Concluso il tour contro la violenza sulle donne, ma il camper è pronto a ripartire...

Concluso il tour contro la violenza sulle donne, ma il camper è pronto a ripartire…

Rosaria Brancato

Concluso il tour contro la violenza sulle donne, ma il camper è pronto a ripartire…

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lunedì 07 Novembre 2016 - 23:08

Bilancio più che positivo per il tour contro la violenza sulle donne che ha visto Maria Andaloro e Serena Maiorana girare in camper le piazze della Sicilia grazie al sostegno della Caronte-Tourist

Per 10 giorni hanno girato la Sicilia, come moderne cantastorie, raccontando la storia di Franca Viola, che si ribellò al matrimonio riparatore e di Stefania, e di Omayma e di Giordana e delle altre, tutte le donne uccise, violentate, abusate, aggredite, picchiate, ferite nel corpo e nell’anima. Hanno incontrato studenti e piazze, nei luoghi più distanti dell’isola ed in quelli più noti. Hanno raccontato ed ascoltato, hanno domandato e risposto.

Maria Andaloro e Serena Maiorana sono salite sul camper il 18 ottobre e ne sono scese il 28, con un bagaglio fatto di storie e di esperienze, un bagaglio molto più ricco di quando son partite per il tour contro i femminicidi.

“E’ il bilancio di “un viaggio straordinario che senza il sostegno di Caronte&Tourist non sarebbe stato possibile” hanno detto Maria Andaloro e Serena Maiorana nel corso della conferenza stampa al Monte di Pietà, alla presenza di Olga Franza e di Tiziano Minuti, per tracciare un bilancio di questi 10 giorni organizzati grazie al sostegno del gruppo Franza.

Il bilancio di questa “camperata antiviolenza” come amano chiamarla è stato talmente positivo che in programma potrebbe esserci un tour anche oltre lo Stretto.

Tempostretto ha dedicato all’iniziativa Franca e le altre un servizio video (vedi in allegato il servizio di Silvia De Domenico), a conclusione dei 10 giorni in giro per la Sicilia. Nelle piazze, nelle scuole, la Andaloro e la Maiorana esponevano i roller come cantastorie del 2000 e se da una parte c’era la storia, per brevi capitoli di Franca Viola, che sul finire degli anni ’60 si oppose al matrimonio con il ragazzo che l’aveva violentata, dall’altra c’era un’altra storia, senza un nome specifico, perché “l’altra potrei essere io”. Perché la verità è questa, che l’altra, quella uccisa, quella violentata, quella malmenata, quella che finisce con le ossa rotte in ospedale e magari non denuncia, potremmo essere noi, le nostre sorelle, le nostre figlie, le nostre vicine. E non avviene solo nelle zone più disagiate, nelle famiglie più a rischio. La cronaca ci racconta poi che le vittime dei femminici sono proprio le più forti, quelle che dicono “no”, quelle che si oppongono.

L’iniziativa è stata organizzata da “Posto Occupato”, con la collaborazione dell’Ufficio regionale scolastico e la sponsorizzazione di Caronte&Tourist ed ha visto anche la collaborazione di Maria Grazia Di Gennaro, che ha curato il concept grafico, e di Cettina Restuccia di Eva Onlus. Non possiamo non ricordare poi l’apporto della straordinaria Antonella Cocchiara, che dopo una vita dedicata alle battaglie per i diritti delle donne, è morta nelle scorse settimane e non ha potuto vedere l’ultima delle iniziative alla quale aveva aderito con l’entusiasmo e la passione di sempre.

Le due protagoniste di questo viaggio itinerante, Maria Andaloro e Serena Maiorana entrambe giornaliste e scrittrici, hanno sottoposto a tutte le persone – soprattutto giovani e adolescenti – che hanno incontrato un questionario anonimo e fornendo un numero di telefono, il 1522, purtroppo ancora poco conosciuto.

“Abbiamo scelto – ha sottolineato Serena Maiorana, autrice del libro Quello che resta- di interagire lasciando la parola ai giovani per renderli protagonisti di un cambiamento che è possibile“.

Usando un linguaggio che potrebbe sembrare antico, come quello dei cantastorie, in realtà sono arrivate al cuore degli adolescenti e dei loro insegnanti, che hanno partecipato attivamente arricchendo le storie, ponendo domande anche sui video che venivano proiettati.

“Non abbiamo avuto – ha aggiunto Maria Andaloro, ideatrice di Posto Occupato – nessuna difficoltà con i ragazzi, piuttosto qualche problema si è creato con gli adulti e sarebbe bello se gli adulti che sono coloro che vivono con i ragazzi si aprissero a questi progetti”.

Alla conferenza stampa al Monte di Pietà erano presenti anche i rappresentanti della società che ha sostenuto l’iniziativa e che è pronta a continuare a seguirne il cammino.

“Siamo noi a ringraziare – ha detto il responsabile della comunicazione di Caronte&Tourist Tiziano Minuti – entrambe le ideatrici di questa iniziativa. Hanno dato l’occasione per mostrare una Sicilia che va oltre gli stereotipi, che detta l’agenda e parte prima degli altri”.

Il camper delle cantastorie tornerà a raccontare di Franca e delle altre, con la speranza un giorno di poter raccontare altre storie, lontane dalla violenza.

"Siamo vicini – ha infine dichiarato Olga Mondello Franza, presidente di Caronte&Tourist – a tutte le problematiche sociali per dare il nostro contributo e siamo orgogliosi di aiutare chi si vuole fare aiutare come nel caso di questa iniziativa. La violenza sulle donne è un problema molto sentito e deve continuare ad esserlo. La violenza fisica e anche quella psicologica che avviene nei nuclei familiari è nascosta ancora oggi dalle persone che la subiscono, ma queste associazioni aiutano in modo determinante le vittime ad affrontare queste problematiche".

E’ il silenzio il miglior complice dell’aggressore, è l’indifferenza la più grande nemica delle vittime. Più le grida di Franca, Stefania, Giordana si alzeranno alte, meno femminicidi dovremo piangere e contare. La strada è ancora lunga.

Rosaria Brancato

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