Enti locali, Crocetta ripropone i tagli al numero di amministratori e alle indennità

Enti locali, Crocetta ripropone i tagli al numero di amministratori e alle indennità

Rosaria Brancato

Enti locali, Crocetta ripropone i tagli al numero di amministratori e alle indennità

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martedì 14 Aprile 2015 - 22:07

Crocetta riporta in Finanziaria la proposta che prevede tagli agli Enti locali, quanto a numero di assessori e consiglieri ed indennità. Messina finirebbe con l'avere 6 assessori, per 2 mila euro lordi mensili, e 32 consiglieri comunali. L'emendamento però potrebbe essere stralciato

Crocetta ci riprova ed inserisce nella Finanziaria l’emendamento sui tagli agli Enti locali. Il colpo di forbice che nei fatti dimezzerà numero e indennità di amministratori e consiglieri negli Enti locali, affondato insieme alla riforma delle province nei giorni scorsi, viene riproposto dal governatore, ormai in guerra aperta con i suoi alleati, nella Finanziaria, attraverso gli articoli 34 e 35 che sono una riedizione della proposta nata sull’onda di gettonopoli. Non è detto però che la norma venga esaminata nella Finanziaria lacrime e sangue, più probabile che venga stralciata e tolta dal calderone di quello che sarà un vero campo di battaglia tra il presidente e la sua stessa maggioranza. Del resto la norma aveva già suscitato a fine marzo i malumori dell’Ance e di un gran numero di esponenti partitici perché vede un governo sbilanciato nei tagli. Da un lato infatti chiede l’abolizione del tetto dei 50 mila euro annui ai componenti dei Cda delle partecipate (che sono tutti uomini di sua nomina) o propone l’inserimento delle indennità per le giunte dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane, e dall’altro usa il machete per gli Enti locali.

Messina in particolare, in base a questo emendamento, verrebbe considerata come un villaggio, perché in virtù del fatto che l’ultimo censimento ha fatto registrare poco più di 240 mila abitanti, viene inserita in tabella nella fascia dei Comuni tra i 100 mila e i 250 mila, con Siracusa ed Enna (che ne ha meno di 100 mila ma viene “promossa” tra le più grandi). Ne consegue che, proprio per l’adeguamento, il numero degli assessori, ad esempio, verrà ridotto dagli attuali 8 a 6, quello dei consiglieri comunali dagli attuali 40 a 32. Contestualmente vengono drasticamente ridotte tutte le indennità. Resta da chiedersi come sia possibile in una città come Messina, e che contestualmente diventerà Città Metropolitana, amministrare con una giunta di 6 persone, tenendo anche in conto che il sindaco sarà anche, con ogni probabilità sindaco della Città Metropolitana. E come possano poi sei assessori gestire tutte le deleghe a tempo pieno con indennità tagliate fino ai 2 mila euro lordi. Al sindaco spetteranno 5 mila euro lordi ed al vicesindaco 2.273 sempre lorde. La riduzione riguarderà anche i consiglieri comunali, che passeranno a 32 ed anche le relative indennità o gettoni di presenza. La norma prevede che sia il governatore ad indicare la soglia massima del gettone di presenza. I tagli comunque, secondo l’emendamento entreranno in vigore entro 3 mesi dall’approvazione della legge e le amministrazioni dovranno adeguare i regolamenti alle novità.

Ecco cosa prevede l’emendamento per quel che riguarda i gettoni: “le indennità di funzione e i gettoni di presenza previsti dall’art. 19 della legge regionale n°30 del 23 dicembre 2000 sono adeguati ai parametri e alle prescrizioni dettati dalla normativa nazionale in materia. Il regolamento, da adottarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge, adegua le indennità e le nuove misure dei compensi a qualsiasi titolo percepiti dai consiglieri comunali. L’ammontare del compenso percepito da un consigliere non può comunque essere superiore ad un terzo del compenso lordo mensile previsto per l’assessore del rispettivo comune”.

Basta quindi fare un calcolo con i 2 mila euro previsti per l’assessore per arrivare alla cifra massima che potrà incassare il consigliere. I tagli saranno ancora più ampi per quanto riguarda i consiglieri di circoscrizione.

I Comuni avranno 3 mesi per adeguarsi ma la riduzione dei gettoni di presenza avrà effetto immediato anche se l’amministrazione non adotta il regolamento. Ma c’è di più, perché la norma prevede che i regolamenti dovranno stabilire i criteri per la fruizione dei permessi retribuiti e i relativi oneri accessori, nonché, ai fini dell’erogazione del compenso, le modalità per la rilevazione e l’accertamento dell’effettiva partecipazione a consigli e commissioni, in misura comunque non inferiore al 50% delle sedute nel loro complesso. Il compenso è soggetto a conguaglio di fine anno con riduzione pari alle assenze con riferimento al momento della votazione in commissione o in Aula”. In effetti è questo uno dei nodi cruciali, dal momento che ai fini del gettone tutti risultano in Aula, ma, quando si vota il numero si abbassa notevolmente. Con le modifiche ipotizzate dalla giunta se non risulti presente al momento del voto non incassi il gettone. Tra le altre modifiche c’è da registrare quella che riguarda i consiglieri di circoscrizione “in nessun caso gli oneri per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici possono mensilmente superare l’importo pari ad un quarto dell’indennità prevista per il rispettivo presidente”.

La proposta era già stata inserita una prima volta in Finanziaria ed era stata stralciata e spostata nella riforma delle Province, ma dopo la bocciatura in Aula Crocetta ha deciso di riproporla. Probabile che anche stavolta comunque venga stralciata.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. magari li facessero questi tagli, la politica è servizio no mangiugghia e ladroniggio

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  2. magari li facessero questi tagli, la politica è servizio no mangiugghia e ladroniggio

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