I Comuni non hanno fondi per mantenere la sede del Giudice di Pace a Milazzo

I Comuni non hanno fondi per mantenere la sede del Giudice di Pace a Milazzo

Serena Sframeli

I Comuni non hanno fondi per mantenere la sede del Giudice di Pace a Milazzo

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mercoledì 07 Maggio 2014 - 15:01

Il sindaco Pino sembra costretto ad una scelta obbligata vista la disastrosa situazione nella quale si trovano oggi gli Enti locali

Mancano le risorse per mantenere la sede del Giudice di Pace a Milazzo: è quanto emerso nella riunione tenutasi questa mattina a palazzo dell’Aquila tra i sindaci del mandamento per verificare la possibilità di continuare a garantire l’operatività dell’organo giudiziario che è rientrato nei tagli del Ministero che ha accorpato diverse sedi, tra le quali appunto quella di Milazzo.
Alla riunione hanno partecipato il sindaco Carmelo Pino, assistito dal capo di gabinetto Santa Mondello, i sindaci di San Filippo del Mela, Pasquale Aliprandi, Santa Lucia del Mela, Antonino Campo e San Pier Niceto, Luigi Calderone, gli assessori dei comuni di Pace del Mela (Giuseppe Di Giovanni), Condrò (Viviana Schepisi), Gualtieri Sicaminò (Santina Bitto) e Monforte San Giorgio (Rosangela David) e in rappresentanza del foro milazzese l’avv. Orazio Zappia.
In apertura il sindaco Pino ha ripercorso le tappe della questione, ricordando che il Ministero ha accolto favorevolmente l’istanza che a suo tempo il Comune di Milazzo ha presentato per mantenere la sede mamertina sulla base di un protocollo d’intesa stipulato con gli altri Comuni del circondario.
“Ciò però – ha proseguito Pino – impone ai Comuni di mettere a disposizione del magistrato responsabile il personale amministrativo che dovrà transitare dai Comuni con costi a carico degli Enti locali, al pari delle spese per l’affitto della sede e per tutti gli altri oneri relativi”. A soffermarsi in maniera più dettagliata sui costi è stato il capo di gabinetto Santa Mondello che ha evidenziato che “per quel che attiene al personale, sulla scorta delle dotazioni organiche ministeriali, necessitano cinque figure professionali di diversa categoria per un costo complessivo di 106 mila euro, mentre per gli altri oneri le previsioni, tutte fatte al ribasso, sommano altri 38 mila euro circa per un totale di 144 mila euro. Tale quota, divisa per la popolazione complessivamente censita nei comuni interessati, pari a 58.367 abitanti, porta ad un costo di 2,47 euro per abitante”. Somme che però i sindaci hanno dichiarato non poter sostenere.
“In questo momento storico con difficoltà economiche crescenti, gli Enti locali sono in ginocchio – hanno detto nei vari interventi gli amministratori – e oggi togliere anche un piccolo importo dai nostri bilanci significa mettere a rischio lo svolgimento persino dei servizi essenziali che già di per sé sono stati condizionati dai tagli dei trasferimenti regionali e nazionali. Pur consapevoli e condividendo l’importanza di un presidio di giustizia come il giudice di Pace, non ci sono le condizioni per mettere a disposizione queste risorse in quanto anche in proiezione futura il quadro appare per nulla rassicurante per tutti i Comuni alle prese quotidianamente con difficoltà insormontabili”.
Il sindaco Pino, che pur tra le difficoltà economiche in cui versa il Comune mamertino, si era attivato a garantire il mantenimento del presidio di giustizia, dopo aver subito la soppressione della sezione staccata del Tribunale, ha preso atto della volontà unanime dei colleghi. “Più che una volontà è stata una scelta obbligata – ha concluso – in quanto tutti abbiamo condiviso l’importanza di questo Ufficio, ma la disastrosa situazione nella quale si trovano oggi gli Enti locali non consente alle Amministrazioni di chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini”.

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