Giunta: «Il nostro festival vuole contribuire al cammino di pace»

Giunta: «Il nostro festival vuole contribuire al cammino di pace»

francesco musolino

Giunta: «Il nostro festival vuole contribuire al cammino di pace»

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mercoledì 01 Agosto 2012 - 04:30

Tempostretto.it a tu per tu con il presidente della Fondazione Horcynus Orca

L’Horcynus Festival, la kermesse che si svolge sulla punta dello Stretto di Messina giunge alla sua decima edizione (29 luglio – 5 agosto) e per l’occasione ospita Israele e alcuni suoi rappresentanti artistici ed intellettuali di primo livello (come Tsibi Geva e Noa), sancendo a tutti gli effetti, come sia possibile trovare la strada per la pacifica convivenza in Medioriente partendo dal processo artistico, necessariamente legato a doppio filo con la società civile. Il presidente della Fondazione Horcynus Orca, Gaetano Giunta, ha dichiarato in esclusiva a Tempostretto.it: «Questa edizione segna una svolta, una crescita, una via per il dialogo per una ricerca di una pace necessaria».

La decima edizione sotto quale segno è nata?

«Come sempre è l’esito dei progetti di ricerca e di cooperazione culturale che la Fondazione Horcynus ha con la sponda Sud-SudEst del Mar Mediterraneo. Quest’anno il paese ospite è Israele e si tratta di un percorso di indagine sulle culture ebraiche, puntando ad interloquire con gli intellettuali indipendenti, cercando vie verso la pace e la convivenza dei popoli in Medioriente».

Un’edizione davvero molto ricca

«Sì, perché si intrecciano molti linguaggi e forme d’arte e contiene diversi eventi culturali di grande livello».

Ad esempio?

«Da Raiz sino a Noa, sarà una festa per tutte le fasce di pubblico. Fra l’altro proprio alla notissima cantante tributeremo un riconoscimento che avrà una doppia valenza, premiandone tanto le doti musicali che l’impegno civile e la militanza per la pace. Inoltre proponiamo tutto il teatro civile ma è senza dubbio interessante il percorso delle arti visive israeliani che si concretizza in primo luogo con la mostra di Tsibi Geva, il più famoso nome legato all’arte contemporanea nel Medioriente. Lui ha creato una installazione proprio per il festival, donandocela. Poi apriamo finalmente al pubblico l’archivio di video arte e cinematografia del Mediterraneo, frutto di questi dieci anni di attività. Si tratta di un archivio ricchissimo, uno fra i primi in Europa. Questo archivio avrà un’interfaccia molto particolare, un approccio scenografico interattivo, curato da Stefano Roveda di Studio Azzurro, che non potrà non colpire il pubblico».

Ci sarà spazio anche agli intellettuali israeliani?

«Certamente, visto che avremo la presenza di Ruth Calderon, un’intellettuale laica e raffinata che legge la Torah da un punto di vista laico e femminile, pur se con grande rispetto. Credo sia un progetto molto importante, un presupposto per uscire dal cortocircuito cui talvolta può condurre la religione».

Qual è stato la risposta delle comunità?

«L’interazione con le comunità interessate è stata molto positiva. Ovviamente abbiamo ricevuto il plauso della comunità israelita ma anche quella palestinese ha appoggiato questa decisione. Ciò è dovuto al fatto che gli intellettuali e artisti ospiti chiamati in causa sono spesso al lavoro con artisti palestinesi. Tutti loro credono possibile una convivenza pacifica per due popoli in due distinti stati».

Da Raiz a Lindo Ferretti, quest’anno avete pensato a maggiori eventi rivolti ai giovani…

«Certamente il linguaggio musicale scelto quest’anno è più giovanile. Il nostro lavoro, il nostro cammino non può fare a meno dei giovani e della loro energia. Sono convinto che l’arte possa aiutarci ad accostarci all’irriducibile complessità del mondo e dell’essere umano».

Il festival finirà il 5 agosto ma ripartirà presto.

«Sì partiremo in autunno, quando presenteremo le produzioni artistiche delle rivoluzioni arabe. A prescindere dall’esito, credo per molti inferiori alle attese o alle speranze, potremo confrontarci con una bella mole di materiale interessante tanto dal punto di vista artistico che dell’impegno civile».

Francesco Musolino

Un commento

  1. Gaetano giunta dovrebbe candidarsi alla segreteria dell’ ONU

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