"Gestione miope". Sel Messina sfiducia in contumacia Chiofalo

“Gestione miope”. Sel Messina sfiducia in contumacia Chiofalo

Eleonora Corace

“Gestione miope”. Sel Messina sfiducia in contumacia Chiofalo

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domenica 16 Giugno 2013 - 00:42

Siduciato il Segretario Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, Salvatore Chiofalo, da parte dei circoli cittadini "Matteo Cucinotta" e "Messina Centro".La mozione, presentata nel corso di un'assemblea provinciale ieri pomeriggio, è stata votata all'unanimità. Assente ingiustificato lo stesso Chiofalo.

Sfiduciato il segretario provinciale di Sinistra Ecologia e libertà. Nel corso di un’assemblea provinciale in cui i due circoli cittadini Matteo Cucinotta e Messina Centro presenteranno una mozione di sfiducia contro il segretario provinciale Salvatore Chiofalo. La mozione è stata votata all’unanimità da parte degli aventi diritto. Una sfiducia in contumacia, si può dire, dal momento che Salvatore Chiofalo non si è presentato all’assemblea, risultando nel verbale come “assente ingiustificato”. Della sezione del partito cittadino se ne occuperà, ora, l’assemblea regionale. Come si legge nei verbali: “Alla luce della votazione precedente, i coordinatori dei circoli “Matteo Cucinotta” e “Città di Messina”, rispettivamente Sofia Martino ed Elio Morabito, chiedono che la Federazione di Messina venga commissariata secondo statuto e che, nelle more della nomina del Commissario, la guida politica della stessa Federazione venga assunta da una figura di garanzia individuata dal coordinamento regionale.Il Presidente mette ai voti l’ordine del giorno, che viene approvato all’unanimità”.
Insomma tra città e provincia ormai è guerra aperta. Durissimi, infatti, i toni usati da Sofia Martino: “Siamo stati costretti in questi anni a parlare più di persone e della loro possibile collocazione che di idee e programmi. Le ultime vicende delle elezioni amministrative cittadine impongono, invece, serie riflessioni. L’elettorato di Sel si è palesemente riversato sul candidato del movimento civico Cambiamo Messina dal Basso, piuttosto che su quello del centro sinistra, che la segreteria provinciale ha, invece, scelto di appoggiare scavalcando la volontà delle sezioni cittadine del partito. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e ci parla di una gravissima miopia da parte del coordinatore provinciale”.

Si stempera, viceversa, il contrasto verificatosi all’inizio della campagna elettorale all’interno degli stessi circoli cittadini. Il Matteo Cucinotta, infatti, aveva dato segni di palese insofferenza già solo all’ipotesi di entrare nella coalizione di centro sinistra – stringendo alleanza anche con l’UDC – simpatizzando palesemente per la candidatura di Renato Accorinti. Il circolo Messina Centro, invece, guidato da Elio Morabito, ha appoggiato la linea scelta dalla segreteria provinciale di puntare su Felice Calabrò come candidato sindaco, inserendo alcuni dei suoi membri nella lista dei Democratici Riformisti e della Farfalla. Pare, però, che i due poli cittadini di Sel abbiano ritrovato l’unione nel chiedere le dimissioni del coordinatore provinciale. Uniti nell’intento , si potrebbe dire, ma partendo da presupposti ed analisi che restano diametralmente opposte.

Elio Morabito, coordinatore del circolo Messina Centro, non mette in discussione il sostegno alla coalizione di centro-sinistra e al suo candidato, ma punta ugualmente il dito contro Salvatore Chiofalo: “Noi e la segreteria provinciale abbiamo condiviso la stessa linea politica ma la mozione di sfiducia va al di là. Riteniamo che il segretario non sia riuscito a tenere insieme il partito e a farlo crescere. Il risultato pessimo delle amministrative parla chiaro: abbiamo perso peso politico all’interno della città. Per questo crediamo sia doveroso voltare pagina, per far ricrescere un partito che qui ha registrato una battuta d’arresto in controtendenza con il resto d’Italia”.

Sel Messina boccia il Segretario Provinciale, dunque, portando come motivazione generale i risultati delle ultime votazioni amministrative.

“Solo rancori personali”. aveva minimizzato ventiquattr’ore prima dell’assemblea Salvatore Chiofalo, definendosi letteralmente indignato per la tempistica scelta dai due circoli messinesi. “Che nel pieno di una campagna elettorale e nel mezzo del ballottaggio si presenti una mozione di sfiducia la dice lunga sul senso di responsabilità di chi l’ha ideata. Un simile modo di agire è un danno per l’intera coalizione”.
Diego Indaimo, dissidente di Sel, sottolinea, che nella richiesta di dimissioni rivolta a Chiofalo non vi è nulla di personale: “La mia sensazione è che hanno sbagliato di netto. Alle regionali non abbiamo concluso niente, alle amministrative non prenderanno niente. Non hanno capito prima che sarebbe andata così”. Dello stesso avviso Tonino Cafeo, altro dissidente, che parla di: “Totale sconnessione tra i gruppo dirigente e la realtà messinese. Fin dall’inizio la candidatura di Accorinti è stata identificata come identitaria non comprendendo cosa stava accadendo”. (Eleonora Corace)

3 commenti

  1. Già detto. Mi viene un po’ di nausea a vedere confermato in toto tutto quello che ho detto da un anno. Dalla rinascita della DC alla Grillo ….involution.
    Non volgio esser presuntuoso ma ormai niente riesce a strupirmi e se mi dicessero che Accorinti e Calabrò alla fine pareggieranno al ballottaggio non lo troverei assurdo.
    Che Calabrò fosse una scelta “democristiana” imposta dall’alto lo si sapeva fin da subito: la facciata nemmeno tanto nuova della vecchia fabbrica di merletti.
    Che fosse stato imposto alla sinistra era più che normale, e se non fosse venuto in suo sioccorso tanta parte dell’excentrodestra in libera uscita.. non sarebbe neanche arrivato secondo alle primarie. Ed infatti avevano voluto le primarie tanto aperte da risultare un po’ prostitute.
    Adesso Messina (non mi riferisco al partito omonimo) non ha più sinistra dentro il PD.
    E Calabrò non sarà sindaco di Messina, a meno che.. la sinistra del PD e la sinistra in genere non voglia nascondersi dietro le parole e sperare nella ricomposizione automatica degli equilibri nel PD.
    Siccome l’assimilazione del PD alla DC è un fenomeno uniformemente diffuso in Italia, e non solo a Messina, questo non sarà mai.
    L’ex-DC sta fagocitando il PD dall’interno, il resto della sinistra, come tradizione da Bertinotti a Diliberto per mantenere una sua supposta verginità evita di accoppiarsi a chicchessia e diventa sempre più demograficamente irrilevante, ovvero si sta estinguendo.
    Così alla fine Tonino Cafeo si limita a dire che “Accorinti è una candidatura.. identitaria” e con questa bella parola ha risolto tutto.
    Mi chiedo cosa sia rimasto di identitario nella stessa sinistra messinese, però identitario è un bel termine, quasi post_veltroniano.
    E se Accorinti è riuscito a far passare Cafeo dal gergo occhettiano a quello veltroniano… forse riesce anche ad amministrare Messina….

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  2. Cafeo, Indaimo, Martino??? Chi sono costoro?

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  3. quantomeno noi abbiamo un nome e cognome, lei solo un nick.

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