L’Ente, nel mese di ottobre 2014, aveva dato il via alla macchina recupera-tributi, ma l’azione non è stata gradita da alcuni cittadini. Tra il mese di febbraio e quello di marzo, al Comune di Fiumedinisi sono pervenuti trenta ricorsi alla Commissione Tributaria Provinciale di Messina
Una pioggia di ricorsi contro gli avvisi di accertamento Ici e Tarsu è caduta sul Comune di Fiumedinisi. L’Ente, nel mese di ottobre 2014, aveva dato il via alla macchina recupera-tributi formando un gruppo di lavoro interno al personale comunale per mettere in azione in tempi brevi il piano di recupero fiscale e tributario per il triennio 2014-2016 relativo alle annualità non prescritte. Quattro mesi dopo, le notifiche di pagamento erano pronte e il Comune aveva anche disposto la possibile rateizzazione per agevolare i contribuenti chiamati a pagare i tributi pregressi. Per l’amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Rasconà, la riscossione è un atto dovuto per non soccombere di fronte ai tagli indiscriminati delle risorse statali. Ma l’azione non è stata gradita da alcuni cittadini, a cui sono stati recapitati anche cinque avvisi tra Ici e Tarsu. Tra il mese di febbraio e quello di marzo, al Comune di Fiumedinisi sono pervenuti trenta ricorsi alla Commissione Tributaria Provinciale di Messina, di cui uno da parte dell’Azienda Ospedaliera “O.R.P.P.” e i restanti da privati cittadini contro gli avvisi Ici per gli anni 2008-2009-2010 e Tarsu per l’anno 2008. Il sindaco ha dunque deciso di resistere in giudizio “per difendere attivamente le proprie ragioni che, in fatto e in diritto, giustificano e legittimano l’operato dell’Ente”. La proposta è stata approvata dalla Giunta Municipale che ha affidato l’incarico di rappresentare il Comune di fronte alla Commissione Tributaria ai legali Vincenzo Cardile (sei casi) e Giovanni Russo (ventiquattro casi). L’esecutivo, per la causa, ha impegnato la somma di quattro mila euro dal bilancio comunale.
Giusy Briguglio