Strana la vita, c'è a chi tocca il cetriolo a 'ghiotta e a chi il vitalizio in 5 anni

Strana la vita, c’è a chi tocca il cetriolo a ‘ghiotta e a chi il vitalizio in 5 anni

Rosaria Brancato

Strana la vita, c’è a chi tocca il cetriolo a ‘ghiotta e a chi il vitalizio in 5 anni

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domenica 22 Dicembre 2013 - 06:30

Mi fa arrabbiare leggere certe dichiarazioni. Mentre gli italiani fanno la fame per pagare i nuovi salassi di tasse c'è chi nasconde i propri privilegi. All'Ars Cracolici litiga con i 5Stelle che contestano il vitalizio ai deputati dopo solo 5 anni di mandato. Nel frattempo in Abruzzo l'assessore regionale alla cultura fa assumere la sua segretaria alla Regione e poi la costringe per contratto a far sesso con lui 4 volte al mese per tremila euro....."Timbri e poi esci a farti bella..."

Certo che quando la vita s’incapriccia ti fa proprio arrabbiare. Guardi certe cose e capisci perché c’è stato il Diluvio Universale. Non m’ intristisce la mancanza di luminarie, perché il Natale lo vivi dentro, basta avere un cuore pieno di luci e colori, mi rattrista invece la sporcizia “invisibile” che ti si appicca addosso e non mi riferisco a quella dei cassonetti. Domenica 1 settembre ho dedicato la rubrica alle tasse, s’intitolava “Aspettando l’Ico, l’imposta sul cetriolo dell’ortolano (vedi articolo allegato). Non ho doti profetiche, ma come direbbe Di Pietro “ ci ho azzeccato”. Ho quasi indovinato pure il nome, perché l’hanno chiamata Iuc, che secondo loro vuol dire imposta unica comunale, ma il nome di battesimo, quello che mamma gli ha dato è introduzione unica del cetriolo. L’Iuc è un mostro a tre teste, la prima è la vecchia Imu che ritorna come gli zombi dopo un periodo di sonno (ma che pare non debba essere pagata per la prima casa). Non dite “ah, meno male, mi sento meglio” perché ancora non vi ho descritto le altre due teste del mostro. Le sorellastre dell’Imu sono peggio di lei e hanno un unico scopo nella vita: farvi arrabbiare. Una si chiama Tari (tributo sui rifiuti) e un’altra Tasi (tassa sui servizi indivisibili). Entrambe le devi pagare per il semplice fatto che esisti e respiri. La Tari è la tassa sulla mmunnizza, che viene calcolata in base a quanti rifiuti produci e quanti metri quadri occupi. Se hai più figli paghi di più, a meno che non decidi di rinnegarli e dichiarare tua moglie adultera, ma l’iter per il disconoscimento è talmente lungo e costoso che ti conviene pagare la tassa. La Tasi è esilarante, non tanto per il principio che la anima, che può essere comprensibile a New York e Modena, quanto piuttosto per la sua applicazione in realtà come la nostra. La Tasi infatti è la tassa sui servizi indivisibili, che però a Messina sarebbe meglio definire servizi invisibili visto che non li vediamo proprio. Si tratta di servizi resi dal Comune quali i trasporti, la pubblica illuminazione, la manutenzione, l’arredo urbano. La Tasi si applica con l’aliquota dell’1 per mille ma viene data possibilità ai Comuni di aumentarla fino al 2,5 per mille o abbassarla e azzerarla, forse contando in un senso del pudore che però temo nessuna amministrazione avrà. La Tares che stiamo pagando è già preistoria,nel senso che da gennaio entreranno in vigore le nuove norme. Ma anche se cambi il nome è sempre lo stesso salasso. Come diciamo noi cuntala comu voi sempre cucuzza è.

Quello che mi terrorizza è l’applicazione del cetriolo in salsa messinese, il cetriolo a ‘ghiotta, per intenderci. Dopo quanto accaduto con la Tares non mi faccio alcuna illusione sull’abbassamento dell’aliquota per la Tasi. Ma osservando il livello della raccolta rifiuti, lo stato delle strade e dell’illuminazione ho una proposta: se ci fanno pagare i servizi invisibili noi paghiamo i bollettini con l’inchiostro simpatico. I miei timori riguardano però il quando e il quanto questa amministrazione ci farà sborsare. La giunta infatti ha lo strano vizio di fare una delibera il lunedì revocarla il martedì, modificarla il mercoledì, ripensarci il giovedì, e trovare finalmente pace il sabato. Dalla vicenda Ato all’Imu, passando per la Tares, l’isola pedonale e l’esilarante caso dei mercatini natalizi è legittimo ormai il sospetto che non abbiano le idee chiare su nulla. Quando vedo confusione temo sempre la fregatura. Tu ti giri e arriva il cetriolo. Dal basso.

Ma non è l’Iuc che mi ha fatto arrabbiare. E’ stata la lite tra il M5S e il deputato Pd Cracolici sulle pensioni dopo una legislatura.

E’ andata così: i grillini siciliani scoprono che i deputati dell’Ars dopo una sola legislatura (5 anni) hanno diritto al vitalizio di 1023 euro. La cifra raddoppia e triplica se ti incolli alla poltrona per altri due o tre mandati. La pensione scatta all’età di 65 anni (prima scattava ai 60).

“La spending review è una presa in giro- ha detto la 5stelle Angela Foti– in giro c’è la fame e noi facciamo queste porcherie”. Mentre gli altri deputati gridavano al becero populismo si è alzato Antonello Cracolici, Pd, sentenziando: “ C’è troppa mistificazione, il vitalizio non esiste più dal 2012. Se il parlamento viene deriso si mette a rischio il sistema democratico, non si può assecondare l’idea che la politica sia fonte di privilegi, è pericoloso. Mi piacerebbe sentire parlare i colleghi di riforma delle province, invece c’è chi pensa a demolire la credibilità delle istituzioni”. A prescindere dal fatto che Cancelleri gli ha ricordato che il vitalizio è vivo e gode di ottima salute, questo discorso è da incorniciare. Quello di Cracolici, deputato regionale al quarto mandato (fate voi i calcoli), 51 anni, in politica da quando ne aveva 18, è un discorso epico. Non si accorge che la credibilità delle istituzioni se la demoliscono da soli senza bisogno che altri gli diano una spintarella. E che nessuno asseconda il fatto che la politica è fonte di privilegi, perché è un dato di fatto. Non esiste nessun essere umano che in 5 anni ha diritto ad una pensione di mille euro. Ci sono italiani che in pensione non ci andranno mai, italiani che prendono 400 euro di pensione, e stiamo parlando di italiani che LAVORANO, precisazione che non è una sfumatura populistica né una mistificazione….

Posso anche pagare l’iuc, l’oic, l’ahiahi, l’uffa, la tasi e quello che volete ma un po’ mi girano quando vedo che fine fanno i soldi pubblici. Prendi l’assessore regionale alla cultura dell’Abruzzo, Luigi De Fanis arrestato per tangenti. Gli investigatori hanno scoperto che dopo aver fatto assumere la sua segretaria alla Regione le ha fatto firmare un contratto segreto che prevedeva l’obbligo di fare sesso con lui una volta a settimana, al costo di tremila euro al mese. Il racconto della segretaria ai giudici è uno spaccato della nostra società: " Mi diceva vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella, poi ritorni e timbri. Basta che fai 4 ore,chi ti conta la jurnata? In Regione è una consuetudine timbrare e uscire per faccende personali. Quando sono entrata lì in molti facevano così e non credevo di fare nulla di male…, una volta sono andata dall’estetista".

Fa orrore la consuetudine alla mmunnizza, l’assuefazione alla sporcizia interiore.

Davvero strana la vita quando s’incapriccia, c’è a chi tocca il cetriolo a ‘ghiotta, a chi il vitalizio, a chi un posto alla Regione per fare sesso con il suo datore di lavoro.

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. Grandissimo articolo ,ironico, amaro, crudo e dannatamente reale. A quando uno spaccato sullvera realtà della scuola italiana vista dall’interno delle classi ,come potrebbe fare una Tata ad osservare una famiglia? :- Vedreste cose che nessuno ha il coraggio di dire e vedere..Le auguro buone feste e speriamo che il “cetriolo” non esca a sorpresa da qualche panettone e faccia danni seri.

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  2. letterio.colloca 22 Dicembre 2013 11:59

    Fa orrore la consuetudine alla mmunnizza, l’assuefazione alla sporcizia interiore.
    E’ codesta constatazione che mi SCONFORTA.
    Se non avessi i pesanti miei 66 anni,col c…uore che rimarrei ancora a Messina oramai divenuta ricettacolo di ladroni sfrontati,-peggio,- pure improvvisati,al soldo dei soliti pupari calati dai paesi di montagna col loro ancestrale bagaglio socio-culturale.Hanno la scorza e le setole degli animali con cui sono cresciuti;da predatori e devastatori (es. i cinghiali dei Nebrodi) continuano a distruggere, truogulando, ogni bene della città.
    Pagare i vari “cetrioli” non mi causa particolare disturbo se non quello di pensare che il mantenimento di questi PARASSITI INCONCLUDENTI deriva dai pagamenti di tasse,gabelle e quanto estorcibile per estremizzazioni esasperate di parametri previsti dalla Legge.Costituzionalmente EQUO contribuire al funzionamento della vita civile in ragione del proprio reddito;DISONESTO -verso se stesso- mantenere individui che,INCAPACI ed INETTI a trovarsi un dignitoso lavoro, si ARRUOLANO IN POLITICA.
    Solo a vederli, viene il voltastomaco!!!Per carità divina,non tocchiamo poi il loro livello culturale!
    Compagno al duolo,gran consolo! GRAZIE PER IL “CRUDO” ARTICOLO.
    Io sono stanco e con nessuna forza da spendere per FUGGIRE per la seconda volta da questo pantano putrido ch’è divenuta Messina; chi può, ha il DOVERE di vivere la propria vita in tutt’altro modo, molto più dignitoso!
    COMUNQUE! auguro il Buon Natale e tanta resipiscenza.

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  3. MessineseAttento 22 Dicembre 2013 12:00

    Cara Rosaria, da quanti cetrioli abbiamo ricevuto dall’amministrazione Buzzanca, il cui maggiore alleato e complice era proprio Calabrò, che tutto faceva meno che opposizione, non abbiamo bisogno nemmeno di spendere per comprare la vasellina.
    Auguri anche a te!

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  4. Per tutte le cose che hai scritto sopra preferisco perdonare gli errori da dilettanti di Accorinti & co che tollerare ancora lo schifo dei politici di professione.

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  5. Ma per i servizi indivisibili non si pagano già le imposte?
    Se non dovesse essere così vuol dire che il professore di Scienza delle Finanze mi ha imbrogliato tutta una vita, altrimenti sono questi cialtroni della politica ad imbrogliare, siano essi “free tibet” oppure iscritti ai partiti.

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  6. MessineseAttenta 22 Dicembre 2013 14:45

    Che finezza, che eleganza!
    Passare dai toni alti e forbiti di una prosa “copia ed incolla” alla vaselina (con una L, copione ignorante) non ti deve essere costato nemmeno un centesimo.
    Tipico esempio della razza accorintiana, rozza e con la puzza sotto il naso.
    Vergognati.

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  7. Quanta verità in questo spaccato della realtà messinese, e ti sei dimenticato di menzionare chi oggi come oggi ha il posticino immeritato, nei vari enti “PUBBLICI” (per modo di dire) solo per conoscenza o raccomandazione il cui unico compito è quello di timbrare il cartellino, fatica immane, con compensi da fame per il nulla assoluto apportato……..

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  8. MessineseAttento 22 Dicembre 2013 16:19

    Da uno destinato a vivere nell’ombra, patetico fino al punto da scopiazzare un nick, ci si deve aspettare che ricerchi il riscatto sulle pagine di un giornale web.
    Alla sua età, essere ridotti a questo, dev’essere davvero triste.
    Le auguro un buon Natale e di riuscire a guardarsi allo specchio con più serenità in futuro.

    P.S. quello che lei non sa è che la redazione conosce bene le date d’iscrizione, quindi, sta facendo la figura dell’omuncolo bugiardo, convinto che rubare un nick lo possa elevare dalla sua vita.

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  9. MessineseAttenta 23 Dicembre 2013 11:26

    Persona finissima e dai modi eleganti.
    Mangia meno peperoncino.

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  10. MessineseAttenta 23 Dicembre 2013 11:27

    P.S. Che figura!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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