Crocetta ed una maggioranza basata "sull'ipocrisia di una fiducia" che non c'è

Crocetta ed una maggioranza basata “sull’ipocrisia di una fiducia” che non c’è

Rosaria Brancato

Crocetta ed una maggioranza basata “sull’ipocrisia di una fiducia” che non c’è

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lunedì 29 Giugno 2015 - 10:40

Il paradosso siciliano di una maggioranza costruita sull'ipocrisia di una fiducia che non c'è. Alleati, partiti e governatore non si fidano l'uno dell'altro, si accoltellano alle spalle ma tengono in piedi, come nelle peggiori famiglie, una finta stabilità. Ecco l'elenco dei fratelli-coltelli, con una domanda finale: ma se non si fidano tra loro perchè dovremmo fidarci noi???

La maggioranza di Crocetta si basa ormai solo sull’ipocrisia della fiducia.

E’ un finto equilibrio perennemente instabile, tra Ars e governo, nel quale nessuno si fida dell’altro, si accoltellerebbero volentieri tutti alle spalle (e ogni tanto lo fanno) ma restano abbracciati fingendo un’alleanza che non c’è più, come nelle peggiori grandi famiglie.

Il termine fiducia presuppone che l’uno si affidi all’altro, con la certezza che non verrà tradito, che ci sarà reciproco rispetto, condivisione di ideali ed azioni e che un legame profondo rassicura che non ci sono “trame”e che si camminerà insieme per il percorso che si è scelto. Invece stiamo assistendo ad una riedizione del copione “fratelli-coltelli”, nella quale è impossibile fidarsi persino di sé stessi.

Le dimissioni degli ultimi 2 assessori, Leotta e Caleca, sostituiti con gli assessori numero 35 e numero 36 e con il consueto spettacolino di contorno fatto di vertici di maggioranza e via fingendo, sono soltanto gli ultimi esempi di una coalizione che si detesta e che fa finta di stare insieme solo perché sta preparando il “dopo” e non vuole perdere privilegi e poltrone attuali. Il fatto che Crocetta abbia sostituito in tempi record i due dimissionari non vuol dire affatto che adesso ci sia una giunta stabile, tutt’altro, perché gli alleati continuano a studiare come “non fidarsi” e come accoltellare l’altro.

Sabato a Messina, solo per fare un esempio, il luogotenente di Renzi in Sicilia, Davide Faraone, ha dichiarato: “servirebbe un interlocutore credibile che oggi non c’è. Il governo nazionale fa di tutto per sostenere la Sicilia sull’orlo del disastro e qui invece si è impegnati in beghe politiche che non mi appassionano”. In realtà le beghe lo appassionano eccome, ma il diretto destinatario del messaggio, colui che oggi non è interlocutore credibile agli occhi di Renzi, è Crocetta, che a tamburo battente su facebook ieri ha replicato al renziano, dicendone di tutti i colori.

“Non mi sono mai fatto tante risate come da quando Faraone è diventato politico nazionale-scrive il governatore sul suo profilo sottolineando anche come il sottosegretario sia un “nominato” e non eletto con le preferenze- Se non ci fosse dovrebbero inventarlo. Un picciotto davvero in gamba. Finirà con il rottamare Renzi”. L’ultima frecciata riguarda il fatto che dopo aver rilasciato quelle dichiarazioni Faraone provvederà comunque a segnalargli chi vuole inserito, come da classico manuale Cencelli, negli uffici di gabinetto dei nuovi assessorati (e su questo nessun siciliano aveva il minimo dubbio).

Immediate le reazioni del segretario regionale del Pd Fausto Raciti “chieda subito scusa” e del presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia (che non ha ancora digerito la nomina di Pistorio, segretario regionale Udc, ex assessore cuffariano e colonnello lombardiano ad assessore): “Non si risponde alle opinioni politiche con invettive ed isteria, Crocetta si scusi. Fermiamo il rodeo delle invettive”.

Morale della favola, la settimana trascorrerà tra le ennesime riunioni nella maggioranza e sabato Raciti ha già convocato l’ennesima assemblea per ripetere quel che da un anno noi cronisti siamo costretti a scrivere su rimpasto, solidità della coalizione e bla bla bla.

Ecco la fotografia dell’ipocrisia di una fiducia che non c’è.

1)Crocetta non si fida del Pd- il governatore dice di fidarsi del Pd, del quale “sembra”, a questo punto il virgolettato è d’obbligo, far parte. In realtà sa bene che i suoi alleati stanno solo cercando chi candidare in alternativa ed hanno tutti in casa il poster del presidente con il quale si allenano con le freccette. Un giorno sì ed un giorno pure lo attaccano e quando non lo attaccano pubblicamente gli rendono impossibile governare.

2)Il Pd non si fida di Crocetta- Il Pd si è “trovato” Crocetta candidato solo per un brutto scherzo di D’Alia, ed ha mal digerito tutto, dai continui attacchi al partito ed ai deputati (che considera, e tratta, come vecchia politica dedita al peggio), alla tendenza all’imperialismo, al dividi et impera, ad una politica di annunci e denunce

3)Il Pd non si fida del Pd- Raciti non si fida di Faraone, Faraone non si fida di Raciti, entrambi non si fidano di Cracolici, e tutti e tre non si fidano né l’uno dell’altro né di Lumia e Crocetta

4)Renzi non si fida di Crocetta- Il presidente del governo non si fida del governatore (che infatti ha “commissariato” con l’assessore al bilancio Baccei e gli ha messo alle calcagna Delrio e Faraone) e Crocetta non si fida di Renzi ed infatti lo dichiara almeno tre o quattro volte la settimana

5)D’Alia non si fida di Crocetta- l’ex ministro non si fida di Crocetta, che pure ha candidato nel 2012 (pentendosene probabilmente amaramente pochi mesi dopo) e sa che lentamente questa giunta traballante ed in perenne lite con sé stessa porterà alle urne gli alleati al minimo storico di gradimento. Ma D’Alia non si fida neanche del Pd e degli alleati minori del governatore, che ogni giorno provano a sfilargli sotto il naso un assessorato e non si fida neanche dei suoi amici centristi nel partito che vogliono sottrargli la leadership e pur di non vederlo candidato alla presidenza della Regione sarebbero disposti ad iscriversi alla Lista Tsipras.

6)Crocetta non si fida di D’Alia- il governatore sa che il leader centrista riesce a cadere sempre in piedi ed a governare con qualsiasi tipo di maggioranza. Pertanto non esiterebbe un attimo a staccare la spina ad un governo in agonia.

7)Gli alleati minori non si fidano di Pd e Udc e di Crocetta- I cosiddetti alleati minori, Pdr, Sicilia Democratica e quel che resta del Megafono non si fidano dei fratelli maggiori che sgomitano per prendere potere e posto nel “cuore” di Crocetta. Ma non si fidano neanche l’uno dell’altro, come in tutte le famiglie tra secondogeniti e terzogeniti, e ovviamente del presidente che, volubile come finora è apparso, potrebbe da un giorno all’altro buttare qualcuno fuori di casa o far accomodare a tavola un lontano cugino, come il Ncd.

8)L’Ars non si fida delle giunta e dei partiti- all’Ars nessun deputato si fida dell’altro, né dei partiti che potrebbero cambiare fronte o cambiare cavalli da un momento all’altro o peggio, portare la sfiducia a Crocetta e mandarli a casa. Ed è questa la paura che turba i sonni di tutti i deputati: perdere la poltrona prima del tempo.

Domanda finale: MA SE A PALERMO NESSUNO SI FIDA DELL’ALTRO E PASSANO LE GIORNATE ACCOLTELLANDOSI ALLE SPALLE PERCHE’ MAI NOI SICILIANI DOVREMMO FIDARCI DI LORO?

Temo che questa domanda resterà senza risposta.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. PREFERISCO AVERE xxxxxxxxxxx CHE QUESTI DUE COME OSPITI

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  2. PREFERISCO AVERE xxxxxxxxxxx CHE QUESTI DUE COME OSPITI

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