"A chi italiano volle restare". In memoria degli infoibati istriani

“A chi italiano volle restare”. In memoria degli infoibati istriani

“A chi italiano volle restare”. In memoria degli infoibati istriani

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lunedì 10 Febbraio 2014 - 09:52

Anche a Messina la commemorazione dei massacri delle foibe. Le foibe sono concavità montuose presenti in Istria, al confine orientale italiano, profonde anche 1500 metri. Lì venivano gettati i corpi degli istriani italiani nel periodo finale della seconda guerra mondiale. Tra loro, anche alcuni messinesi. In città, esiste una comunità di figli di esuli riuniti nell'associazione congiunti deportati in Jugoslavia

Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale, celebrata il 10 febbraio di ogni anno per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.

Secondo la legge che l'ha istituito, al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una targa commemorativa, destinata ai parenti degli "infoibati" e delle altre vittime delle persecuzioni, dei massacri e delle deportazioni occorse in Istria, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale durante l'ultima fase della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.

Come ogni anno, anche a Messina si celebra il giorno del ricordo. Ieri pomeriggio, con partenza da Piazza dell’Università, si è svolta la fiaccolata dal titolo “A chi Italiano volle restare”, organizzata da “Vento dello Stretto” e dal “Comitato 10 febbraio”.

“Questa pagina di storia italiana, per troppo tempo celata – scrivono gli organizzatori -, ci riporta indietro con la memoria al periodo immediatamente successivo alla fine del secondo conflitto mondiale. In quei giorni gli abitanti dell’Istria e della Dalmazia, tornati italiani dopo il trattato di Rapallo del 1920, furono vittime delle feroci persecuzioni perpetrate dagli ufficiali titini che reputavano quelle zone di appartenenza jugoslava. Le case e le chiese furono depredate, numerosi gli stupri etnici, le torture e le fucilazioni sommarie ai danni di chi si professava italiano. I corpi non venivano normalmente sepolti, ma venivano lanciati nelle Foibe (concavità montuose presenti in quelle zone profonde anche 1500 metri), spesso anche prima che sopraggiungesse la morte. La difficoltà nel recupero delle salme rende tutt’oggi non quantificabile il numero preciso di vittime che, comunque, si aggira intorno alle 25mila. Numerosi anche gli esuli, circa 350mila, riusciti a scappare a questa tragedia rifugiandosi in altre zone d’Italia, tra cui Messina dove risiede un nutrito numero di esuli sempre pronti, ogni anno, a ricordarci questa pagina oscura della nostra storia”.

Il ricordo, infatti, è andato anche ai messinesi infoibati, deportati e scomparsi per la difesa dell’italianità di Istria e Venezia Giulia. Anche in città esiste una sede provinciale dell’Ancdj, associazione nazionale congiunti deportati in Jugoslavia.

Stamattina, a tal proposito, si è svolta una cerimonia di commemorazione in piazza Martiri delle Foibe, all’incrocio tra le vie Pola, Istria e Concerie, dove è collocata una lapide che ne ricorda il sacrificio. E’ stata deposta una corona di fiori ai piedi della Stele votiva crocifera del IX secolo.

All’Università, infine, nell’aula Cannizzaro del Rettorato, commemorazione organizzata dall’associazione Morgana dal titolo “Pagine strappate: Oblio e mistificazione della storia d’Italia dal dopoguerra al 1964”.

Un commento

  1. IL GRANDE CANTANTE SERGIO ENDRIGO PROFUGO HA SCRITTO UNA BELLISSIMA E TRISTE CANZONE CHE TUTTI NOI DOBBIAMO (NON DOVREMMO) CONOSCERE IN ONORE A RICORDO DEI PROFUGHI E DEGLI ITALIANI MASSACRATI NELLE FOIBE DAI TITINI (DI TUTTI PARTITI) E DELLA SUA VITA. LA CANZONE SI INTITOLA 1947. CONOSCIAMOLA E POI VEDIAMO SE VI SONO ANCORA ITALIANI E PARTITI ITALIANI CHE NON VOGLIONO ASCOLTARE O NEGANO LE FOIBE. LA STORIA E’ MAESTRA DI VITA HISTORIA MAGISTRA VITAE. QUESTO COMMENTO NON E’ POLITICO

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