Gabrielli: «Entro fine anno un hotspot anche a Messina». E si leva un coro di no

Gabrielli: «Entro fine anno un hotspot anche a Messina». E si leva un coro di no

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Gabrielli: «Entro fine anno un hotspot anche a Messina». E si leva un coro di no

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mercoledì 08 Marzo 2017 - 16:02

L’annuncio del capo della polizia durante l’ audizione alla commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza dei migranti ha scatenato una lunga serie di reazioni. Tutte negative

Due nuovi hotspot a Messina e Mineo che andrebbero ad aggiungersi a quelli di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. L’annuncio del capo della polizia, Franco Gabrielli, durante l’ audizione alla commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza dei migranti, ha scatenato una lunga serie di reazioni. Tutte negative.

Per Hotspot si intende un particolare tipo di centro per migranti, gestito dall’agenzia per il controllo delle frontiere dell’Unione Europea, Frontex e dalla polizia europea EASO, in cui le persone appena sbarcate vengono trasferite per le operazioni di identificazione, fototesseramento e prelievo, anche forzato, delle impronte digitali, ai fini di uno screening che distingua o richiedenti asilo dalle persone destinate al rimpatrio.

Ma vediamo tutte le reazioni alla notizia dell'apertura di un hotspot nella città dello Stretto.

“Riteniamo che la scelta del Ministro Minniti e del Prefetto Gabrielli di localizzare un hot spot a Messina sia dettata da un'emergenza che certamente richiede interventi urgenti ed indifferibili che, per quanto necessari, dovrebbero essere concepiti in maniera razionale, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche della zona in cui vengono ubicate e del contesto socio-ambientale in cui si calano queste indispensabili strutture”. Lo affermano in una nota congiunta il Senatore Bruno Mancuso, il deputato nazionale Vincenzo Garofalo ed il deputato dell’Ars Nino Germanà, i quali aggiungono: “Senza pregiudizi ma non senza preoccupazione, chiediamo al Ministro Minniti un momento di seria riflessione e una seria analisi di contesto prima che questa decisione diventi definitiva”.

"La notizia ufficiale dell'apertura di un hotspot a Messina lascia sgomento”. Il giudizio del deputato pentastellato Francesco D’Uva è netto e duro. Secondo il parlamentare messinese si tratta di “strumenti che, fin da subito, si sono rivelati fallimentari. Luoghi che, invece di accogliere i migranti, li trattengono, li bloccano e li respingono”.

“Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha spiegato che l'Italia, con l'apertura di due nuovi hotspot in Sicilia (dove già ne esistono quattro), ottempera ai doveri imposti dall'Europa. Ma l'Europa ha mai rispettato gli accordi sul ricollegamento? “ si chiede D’Uva. "abbiamo sempre sostenuto l'ipotesi di un'accoglienza diffusa che puntasse su sistemi di Sprar piuttosto che sugli hotspot – conclude il deputato del Movimento Cinque Stelle -. Consideriamo anche che, a Messina, questo sorgerebbe nell'ex Caserma di Bisconte e quindi a diversi chilometri dal mare. Qual è il senso? Nessuno. Non smetteremo di dirlo e utilizzeremo ogni strumento per tentare di bloccare questa assurda decisione".

“Roma vuole distruggere Messina. Lo so, la frase è forte, provocatoria, ma come giudicare la decisione del governo centrale di aprire un hot-spot a Messina? Messina è città con vocazione turistica, porta della Sicilia, già minata da una fragile economia ( ha registrato la chiusura di un gran numero di esercizi commerciali) punta alla riqualificazione dei quartieri, la bonifica di zone in degrado, la realizzazione del waterfront, tutte opere che il Masterplan renderà possibili. Ma che varrà se a ridosso di tutto ciò si avrà un centro che accoglierà 2800 migranti, quasi stanziali in una città dove i residenti diminuiscono e si trasferiscono altrove per mancanza di lavoro e prospettive di futuro inserimento occupazionale e vengono sostituiti dai migranti?" Lo chiede Giambattista Coltraro, capogruppo all'Ars di Sicilia Democratica e pronto a intervenire in difesa della rinascita di Messina. Coltraro conclude: " L'accoglienza dei migranti è una fatto umanitario dal quale non si prescinde, ma un hot-spot distruggerebbe ogni speranza di ripresa. Non dimentichiamo il danno arrecato a Lampedusa, ormai esclusa da ogni meta turistica. Messina non diventi una seconda Lampedusa".

Contrario anche il presidente della III circoscrizione, Lino Cucè, secondo cui "con l’arrivo dei migranti si mettono a rischio alcune importanti attività turistiche e commerciali della città come il Crocierismo; visto la posizione logistica della caserma che si trova a poche centinaia di metri dal centro citta cuore pulsante delle attività commerciali e che darebbe un’immagine diversa ai turisti presenti in città. Si rischia che il Crocierismo importante fetta di mercato turistico si sposti sulla vicina citta di Catania che ha capito già da tempo l’importanza economica che questo settore ha per l’economia, immaginate se una struttura simili si sarebbe potuta realizzare nel centro della citta etnea".

Per Cucè, la scelta è sbagliata. "Ci opporremo con forza anche perché inserita in un contesto già difficile dove zone importanti e popolose dovranno assorbire la presenza di migliaia di migranti che trascorreranno intere giornate nei quartieri di Camaro e Bisconte dove a tutt’oggi non si riesce a garantire la normalità vedi strade illuminate o alberi potati o strade pulite e sicure. E dove la criminalità ha trovato terreno fertile, e l’unico baluardo della legalità sono le parrocchie che si troveranno con una realtà ancora più difficile da dovere affrontare. La mia posizione da cattolico impegnato prevede una diverso approccio della politica di accoglienza che in una città difficile come la nostra non puo’ essere affrontato con le forza presenti in campo in questo momento vedi associazionismo e volontariato che dovrebbero trascurare il già difficile lavoro che svolgono per i messinesi che hanno bisogno d’aiuto. La realizzazione di un hotspot così come è stato concepito nelle altre realtà come Mineo ad esempio mette a rischio la centralità della persona, purtroppo esempio da non imitare, tornano in mente immagini di servizi giornalistici dove spaccio e prostituzione la fanno da padrona". Il presidente del III quartiere invita "il Consiglio comunale e la deputazione regionale e Nazionale ad un impegno concreto ed a predisporre tutti gli atti affinchè questa decisione venga revocata in quanto non è compatibile con le realtà territoriale presente nella zona".

Sulla stessa linea uno dei consiglieri della III circoscrizione, Alessandro Cacciotto: "Bisconte non è luogo idoneo perché ha già notevoli problemi, di ordine sociale. La grande area dell’ex caserma potrebbe fungere da importante centro sociale, culturale, sportivo, ricreativo, restituendo gli spazi alla città. Gli hotspot sono un fallimento. Giusto dare accoglienza, ma limitarsi invece a raccogliere in massa della gente sfortunata, è scelta fallimentare e incomprensibile. Non ascoltare la base è quanto di più antidemocratico possa esistere".

La notizia non sorprende il presidente provinciale di Confcommercio, Carmelo Picciotto, "perché a suo tempo avevamo lanciato il grido d’allarme rimasto inascoltato anche dal sindaco Renato Accorinti. La nostra fragile economia subirà con l’apertura di un nuovo Cara di Mineo nella nostra città, un colpo ferale. A scanso d’equivoci siamo a favore delle politiche di accoglienza dei migranti, ma scegliere Messina, città che vive solo di crocierismo e di turismo, è un delitto. Se ogni giorno accanto alle navi da crociera si susseguiranno sbarchi di migranti diretti alla ex caserma Gasparro di Bisconte, tutti possono immaginare le conseguenze che ne potranno derivare. Invitiamo, pertanto la deputazione nazionale e, in modo particolare i parlamentari della maggioranza ad intervenire con estrema sollecitudine, compreso il sindaco Renato Accorinti, affinché l’ulteriore pericolo di soffocamento dell’economia cittadina venga scongiurato”.

2 commenti

  1. Tutte persone, quelle che fatto dichiarazioni, semisconosciute, ma Cucè chi è? Comunque tutto deciso. Non riuscirà la scarsissima classe (???) politica di Messina a far cambiare idea a Gabrielli e tantomeno al riggitanu buccaranni Minniti (perchè non se lo fa a riggiu l’hotspot?) Meno che meno Accorinto che, d’altronde, non sfigurerebbe in un camerone del nuovo hotspot. Messina è stata scelta perchè ventre molle d’Italia, quì tutto è possibile, se volete, si possono anche portare i rifiuti tossici radiottivi di tutta Italia. In compenso, oltre ai politicanti di quattro soldi, abbiamo anche i NO TAV, NO MOUS, NO G7, ma quando si tratta di protestare per Messina tutti….impegnati.

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  2. Tutte persone, quelle che fatto dichiarazioni, semisconosciute, ma Cucè chi è? Comunque tutto deciso. Non riuscirà la scarsissima classe (???) politica di Messina a far cambiare idea a Gabrielli e tantomeno al riggitanu buccaranni Minniti (perchè non se lo fa a riggiu l’hotspot?) Meno che meno Accorinto che, d’altronde, non sfigurerebbe in un camerone del nuovo hotspot. Messina è stata scelta perchè ventre molle d’Italia, quì tutto è possibile, se volete, si possono anche portare i rifiuti tossici radiottivi di tutta Italia. In compenso, oltre ai politicanti di quattro soldi, abbiamo anche i NO TAV, NO MOUS, NO G7, ma quando si tratta di protestare per Messina tutti….impegnati.

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