Contro i pregiudizi: l’EsTrio riscopre la grazia di Fanny Mendelssohn

Contro i pregiudizi: l’EsTrio riscopre la grazia di Fanny Mendelssohn

giovanni francio

Contro i pregiudizi: l’EsTrio riscopre la grazia di Fanny Mendelssohn

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mercoledì 08 Febbraio 2017 - 08:28

Il talento oscurato dalla fama del fratello Felix torna protagonista grazie all’attento studio del trio composto da Laura Gorna, Cecilia Radic e Laura Manzini

Non sono pochi nella storia della musica i casi di compositrici, che a dispetto di un innegabile talento, non sono passate alla storia, ma anzi la loro produzione artistica è praticamente caduta nel dimenticatoio. Ciò è dovuto ovviamente alle condizioni sociali di epoche (dal ‘700 a i primi anni del ‘900) che non consentivano alle donne di intraprendere carriere musicali, e le loro attività artistiche erano relegate nell’ambito domestico personale. Molte di queste figure femminili sono state offuscate dalla fama dei loro ben più famosi consorti o fratelli: è il caso di Anna Magdalena Bach, che secondo alcuni studiosi, compose addirittura alcune composizioni tradizionalmente attribuite all’illustrissimo marito, come ad esempio le suite per violoncello solo; o di Nannerl Mozart, anch’essa fanciulla prodigio, ma schiacciata dal genio del fratellino; o Clara Schumann, che almeno all’epoca godette di gran fama come pianista.

La sorella di Felix Mendelssohn, Fanny, compose centinaia di brani di svariati generi, eppure nessuno di questi viene eseguito nelle sale di concerto, né inciso. Nessuna rivalità con il fratello, anzi, i due si amavano profondamente, tanto che Felix non riuscì a sopravvivere alla morte prematura della sorella, e morì pochi mesi dopo. Meritoria pertanto l’iniziativa delle musiciste del EsTrio, Laura Gorna (violino), Cecilia Radie (violoncello) e Laura Manzini (pianoforte), di presentare la scorsa domenica al Palacultura, per la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, due trii di Fanny e di Felix Mendelssohn, rispettivamente il Trio in re min. op. 11 ed il Trio n. 2 in do min. op. 66. Certo il confronto fra le due composizioni è alquanto ingeneroso nei confronti di Fanny, ma ciò è dovuto al fatto che, nell’ambito della musica da camera, proprio in questo genere probabilmente Felix ha dato il meglio di sé, con i suoi due splendidi trii entrambi in minore, che si collocano nel solco dei grandi capolavori scritti per questo organico, insieme a quelli di Beethoven, Schubert e Brahms. il Trio in re min. op. 11 di Fanny, per quanto ricco di temi cantabili, gradevolissimi e talora intensi e drammatici, denota una certa carenza di equilibrio fra le parti strumentali, ove il pianoforte risulta preponderante e spesso si cimenta in dialoghi con il violoncello, con lunghe pause del violino. Il trio tuttavia, grazie soprattutto al primo movimento – Allegro molto vivace – forse il più riuscito, meriterebbe ben altra attenzione e rivalutazione. Il secondo movimento – Andante espressivo – presenta un nobile e cantabile tema, il terzo – Lied: allegretto, molto breve, ha per riferimento i lied senza parole del fratello, mente l’ultimo – Finale, Allegretto moderato – conclude con grazia il trio. Il Trio n. 2 in do min. op. 66 di Felix Mendelssohn, è di gran lunga meno eseguito del n. 1 op. 49, tuttavia presenta un’ispirazione e una concezione formale altrettanto elevate. Già il tema principale del primo movimento, che irrompe immediatamente, concitato, senza introduzione, ci colpisce per la sua intensa drammaticità. Tutto lo sviluppo del primo movimento – Allegro energico e con fuoco – estremamente elaborato, costituisce una delle pagine più felici del compositore amburghese. Anche il secondo movimento – Andante espressivo – dalla melodia ricca di pathos e il terzo – Scherzo: Molto allegro quasi presto – trasmettono una certa inquietudine, mentre l’ultimo – Finale: Allegro appassionato – conclude ottimisticamente il capolavoro.

Impeccabile l’esecuzione dell’EsTrio, molto partecipata; le musiciste hanno saputo trasmettere quel piacere di fare musica, tipico degli organici da camera più affiatati, dando vita ad una performance molto gradita. Anche il bis, per rimanere in tema, è stato dedicato a Felix Mendelssohn-Bartholdy, del quale le brave artiste hanno eseguito il secondo movimento – Andante con moto tranquillo, del Trio n. 1 in re minore, op. 49, il più famoso dei due, un nobile e dolce canto, che ricorda le romanze senza parole per pianoforte dello stesso musicista, forse il momento più bello di tutto il concerto.

Giovanni Franciò

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