Maria Baronello: "Se non investiamo sui bambini ne pagheremo le conseguenze"

Maria Baronello: “Se non investiamo sui bambini ne pagheremo le conseguenze”

Maria Baronello: “Se non investiamo sui bambini ne pagheremo le conseguenze”

Tag:

giovedì 15 Gennaio 2015 - 23:05

Pubblichiamo la relazione del Garante per l'infanzia del Comune di Messina, Maria Baronello, nella parte relativa all'analisi della situazione cittadina ed alle proposte per il futuro. Tra le righe emergono le falle di un sistema, quello dei servizi sociali, visto negli anni passati più come un "ufficio di collocamento" che come occasione per fornire servizi alle fasce più deboli.

Di seguito la relazione della relazione del Garante per l’infanzia del Comune di Messina Maria Baronello (presentata il 2 dicembre). Rispetto al testo integrale, per motivi di spazio abbiamo tolto la parte relativa alla “Cornice socio-politico italiana riguardo la povertà minorile”, pubblicando invece la parte relativa alla situazione di Messina.

Una città che non investe sui bambini e sugli adolescenti con sufficiente sguardo al futuro,si troverà a dover fare i conti con processi di marginalità importanti degli adulti di domani

2. Messina : Nodi critici e possibili interventi

I dati e le rappresentazioni sopra riportati non sono distanti dalla realtà che esiste nella Città di Messina, la quale, altresì, soffre da anni della mancanza di una più moderna pianificazione del sistema dei servizi socio-assistenziali,una pianificazione che dovrebbe cogliere le nuove e più complesse istanze dei cittadini.

Un altro dato sconfortante,nella realtà messinese, è la ridotta presenza di professionalità nel settore,infatti se per i servizi sanitari sono evidenti funzioni e competenze delle professioni, nella galassia parcellizzata dei servizi sociali locali non sempre questo avviene.

Nella logica del “risparmio” e dell’esternalizzazione l’elemento di specificità di tutte le professionalità coinvolte negli interventi di aiuto e supporto è stata messa in secondo piano.

Inoltre, il depauperamento quantitativo delle risorse economiche e umane si somma ad uno scadimento qualitativo,(da anni non viene effettuata una seria valutazione dei costi benefici dei servizi) per il riemergere di un approccio assistenzialistico e per la precarizzazione dei servizi .

Partiamo dunque dal territorio. Messina si estende su un'area di oltre 211 Km, dalle rive del mare si alza sulle colline, contando 48 villaggi che rappresentano una parte notevole della città e per numero di abitanti e per estensione .

Dunque attenzionare le periferie, sostenere i villaggi a resistere ai fenomeni globalizzanti,rendere vive le Circoscrizioni.

Messina ha una popolazione di 240638 abitanti,di cui 40108 minori, un universo così suddiviso nelle 6 circoscrizioni:

I Circoscrizione 23138 abitanti

II Circoscrizione 32886 abitanti

III Circoscrizione 58099 abitanti

IV Circoscrizione 47012 abitanti

V Circoscrizione 48173 abitanti

VI Circoscrizione 31330 abitanti

Vi sono in organico soltanto 18 Assistenti Sociali,di cui 4 con orario part – time, professionisti che in tale numero dovrebbero garantire il buon funzionamento dei servizi, la presa in carico degli utenti, la programmazione e la progettazione dei servizi ed in ultimo, ma di non minore importanza, attivare le azioni valutative delle progettualità avviate.

La città di Catania e di Palermo hanno ciascuna in organico oltre 100 Assistenti Sociali di ruolo. Per quanto riguarda l’interesse dell’Ufficio del Garante per tale professionalità è in quanto è innegabile riconoscere indispensabile l’intervento dell’assistente sociale che opera all’interno di una specifica progettualità, secondo direttrici simultanee che mirano a promuovere, proteggere e tutelare il sistema familiare nella sua unitarietà: il minore perché soggetto di diritti universalmente riconosciuti e la sua famiglia, quale sede privilegiata delle relazioni di cura e accudimento primari.

2.1 Nella Città di Messina vi sono 8544 infanti della fascia 0-3 anni .

Tornando nello specifico ai bambini,nella città di Messina viene meno l’obiettivo fissato dalla Strategia di Lisbona di raggiungere la quota del 33% dei bambini tra i zero e i tre anni,a cui va garantito il Nido pubblico.

Ne esistono soltanto tre,collocati due a Messina nord, Zona San Licandro e Zona Giostra,ed 1 a Messina Centro ,Zona Camaro. Il plesso sulla Via La Farina, costruito con i fondi regionali ad hoc per gli Asili Nido, è stato destinato “temporaneamente” ad accogliere i bambini dalla scuola Elementare Mazzini, ma sono già trascorsi oltre 10 anni.

Permane una forte differenza nella distribuzione nelle diverse aree territoriali e la totale assenza di interventi alternativi o sostitutivi dell'Asilo Nido nella zona Sud della città.

Il Nido rappresenta ancora oggi la prima fondamentale opportunità per i bambini che vivono in povertà ed esclusione sociale, di rompere il circolo della trasmissione intergenerazionale di tali condizioni di vita: ciò richiederebbe, tra l’altro, che i servizi per la prima infanzia fossero riconosciuti come risposta al diritto all’educazione e allo sviluppo e non come servizi “a domanda individuale”.

Un sistema di servizi comporta una riflessione sui vari segmenti di attività: asili Nido/Scuola dell’infanzia rappresentano i primi luoghi in cui rilevare criticità rispetto alla crescita ed allo sviluppo.

Occorre implementare servizi per l’infanzia di tipo socio-educativo, a sostegno di ogni tipo di difficoltà capaci di rispondere alla gamma dei problemi e quindi molto differenziati per essere adeguati ed appropriati.

Penso sia importante,tra le altre cose, stipulare un protocollo con l'Associazione Medici Pedriati Messinese ,in quanto sono i Professionisti che prima di altri incontrano i bambini e le loro famiglie e potrebbero essere coloro che raccolgono le istanze individuali e sociali ed inviano ai servizi pertinenti.

Per quanto riguarda servizi per gravi difficoltà di minori e famiglie con carattere di urgenza e strutture di ospitalità a tempo pieno occorre prevedere lo sviluppo di strutture “specialistiche” e di figure professionali con una consolidata e pregressa formazione sulla materia: assistenti sociali in particolare, ma anche educatori,formatori ed altro…

Per arrivare ad un quadro organico si dovrebbe riprendere e potenziare l’attività dell’Osservatorio per l’infanzia, peraltro previsto dal quadro internazionale.

2.2 Fascia 4- 12 anni,17432 bambini

Il Rapporto del Centro di ricerca dell’UNICEF dedicato a “Come cambia la cura dell’infanzia” (2013) evidenzia che “I risparmi per la società nel suo insieme, sull’istruzione integrativa, sulle iniziative per contrastare l’esclusione sociale e per rispondere ai comportamenti antisociali e criminali, come pure per il trattamento dei problemi di salute mentale, saranno probabilmente molto più ingenti della cifra necessaria ad aumentare l’investimento in servizi di qualità per la prima infanzia.

Nelle analisi dei costi e dei benefici, i benefici sono sempre risultati superiori ai costi con un rapporto 8:1.”.

E’ importante creare spazi di integrazione, di supporto tra istituzioni nell’affrontare sistemi complessi di bisogno. Valutare la reintroduzione di tempi prolungati e servizi complementari nell’ambito scolastico, rispetto alle situazioni di disagio e povertà, diventa certamente una forma d’intervento efficace. Si pensi solo alla garanzia di pasto e controllo che tali azioni potrebbero portare a beneficio del minorenne.

La città offre soltanto 8 CAG,Centri di Aggregazione Giovanile, distribuiti sul territorio, un numero non proporzionato ai minori presenti in questa fascia di popolazione. Tra l'altro i CAG ,che esistono da oltre 18 anni,non sono stati nel tempo né migliorati né potenziati.

Si ritiene utile ipotizzare i servizi di accoglienza diurna, servizi aperti ai bambini fin dall'uscita della scuola ed organizzati in maniera da offrire un accompagnamento educativo sino alla cena,per poi farli rientrare a casa,mantenendo il legame affettivo familiare.

Nel 2013 il Comune di Messina ha speso 2.000.000 di euro per il collocamento di 75 minori presso strutture comunitarie. L'educativa domiciliare è stata effettuata soltanto nell'anno 2009.

La riflessione: Laddove il contesto familiare si presenta gravemente compromesso, può essere necessario decidere di allontanare temporaneamente il figlio dal suo contesto di vita, perché i tempi di crescita del bambino esigono risposte tempestive non sempre sincroniche con i tempi di risoluzione dei problemi presenti. Ma l’allontanamento sarà un’inutile frattura delle relazioni familiari se non sarà accompagnato da un intervento efficace, finalizzato al superamento delle difficoltà del nucleo.

Partendo dal presupposto che il bambino-l'adolescente ha diritto a vivere nel proprio ambiente familiare , occorre assicurare tutte le condizioni perché ciò avvenga, secondo quanto è espressamente indicato nei dispositivi legislativi.

2.3 Fascia 13-18 anni: 14132 adolescenti

Problemi significativi sono rappresentati dal ritardo scolastico e dalla dispersione scolastica con tutti gli aspetti correlati di deprivazione personale, compensati da forme di disadattamento sociale.

In questo caso sono indispensabili progetti individuali e di micro-gruppi per il recupero di conoscenze e capacità mediante attività para-scolastiche ,laboratori di esperienze e stage per l’inserimento lavorativo, valorizzazione della dimensione del tempo libero e delle attività sportive come momenti di recupero di identità e socializzazione.

Una dimensione da evidenziare per questa delicata fascia di età sono le attività di prevenzione e promozione che consentirebbero la riduzione di molte forme di disagio e devianza.

L’adolescenza rappresenta “un’età di mezzo” e forse per questo, si tratta di una fascia trascurata più delle altre, su cui gli investimenti sono pochi. Sembra quasi che l’ambiguità della condizione richiami le ambiguità politiche. Nuove forme di relazione rendono sempre più complesso seguire i percorsi di crescita dei giovani.

Soprattutto la povertà relazionale, la fascinazione prodotta da recenti sistemi comunicativi spesso portano ad un percorso deviante, cui la povertà non solo economica della famiglia contribuisce.

Si ricorda ancora le povertà dei minorenni stranieri che necessitano di percorsi d’inclusione forti vivendo una doppia marginalità. Parte dei ragazzi italiani, ma anche stranieri, soffrono di disagi psicologici e sono privi di sostegno da parte di servizi specializzati.

2.4 Interventi a sostegno delle famiglie: supportare la genitorialità, integrando istituzioni, professionalità e risorse

Alcune forme di povertà delle famiglie possono essere rappresentate anche da situazioni in cui non vi sono, nelle persone, le capacità o gli strumenti per accedere ai percorsi assistenziali: perché non possiedono sufficienti competenze sociali, per disinformazione, per diffidenza o sfiducia verso il sistema, per difficoltà a riconoscere i propri bisogni e quelli dei familiari, dei loro figli

Il solo intervento economico rischia di confermare o produrre una posizione passiva delle famiglie nei confronti del sistema, se non è accompagnato da un efficace processo di empowerment, che permette alle persone, alle famiglie, di raggiungere un sufficiente grado di indipendenza e di autodeterminazione

Troppo spesso, tuttora, gli interventi rivolti alla famiglia, si configurano come prestazioni di natura “monetaria”, che non incidono realmente sulle necessità e sul potenziamento delle competenze sociali e agiscono in un orizzonte estremamente limitato al mero tamponamento dell’emergenza.

Per superare la residualità degli interventi è necessario sviluppare modelli di welfare comunitario e promozionale della solidarietà sociale e delle iniziative del Terzo Settore, purché collegate ed in sinergia con il sistema pubblico, al fine di attivare progetti e servizi nel territorio, attraverso il contributo delle risorse presenti nella comunità, senza rinunciare alla responsabilità dello Stato, sancita dalla Carta Costituzionale: è questa la strada per valorizzare la cittadinanza attiva, nelle sue molteplici forme.

La dimensione comunitaria/territoriale del welfare, richiede lo sviluppo del servizio sociale professionale, quale livello essenziale di assistenza, da garantire in tutto il territorio nazionale (L.328/2000) e strumento per l’accoglimento, la decodifica e la valutazione globale dei bisogni, l’orientamento delle persone verso un migliore utilizzo delle risorse e dei servizi presenti, a tutto vantaggio dell’utente/cliente e nel perseguimento della lotta alla “povertà e all’esclusione sociale.

Per tutto ciò è necessario pensare ai professionisti del sociale .

Il servizio sociale professionale, infatti, affronta il rischio e il disagio di bambini e adolescenti e delle loro famiglie non attraverso l’erogazione di mere prestazioni, ma attraverso la formulazione di un progetto di accompagnamento nel quale le risorse da attivare e utilizzare sono individuate, a più livelli, nelle persone stesse, nell’ambiente di vita, nelle istituzioni preposte e nella comunità.

Non risponde “semplicemente” ad una richiesta individuale, ma interpreta una domanda più complessa di “salute” e benessere: intercettare e fronteggiare la povertà infantile, infatti, richiede azioni integrate , simultanee e multidimensionali a favore degli adulti e dei minorenni.

Per questo motivo, si rileva che non esiste una soluzione migliore delle altre, né una risposta adeguata uguale per ogni situazione: l’intervento educativo domiciliare,ad esempio, che pure rappresenta un concreto sostegno per la crescita di un bambino, sarà fine a se stesso se non sarà finalizzato, contemporaneamente, sia a rispondere ai bisogni evolutivi del bambino, sia a stimolare e promuovere nel genitore capacità di comprendere e soddisfare le necessità del figlio.

E’ quindi necessario considerare la varietà dei servizi come strumenti differenti a seconda delle situazioni da aiutare. La differenziazione degli interventi, in questo periodo viene meno perché l’Amministrazione Comunale e le strutture sanitarie non riescono più a sostenerli. Questo, anche in chiave economica, ha effetti perversi. Rischia di diventare routine, per mancanza di operatori e di interventi intermedi, l’intervento d’emergenza che spesso porta a soluzioni di collocazione in struttura per mancanza di altre soluzioni o perché oramai la situazione è gravemente compromessa.

E’ quindi necessario preservare il mantenimento di servizi come l’educativa domiciliare e territoriale, così come lo sviluppo e potenziamento di servizi residenziali.

Ulteriori forme di supporto che potrebbero essere implementate,con costi ridotti, riguardano il mutuo aiuto tra famiglie ed anche forme di sostegno tra famiglie solidali. Va da sé nessun intervento, singolarmente, può essere risolutivo per tutte le situazioni.

In questo senso è fondamentale approcciare il tema degli interventi sociali contro la povertà ed il disagio minorile, come investimento, ovvero valutando l’intervento integrato come vero e proprio elemento di sviluppo sociale e di risparmio nel medio periodo.

Attivare servizi di prevenzione, protezione e tutela sempre più rispondenti alle esigenze e necessità del minore e della sua famiglia, richiede l’attuazione, finora incompiuta, di un sistema integrato e coordinato di azioni volte al sostegno al reddito (gratuità della mensa scolastica, politiche abitative adeguate, sostegno all’occupazione, ecc.) non disgiunte da interventi volti a promuovere una genitorialità competente attraverso servizi dedicati che garantiscano la continuità della cura e in grado di svolgere azioni di attivazione della comunità e del sistema istituzionale, di intervenire tempestivamente e non in modo residuale e riparativo.

La mediazione familiare, la diffusione di servizi alla prima infanzia, come diritto del bambino e, insieme, dispositivo di sostegno alla famiglia nei compiti di cura, centri per le famiglie, per interventi tempestivi in contesti di rischio, centri di aggregazione, per integrare i compiti educativi e formativi della famiglia, servizi consultoriali efficaci, ed altro, oggi vedono costantemente depauperate le risorse, l’allungamento delle liste di attesa per l’accesso ai servizi di base essenziali e la difficoltà a sostenere le necessarie sinergie tra le istituzioni che concorrono a garantire il benessere della comunità, le istituzioni educative e scolastiche, i servizi sanitari e sociali, tra servizi per adulti e servizi per minori e famiglie.

Migliorare l’erogazione degli interventi attraverso azioni più articolate e collegate strategicamente tra loro favorisce l’operatività e la collaborazione tra i diversi attori coinvolti ed aumenta la possibilità di affrontare i problemi nella loro complessità, in modo più organico. Lavorare in integrazione prevede sia il fare applicare le leggi già esistenti sia garantire standard comuni di assistenza ed assicurare le condizioni perché si sviluppino processi di integrazione

Se ciascuno degli attori deputati, chi alla tutela e alla protezione del minorenne, chi alla cura dell’adulto (salute mentale, dipendenze.) si fa carico del “problema” e non della persona nella sua globalità, inevitabilmente riprodurrà una frammentazione del sistema familiare, frequentemente alla base del disagio di tutti i soggetti coinvolti.

3. Sistema informativo locale

Risulta prioritaria ed urgente l’adozione di un sistema informativo locale per la rilevazione dei dati e il monitoraggio, indispensabile per una corretta programmazione e ottimizzazione degli interventi e delle modalità di trasferimento delle risorse, relativamente a :

· Condizioni di vita dei minori e delle loro famiglie rispetto ai diritti ,istruzione ambiente familiare, prevenzione del disagio, benessere complessivo, salute, giustizia civile e penale, integrazione (disabilità e immigrazione);

· Interventi e servizi: modelli organizzativi e professionali, adeguatezza delle risorse, formazione degli operatori, integrazione dei soggetti che intervengono (istituzioni, professionalità).

Il sistema informativo può svolgere, tra l’altro, una funzione integratrice rispetto a dispositivi già presenti rispetto al monitoraggio delle strutture che accolgono bambini ed adolescenti fuori famiglia, come le Procure minorili, gli enti locali, le regioni, i Garanti per l’infanzia e l’adolescenza, le cui azioni potrebbero essere incrementate e ottimizzate se fossero coordinate, superando il rischio di sovrapposizioni e quindi di ulteriore spreco di risorse, a livello nazionale e regionale.

Lo sviluppo dell’Autorità Garante sui diversi territori regionali e cittadini e una più attenta organizzazione delle competenze, che potrebbe trovare spazio nella riforma annunciata del Titolo V della Costituzione, deve essere indirizzata a monitorare la qualità delle strutture e degli interventi realizzati. Non si può sostenere, ancor più in un momento di crisi economica, la moltiplicazione e la frammentazione di funzioni di controllo e delle forme di autorizzazione o accreditamento.

Bisogna garantire il diritto alle informazioni attraverso sportelli di segretariato sociale dentro le sedi circoscrizionali,all'interno dei CAG e dei Servizi esistenti,avvalendosi del contributo anche di studenti dell'Ateneo.

Costruire un progetto Città, dagli orari degli autobus che rispettano i flussi di vita dei cittadini (apertura chiusura scuole- garantire le linee più i capolinea più distanti dal centro) agli interventi di sicurezza pubblica ( ad esempio il venerdi e sabato sera/notte nel centro della città per il numero di giovani che popolano la notte cittadina). Migliorare i plessi scolastici ,soprattutto per la sicurezza ma non di meno importanza per l'estetica,così da rendere piacevoli i luoghi dell'impegno,per facilitare e rendere leggero l'impegno. Vivere tutto il giorno e tutto l'anno gli istituti comunali, le scuole, le palestre,il palacultura.

I bambini e gli adolescenti debbono sapere che ci sono luoghi per loro.

Creare stage di apprendistato presso le officine meccaniche dell'ATM, presso la Biblioteca Comunale;dopo il percorso scolastico obbligatorio i minori che non aspirano all'Università vivono un gap di vuoto formativo.

Rendere vivibili i cortili condominiali. Tornare a giocare in bici o a pallone, con gli orari , ma dentro i cortili.

4. Il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Messina si impegnerà a rendere accessibili e migliori i servizi per i Minori, attivandosi e promuovendo azioni ed iniziative come di seguito descritte.

Finalità principe del garante è assolvere ai compiti previsti dalla Legge Nazionale del 12 Luglio 2011, n. 112 istitutiva dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'adolescenza,nonché dalle normative regionali in materia di tutela di minori.

Promuovere e sostenere il rispetto e la garanzia dei diritti di cui i minori sono Titolari, sulla base della convenzione sui diritti del fanciullo del 20 Novembre 1989, resa esecutiva in Italia con legge 27 Maggio 1991, n. 176, e di quanto previsto dalla legislazione nazionale ed europea, anche attraverso iniziative di informazione,sensibilizzazione, formazione.

Il Garante vigila sull'attuazione di tali diritti e sull’osservazione dei conseguenti doveri.

Il Garante, in sinergia con l'Amministrazione Comunale, segnala e/o promuove tutte le iniziative opportune per assicurare la piena promozione e la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, con particolare attenzione al diritto alla famiglia, all'educazione, alla istruzione e alla salute. Chiunque può segnalare al Garante notizie riferite ad abusi e reati commessi contro i minori.

Il Garante è un organo monocratico e svolge la propria attività a titolo gratuito,in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione; per assicurare le migliori azioni possibili, collabora con gli uffici ed i servizi del Comune,verifica l'efficacia di azioni e di programmi adottati dall'Amministrazione nei settori della infanzia e dell'adolescenza e ne segnala eventuali criticità.

Il Garante si incontra periodicamente con l’Assessore ai Servizi Sociali, con il Presidente del Consiglio,con i capigruppo del Consiglio e con i Presidenti delle Circoscrizioni, per la programmazione e la condivisione di progetti e politiche a favore dell’Infanzia e dell’ Adolescenza.

Il Garante puo' avvalersi dell'opera gratuita di consulenti ed esperti in possesso di adeguate e comprovate capacita' professionali,per garantire maggiore competenza nella trattazione delle tematiche che riguardano i minori e le famiglie.

In relazione alle esigenze organizzative dell' Ufficio, il Garante nel rispetto della normativa vigente, puo' stipulare apposite convenzioni per lo svolgimento di tirocini formativi e di orientamento con Scuole di Specializzazione, Facolta 'Universitarie, Istituti di istruzione di ogni ordine e grado, Consigli o Collegi degli Ordini Professionali, ovvero con ogni altra istituzione o organizzazione, nazionale o internazionale, che persegua finalita' conformi alle competenze attribuite al Garante.

Il Garante puo' avvalersi,altresì,della collaborazione di commissioni consultive istituite,senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,per l'analisi di questioni specifiche di particolare interesse.

Le commissioni sono nominate dal Garante e composte da rappresentanti di Istituzioni Pubbliche e private, dalle Associazioni preposte alla tutela dei diritti delle persone di minore eta' e dei loro familiari,dalle Forze Sociali, dalle Associazioni di Volontariato e da esperti qualificati nelle materie oggetto di consultazione.

Ai lavori delle commissioni possono partecipare rappresentanze di bambini e di adolescenti, individuate dal Garante, ovvero dalle associazioni competenti.

Le commissioni possono formulare proposte sui temi da inserire nell'ordine del giorno e fornire contributi in merito alle attivita' di competenza del Garante.

Il Garante, infine, sulla base degli obiettivi concreti da raggiungere, individua le Istituzioni, le Associazioni ovvero le Categorie professionali da convocare alle riunioni delle commissioni.

E’ancora prerogativa del Garante del Comune di Messina organizzare Convegni, Seminari, Giornate di Studio, o Patrocinare iniziative formative o progettuali organizzate da Enti Pubblici o Privati senza aggravio di spese, che hanno come obiettivo la promozione delle attività del Garante e della cultura del rispetto dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Maria Baronello

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007