere “… di simili cose non si può parlare, ed ogni lode sarebbe insufficiente”, e il raffinatissimo Notturno op. 27 n. 2, una della pagine più preziose del romanticismo pianistico.

Giovanni Franciò

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007