Omicidio Crisafulli, il Gip: "Alessandro resta in carcere". Celebrati i funerali di Roberto

Omicidio Crisafulli, il Gip: “Alessandro resta in carcere”. Celebrati i funerali di Roberto

Veronica Crocitti

Omicidio Crisafulli, il Gip: “Alessandro resta in carcere”. Celebrati i funerali di Roberto

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martedì 19 Maggio 2015 - 07:20

Sarà adesso l'esito dell'esame stub a chiarire, definitivamente, chi quella tragica mattina ha imbracciato il fucile e sparato un unico colpo contro Roberto Crisafulli, uccidendolo. Nel frattempo, dopo l'udienza di convalida, il Gip Danilo Maffa ha emesso nei confronti di Alessandro un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

C’erano tutti i parenti e gli amici di Roberto Crisafulli ieri pomeriggio nel Duomo dell’Assunta di Barcellona Pozzo di Gotto, per dare l’estremo saluto al giovane di 31 anni ucciso all’alba dello scorso venerdì mattina con un colpo di fucile dritto al cuore. Unica assenza, quella del fratello Alessandro, che da sabato si trova rinchiuso nel carcere di Gazzi con la pesantissima accusa di omicidio volontario aggravato. Sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, ad aver imbracciato il fucile esplodendo un colpo verso Roberto.

Dopo l’udienza di convalida che si è svolta ieri mattina, il Gip Danilo Maffa ha deciso di non convalidare il fermo (poiché manca il "pericolo di fuga"), ma di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti. Alessandro ha continuato a dichiararsi innocente, sostenendo che, quella mattina, al culmine di una furibonda lite, a sparare il colpo mortale sia stato il padre Cosimo, e non lui. Lo ha dichiarato venerdì pomeriggio, durante l’interrogatorio di garanzia, e lo ha ribadito ieri dinnanzi a Maffa. Ma nessuno gli ha creduto, nonostante anche il padre, ad un certo punto, si sia anche autoaccusato del delitto cercando di scagionare Alessandro. Diverse versioni contrastanti quelle fornite dai coniugi Crisafulli che hanno infine spinto il Sostituto Procuratore Fabio Sozio a non dare credito alle loro parole.

Quando all’alba di quella tragica mattina, i militari della Compagnia di Barcellona sono entrati nella casa di via Oreto 118, la scena che si è presentata dinnanzi ai loro occhi era esattamente questa: Roberto a terra con un colpo al petto, la madre Venerina Mattina in lacrime, il padre Cosimo sconvolto, il fratello Alessandro in stato di choc che si proclamava l’autore del delitto. Stessa ricostruzione che hanno subito ribadito entrambi i coniugi Crisafulli che, abbracciando Alessandro, continuavano a ripetere “abbiamo perso due figli”. E’ solo nel pomeriggio che il ragazzo cambia versione, mentre parla dinnanzi a Sozio ed al capitano Fabio Valletta, accusando Cosimo. Ed è solo nella notte che anche il padre ritratta quello detto poche ore prima dichiarandosi il vero colpevole. Ma il magistrato non gli crede e Alessandro viene dichiarato in stato di fermo e portato nel carcere di Gazzi.

Ieri, dopo l’udienza, il Gip ha emesso ordinanza di custodia cautelare. Dinnanzi alla richiesta di Maffa di spiegare il cambiamento così repentino di versione, Alessandro avrebbe dichiarato che, quella mattina, il padre lo ha costretto ad autoaccusarsi del delitto. Cosimo, imponendo la sua autorità di padre, avrebbe quindi chiesto al figlio di prendersi la responsabilità del delitto perché lui non poteva finire in cella, con la mamma malata di diabete e bisognosa di cure.

Intanto, il difensore Tommaso Calderone ha già dichiarato che presenterà ricorso al tribunale del Riesame per la scarcerazione.

Quel che si attende adesso sono gli esiti definitivi dell’esame stub, che potrebbero di fatto chiarire chi ha imbracciato il fucile sparando il colpo mortale e chi si trovava nelle immediate vicinanze. Un esame importante quello del guanto di paraffina, ma non totalmente chiarificatore proprio per l'arma utilizzata, un fucile, la cui polvere da sparo non rimane solo ed unicamente su chi ha sparato il colpo, ma anche su chi era nelle vicinanze. I carabinieri del Ris di Messina, coordinati dal comandante Sergio Schiavone, hanno effettuato l’esame la stessa mattina del delitto, sia su Alessandro che su entrambi i coniugi Crisafulli. Per l’esito bisognerà comunque attendere ancora qualche giorno. Altri elementi importanti potrebbero infine giungere dagli accertamenti sulle impronte digitali lasciate sul fucile, utili a confermare o meno la versione secondo cui Alessandro avrebbe tentato di disarmare il padre. (Veronica Crocitti)

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