Bolognari: "Sì all'adesione alla Città Metropolitana ma non come ospiti"

Bolognari: “Sì all’adesione alla Città Metropolitana ma non come ospiti”

Bolognari: “Sì all’adesione alla Città Metropolitana ma non come ospiti”

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venerdì 09 Maggio 2014 - 08:24

L'ex deputato ed ex sindaco di Taormina Mario Bolognari interviene al Forum di Tempostretto sulla Città Metropolitana, riflettendo sulle ragioni per aderire o scegliere di far parte di un Libero Consorzio. "Vi sono due strade percorribili- spiega- Io preferisco la Città Metropolitana, purchè i Comuni siano tutti con pari dignità e non visti come ospiti".

“Da anni sostengo l’ipotesi di un consorzio tra l’area sud della provincia di Messina e i comuni del parco dell’Etna. Sarebbe oggi per me semplice insistere su quell’ipotesi, abbastanza popolare dalle parti di Taormina e dintorni, com’è noto. La legge, però, ha relegato questa ipotesi a rango di subordinata.

Preliminarmente osservo che la legge regionale n. 8 del 2014 delimita territorialmente tre aree metropolitane e nove liberi consorzi, rinviando ad altra legge la definizione delle competenze. Ora, la procedura di definire prima il territorio e dopo le competenze rende la stessa scelta del territorio astratta, se non assurda. Come si fa oggi a valutare l’opportunità di rimanere nell’area metropolitana di Messina o, viceversa, di dare vita a un nuovo consorzio, se ancora non si sa di quali materie si occuperà la nuova istituzione? Inoltre, l’art. 11 della legge impone la necessità di accorpare nelle nuove istituzioni tutta una serie di strutture sorte negli anni e assolutamente da sopprimere (vedi consorzi, distretti produttivi e turistici, agenzie di sviluppo, società miste, ATO, GAL, ecc.), che hanno svuotato i comuni di loro competenze, non sempre con ragionevoli motivazioni. Bene, tutto questo dev’essere chiaro “prima” della individuazione dei territori, altrimenti domani ci troveremo con scatole che non corrispondono al loro contenuto.

Detto questo, entro il prossimo 28 settembre i comuni da Scaletta a Cesarò, che hanno lavorato per anni sull’ipotesi di collaborazione con i comuni del versante catanese dovranno decidere se rimanere dove la legge 8 li ha collocati oppure dare vita a un nuovo consorzio (l’ipotesi di aderire al resto della provincia, cioè i Nebrodi, mi pare del tutto teorica). Il tempo rimasto per il nuovo consorzio non è tanto. Non solo, ma l’operazione è fattibile a condizione che tutti i comuni ineteressati deliberino con i due terzi dei consigli comunali e le relative popolazioni confermino con referendum la nuova scelta.

Questa iniziativa non è difficile per ragioni tecniche, ma per ragioni politiche. Essa, infatti, va fatta su basi progettuali ben definite e chiare fin dall’inizio; non può essere una semplice espressione di volontà. Inoltre, l’iniziativa deve conquistare la fiducia dei cittadini (imprenditori, lavoratori, istituzioni di base, scuole e strutture sanitarie comprese). Insomma, si tratta di un’impresa importante. Mi chiedo quale classe dirigente la fa, attraverso quale ceto politico, con quali capacità progettuali e con quali intelligenze libere da condizionamenti elettorali. Sarebbero necessarie delle forze politiche e sociali capaci di guardare oltre la quotidianità. Ci sono? Insomma, il rischio è che se ne parli, come fatto finora, ma che non si arrivi alla conclusione del percorso.

Ritengo che questa ipotesi sarebbe la peggiore, perché a ridosso della scadenza del 28 settembre nessuno avrebbe l’autorità morale e politica di pesare nelle scelte programmatiche dell’unica soluzione che rimarrebbe, cioè l’area metropolitana. Forse è più sensato da subito sedersi e discutere cosa e in che modo l’area metropolitana di Messina farà per la fascia jonica e la Valle dell’Alcantara, dai trasporti alla viabilità, dai servizi turistici alle questioni ambientali, dalla raccolta differenziata alla distribuzione dell’acqua, dalle politiche scolastiche alla strategia universitaria, dallo spettacolo ai beni culturali, solo per citare alcuni titoli.

Certo, l’attuale amministrazione di Messina, dovrebbe significativamente aggiustare la propria strategia circa il presunto, quanto velleitario, avvicinamento alla sponda reggina. Non perché esso sia un errore, tutt’altro (ricordo che il PCI ne fece una battaglia negli anni ’80), ma perché esso deve svilupparsi sul piano di alcuni reciproci interessi, non certo di un nuovo livello istituzionale che sia intestatario di un complessivo piano di sviluppo economico e sociale. Messina non può giocare su due tavoli; il tavolo istituzionale è quello dell’area metropolitana dei 51 comuni siciliani, innanzitutto. Poi viene una possibile politica di collaborazione con la Calabria, come del resto suggerisce la stessa legge 8 all’art. 14 che parla di “usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità”, non certo di nuovi livelli istituzionali o di programmazione economico-sociale.

In conclusione, ci sono solo due strade: o si lavora per creare un nuovo consorzio, ma con la certezza di realizzarlo attorno a un progetto credibile, o si sceglie la strada di restare nell’area metropolitana, ma a condizioni di pari dignità e diritti, non come ospiti. Personalmente, per prudenza, sceglierei questa seconda strada”.

Mario Bolognari

2 commenti

  1. Logica ineccepibile.
    Bisogna essere concreti, la città’ metropolitana deve essere un vantaggio uguale e paritario per tutto il territorio.
    E’ opportuno per i 51 comuni promuovere incontri per progettare il futuro della città’ metropolitana……discutere sui servizi, promuovere iniziative e progetti…etc….
    Le città’ metropolitane saranno l’asse portante dell’Europa, che con le loro strutture di servizi ed assistenza di cui già’ sono dotate le grandi città’ ma che saranno ulteririormente potenziate.
    I liberi consorzi, sembra di capire, saranno costituiti da molti piccoli comuni con poche rjsorse e che comunque per i servizi, l’assistenza sanitaria, l’Università’ etc. Si dovranno rivolgere alle città’ metropolitane.
    I 51 comuni che sono la città’ metropolitana di Messina faranno parte di una grande area urbana che avrà’ un peso politico/amministrativo notevole nel contesto nazionale ed europeo….con enormi vantaggi……..i liberi consorzi costituiti da tanti piccoli comuni………. saranno un consorzio di tanti piccoli comuni……un condominio che comunque per servizi, assistenza, studio etc…si dovrà’ rivolgere sempre alla città’ metropolitana vicina…..(area vasta).
    Possiamo definire quello che dovrebbe essere la differenza sostanziale tra il comune metropolitano ed il piccolo comune del consorzio……..le necessita’, le esigenze del comune del libero consorzio sono le esigenze e le necessita, di quel comune……le esigenze e le necessita’ del comune metropolitano sono le esigenze e le necessita’ della città’ metropolitana….

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  2. Logica ineccepibile.
    Bisogna essere concreti, la città’ metropolitana deve essere un vantaggio uguale e paritario per tutto il territorio.
    E’ opportuno per i 51 comuni promuovere incontri per progettare il futuro della città’ metropolitana……discutere sui servizi, promuovere iniziative e progetti…etc….
    Le città’ metropolitane saranno l’asse portante dell’Europa, che con le loro strutture di servizi ed assistenza di cui già’ sono dotate le grandi città’ ma che saranno ulteririormente potenziate.
    I liberi consorzi, sembra di capire, saranno costituiti da molti piccoli comuni con poche rjsorse e che comunque per i servizi, l’assistenza sanitaria, l’Università’ etc. Si dovranno rivolgere alle città’ metropolitane.
    I 51 comuni che sono la città’ metropolitana di Messina faranno parte di una grande area urbana che avrà’ un peso politico/amministrativo notevole nel contesto nazionale ed europeo….con enormi vantaggi……..i liberi consorzi costituiti da tanti piccoli comuni………. saranno un consorzio di tanti piccoli comuni……un condominio che comunque per servizi, assistenza, studio etc…si dovrà’ rivolgere sempre alla città’ metropolitana vicina…..(area vasta).
    Possiamo definire quello che dovrebbe essere la differenza sostanziale tra il comune metropolitano ed il piccolo comune del consorzio……..le necessita’, le esigenze del comune del libero consorzio sono le esigenze e le necessita, di quel comune……le esigenze e le necessita’ del comune metropolitano sono le esigenze e le necessita’ della città’ metropolitana….

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