I ricercatori Andu, Cgil-Flc e ConPass a Navarra: i giudizi dell’Anvur resteranno segreti

I ricercatori Andu, Cgil-Flc e ConPass a Navarra: i giudizi dell’Anvur resteranno segreti

Danila La Torre

I ricercatori Andu, Cgil-Flc e ConPass a Navarra: i giudizi dell’Anvur resteranno segreti

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giovedì 14 Novembre 2013 - 17:31

Le tre sigle sindacali hanno deciso di non inoltrare i dati sulla valutazione individuale ottenuta dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario richiesti dal rettore. Che viene pure bacchettato

All’Università di Messina resta apertissimo il dibattito sulla ricerca scientifica, settore nevralgico di ogni Ateneo e vero tallone d’Achille di quello peloritano, ultimo nella classifica stilata dall’Anvur, nell’ambito del rapporto “Valutazione Qualità della ricerca 2004-2010”.

Nei giorni scorsi, il rettore Pietro Navarra ha recapitato una lettera a tutti i ricercatori, chiedendo loro di inoltrare all’amministrazione universitaria i dati sulla valutazione individuale ottenuta dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, in modo da potere adottare i giusti correttivi e programmare la risalita da quel poco dignitoso ultimo posto. La richiesta avanzata dal Magnifico è già stata pubblicamente contestata dall’Andu (Associazione nazionale docenti universitari), che la considera una palese violazione della privacy (vedi correlato) e che , adesso , insieme a Cgil-Flc e ConPass, rende pubblico il gran rifiuto a Navarra .

Andu, Cgil-Flc e ConPass parlano di « campagna di discredito nei confronti dei ricercatori dell’Università di Messina avviata a seguito della pubblicazione dei dati della Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010» .Gli studiosi messinesi non ci stanno ad essere considerati gli “asini” della ricerca e puntano il dito contro «i criteri per la valutazione della ricerca individuati dall’ANVUR, contestati fortemente dalla comunità accademica nazionale e che non trovano alcun riscontro a livello internazionale». Nel mirino delle tre sigle sindacali c’è anche l’amministrazione Navarra che, «contrariamente ad altri Atenei del meridione che hanno inteso rivendicare con forza il proprio diritto all’esistenza, insorgendo nei confronti dei provvedimenti punitivi subiti e contestando nel metodo e nel merito l’operato di ANVUR, del MIUR e del Ministro Carrozza», sarebbe rimasta a guardare: «non ci risulta alcuna forma protesta», scrivono testualmente Andu, Cgil-Flc e ConPass.

Entrando nel merito della richiesta di Navarra, che vorrebbe conoscere i giudizi attribuiti ai singoli ricercatori, i sindacati spiegano «che l’ amministrazione di UniME dispone dell'esatto quadro di quanto i suoi ricercatori siano impegnati e con che risultati, sul fonte della ricerca e sul piano della didattica, dunque non ha alcuna necessità, per avere il polso della situazione e valutare le necessarie azioni correttive, di venire a conoscenza dei dati elaborati dall'ANVUR sulla base di criteri parziali e comunque discutibili».

Secondo Andu, Cgil-Flc e ConPass, inoltre, «i criteri ANVUR non tengono in alcun conto i finanziamenti della ricerca. E sembra che anche la nostra amministrazione si appresti fare altrettanto. Sarebbe invece opportuno avviare nel merito una necessaria operazione di trasparenza, posto che è fin troppo facile bocciare i prodotti di una attività di ricerca per la quale non sono stati mai erogati finanziamenti (e la distribuzione geografica dei fondi potrebbe risultare un utile parametro di lettura per interpretare gli infelici risultati della VQR al SUD)»

I tre sindacati si dicono, infine, sicuri che «una valutazione che tenga conto dei dati integrati relativi a ricerca/didattica/finanziamenti produrrebbe esiti difformi dallo stereotipo di una Italia a due velocità targato ANVUR».

Andu, Cgil-Flc e ConPass non si esprimono, invece, in merito alla mancata presentazione da parte di alcuni ricercatori dei tre prodotti di ricerca sollecitati dall’Anvur. In base ai dati forniti dal pro-rettore delegato alla ricerca, Salvatore Cuzzocrea, su 1289 docenti (Ordinari, Associati e Ricercatori) il 18,69% dei prodotti presentati ha avuto una valutazione eccellente, il 21,67% ha avuto una valutazione buona, il 13,09% ha avuto una valutazione accettabile ed il 35,03% , ma ad incidere negativamente sulla valutazione definitiva è soprattutto “la mancanza di prodotti attesi, che si attesta su una percentuale di 10,91%”. Per ogni prodotto non presentato, è stato infatti attribuito un punteggio di -0,5. Ma su questo aspetto di non poco conto, nessun commento sindacale. (Danila La Torre)

7 commenti

  1. imprenditore messinese 14 Novembre 2013 20:24

    Ma cos’hanno da temere i ricercatori messinesi dal rendere pubblici i risultati dei loro lavori? che forse il tema della loro produzione scientifica verteva intorno argomenti della propria sfera sessuale? o della sfera familiare? o di quella sentimentale? ma che c’entra quindi la privacy?
    E come se gli avvocati si rifiutassero di far leggere ai loro clienti le memorie difensive, o i medici di mostrare le cartelle sanitarie ai loro pazienti. E come se i calciatori volessero giocare a porte chiuse o i giornalisti non volessero far leggere i loro articoli. Se fossi un ricercatore dell’università di Messina che ogni 6 mesi esce sulle cronache giudiziarie per esami e concorsi truccati, avrei accolto con entusiasmo l’iniziativa del Rettore. Certo non mi sarei nascosto dietro la privacy. Ma molti evidentemente preferiscono che il loro lavoro di pubblico abbia solo i SOLDI, TUTTO IL RESTO DEVE RIMANERE PRIVATO! Navarra sappia che la mia decisione ( ed anche quella di tantissimi altri miei amici ) di iscrivere i miei 3 figli all’Università di Messina deriverà da quanta forza dedicherà all’eliminazione da essa di tutte le sacche di malcostume ed illegalità che l’hanno relegata in una posizione assolutamente immeritata per la sua gloriosa storia!

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  2. Sono tra chi ha reso disponibili le valutazioni ANVUR. Non vi é nessuna motivazione di privacy, se non la paura di evidenziare la propria incapacitá a fare ricerca (tre lavori validi in 6 anni sono pochissimo). I dati dell’Universitá di Messina rivelano dati non discutibili. Vi sono aree ove i prodotti eccellenti sono oltre il 70%, in perfetto allineamento italiano ed europeo, ma altre ove questo valore scende sotto 10%, con valori scadenti o non presentati oltre il 50%. Il che vuol dire che in alcune aree la maggioranza dei docenti e ricercatori non é stato capace di produrre in 6 anni (2004-2010) tre lavori considerati accettabili dalla comunitá scientifica. E’ inutile nascondersi dietro motivazioni di privacy. Da troppo tempo non si è voluto valutare effettivamente l’attivitá fatta dai docenti e ricercatori dell’Università di Messina, lasciando spazio a molte aree oscure che tra l’altro sono anche non a caso quelle responsabili dei recenti ben noti fatti. Pur con tutti i limiti, i dati ANVUR forniscono un primo dato che tuttavia non si vuole utilizzare e le motivazioni di privacy sono solo una scusa a preseverare in questa direzione.

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  3. Un applauso particolare lo meritano come sempre i sindacati, invece di difendere chi lavora con merito stendono un velo su chi vivacchia.

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  4. Segreto ? Privacy? Saranno sindacalisti garantisti ma scusate in questo caso i lavoratori da garantire non dovrebbero essere gli studenti? I professori non sono invece i padroni? Qualcosa mi sfugge i sindacati non tutelano i deboli?

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  5. Tanto lo abbiamo capito che non servite a niente.

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  6. Sono un docente che ha REGOLARMENTE inviato i dati della propria VQR secondo quanto richiesto dall’Amministrazione. Questi signori, nell’interesse dell’Università e delle più nobili tradizioni che collocano la stessa Università come punto di riferimento per la società e per lo sviluppo di un territorio, dovrebbero cominciare a lavorare e a dedicarsi di più alla ricerca piuttosto che continuare a protestare in modo sterile e dare spunto alla formulazione di critiche, molte volte ingiuste, nei confronti di quei docenti e ricercatori che operano con spirito di servizio e sacrificio e che non hanno alcuna difficoltà e/o timore a mostrare i frutti delle proprie ricerche. Ritengo, al contrario, più che giusto l’indirizzo che l’attuale amministrazione dell’Università di Messina vuole darsi per recuperare credibilità nel segno della trasparenza, della legalità e della valorizzazione del merito.

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  7. Antonella_Arena 15 Novembre 2013 16:30

    Sono un professore dell’Ateneo di Messina e quando mi inserisco in un dibattito, firmo con nome e cognome i miei interventi. Amo l’istituzione presso la quale opero. Amo anche la chiarezza, fuori da ogni equivoco e fuori da ogni demagogia, specie quando in gioco vi è la sopravvivenza della nostra Università e dunque vorrei contribuire con il mio punto di vista alla discussione in merito alla raccolta degli esiti della valutazione individuale dei ricercatori promossa dal Rettore Prof. Navarra:
    1) Sono un ricercatore attivo, nel senso che continuo a fare attività di ricerca (cosa che chiunque può verificare adoperando “google scholar search”). Questo nonostante la mia ricerca di carattere sperimentale, che necessita di fondi per il funzionamento e la acquisizione di strumentazione, da anni non riceva alcun tipo di finanziamento. Naturalmente, essendo tenuta non a fare ricerca, bensì ad insegnare, al contempo sono titolare di due corsi che costituiscono il mio carico didattico ed un corso aggiuntivo lo tengo per supplenza non retribuita. Posso dimostrare, dati alla mano, che per quanto possibile provvedo di tasca mia ai bisogni del mio laboratorio di ricerca. I pc con i quali lavoro ad esempio, sono tutti stati comprati a mie spese, così come le stampanti, le risme di carta per le prove scritte d’esame, le cartucce per la stampante, le spese per la pubblicazione degli articoli di ricerca, i piccoli strumenti ed utensili necessari per il mio laboratorio didattico e quanto altro. Sono a conoscenza di un certo numero di colleghi che si trovano nella mia stessa situazione ed agiscono esattamente come me e dunque mi sentirei di respingere al mittente il cortese invito a “cominciare a lavorare” da parte di chi ritiene di detenere il primato dei sacrifici e dello spirito di servizio.
    2) NON intendo conferire i miei dati VQR al Magnifico Rettore, perché oltre a non condividere i criteri di valutazione e l’operazione politica che essi sottintendono da parte dell’ANVUR (una operazione che io reputo punitiva nei confronti delle Università meridionali), ritengo che, specie in un contesto nel quale mi sembra non sia esattamente percepito il limite tra ciò che è legale e ciò che non lo è, tra ciò che è eticamente condivisibile e ciò che non lo è, la Pubblica Amministrazione non possa permettersi di disattendere le chiarissime indicazioni che provengono dalla Autorità Garante. Sullo specifico della questione mi piacerebbe molto sentire il parere del Pro-Rettore con delega alla trasparenza dei procedimenti amministrativi e alla legalità.
    3) Negando l’accesso ai miei dati personali ritengo, posto che i dati relativi alla attività di tutti i ricercatori sono già nella disponibilità della amministrazione, di non nuocere in alcun modo all’auspicabile processo di avanzamento della qualità della ricerca nel nostro Ateneo. Se è infatti vero, come sostiene il Pro-Rettore Prof. Cuzzocrea, che una certa percentuale di ricercatori è risultata inattiva, i dati ai quali egli si riferisce riguardano il periodo 2004-2010 e dunque non rivestono alcun rilievo ai fini delle valutazioni a venire, sulle quali dovremmo concentrarci per evitare una seconda sonora bocciatura. Concordo sul fatto che un censimento delle attività di ricerca vada avviato da subito, ma non certo quello in relazione al periodo per il quale siamo già stati valutati. Ad una indagine conoscitiva e condotta con cognizione di causa sul triennio 2010-2013 e sugli anni a venire, credo nessuno di noi, a partire dalla sottoscritta, vorrà sottrarsi.
    4) Per quanto riguarda la trasparenza, invito la amministrazione a rendere disponibile e consultabile il quadro complessivo ed il dettaglio della distribuzione dei finanziamenti alla ricerca, inclusi i fondi che avrebbero dovuto costituire il tesoretto della fondazione che si intendeva istituire ed inclusi i copiosi fondi pon e per il rafforzamento strutturale arrivati ed in arrivo, in modo tale da mettere in relazione la produttività di ciascuno con l’entità dei finanziamenti percepiti.
    5) A quel genitore che si interrogava sulla opportunità di iscrivere i propri figli all’Università di Messina, mi sentirei di consigliarla, come farei nei confronti di chiunque, perché mi reputo parte integrante di essa e ad essa, insieme a pochi ma motivatissimi colleghi, cerco di dare il mio contributo al meglio delle mie possibilità. Senza trionfalismi, ma molto nel concreto, rivendico con orgoglio la preparazione dei ragazzi ai quali abbiamo conferito e continuiamo a conferire il titolo di studi.
    6) Invito coloro i quali insieme alla sacrosanta valutazione della ricerca abbiano a cuore la legalità e l’esigenza di far pulizia nel nostro Ateneo, a leggere il contenuto di una mia recente lettera aperta (https://sites.google.com/site/anduunime/hot-news-1/ilviziettoparteterza), che come le tante che la hanno preceduta (inclusa una al pro-Rettore Cuzzocrea, in merito alla VQR), non ha mai trovato risposta.

    Cordiali saluti
    Antonella Arena

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