Il buio incombe su Messina Due: il Comune e la ditta sono ancora in disaccordo

Il buio incombe su Messina Due: il Comune e la ditta sono ancora in disaccordo

Sara Faraci

Il buio incombe su Messina Due: il Comune e la ditta sono ancora in disaccordo

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giovedì 07 Febbraio 2013 - 11:03

Messina Due rischia di rimanere al buio. Il consigliere circoscrizionale, Santi Interdonato, scrive al Commissario straordinario, Luigi Croce, dopo l'intento manifestato nei giorni scorsi dall'Energy Manager di Palazzo Zanca, l'ingegnere Salvatore Saglimbeni. Chiesta l'attivazione di un tavolo tecnico

Rischiano di rimanere completamente al buio. E’ la spada di Damocle che – come reso noto dal consigliere della terza Circoscrizione, Santi Interdonato – pende sulla testa dei circa 1800 residenti della cosiddetta “Lottizzazione Montesanto”, meglio conosciuta come “Messina Due”.

E’ il risultato di una ingarbugliata matassa burocratico-amministrativa che ormai da diversi anni vede il Comune e la ditta immobiliare Montesanto (responsabile della lottizzazione della zona) sconfitti nel tentativo di fare chiarezza. Una situazione di stallo che ha generato solo incertezze tra i cittadini e un armadio straripante di faldoni, collocato presso il Dipartimento Urbanistica e che ha spinto l’Interdonato a farsi carico del problema indirizzando una comunicazione al commissario straordinario, Luigi Croce, all’Energy Manager del Comune, l’ing. Salvatore Saglimbeni, al dirigente del Dipartimento Urbanizzazioni primarie e secondarie, l’ing. Antonio Amato, all’architetto Vincenzo Schiera del Dipartimento Pianificazione Urbanistica del Comune di Messina e al Presidente della Terza Circoscrizione di Messina, Giovanni De Salvo.

Il nodo gordiano della questione è rappresentato dalla mancata realizzazione dell’atto di cessione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria da parte della Montesanto in capo al Comune di Messina. Impasse determinata dalla mancata corrispondenza tra il progetto di lottizzazione approvato e le opere poi realmente effettuate dalla ditta, in violazione del programma d’intesa che regolava il rapporto tra le parti. In altri termini, l’intoppo starebbe nel fatto che il Comune non può legittimamente considerarsi titolare delle opere compiute all’interno dell’area che restano nella proprietà dell’impresa responsabile dei lavori.

Un tira e molla tra le due parti in causa che ha indubbiamente la sua ragion d’essere ma che ormai da parecchi anni espone i cittadini a una miriade di disservizi e spese non previste e che minaccia adesso di giungere ad una delle conclusioni più infauste, quella dell’interruzione del rapporto contrattuale che lega Palazzo Zanca all’Enel con riguardo all’erogazione di corrente elettrica nell’area Montesanto.

L’assenza di illuminazione e il corrispondente plausibile disagio sarebbe solo la punta di un più temibile iceberg – come fa notare l’Interdonato – e infatti la zona si ritroverebbe a dover fare i conti non soltanto con i possibili pericoli derivanti per l’incolumità pubblica ma anche con un improvviso scompiglio che getterebbe l’intera area in una situazione di disordine pubblico. Il Comune così facendo si assumerebbe, dunque, una gravosa responsabilità che certo potrebbe evitare trovando un accordo con l’impresa immobiliare.

Oltretutto, il consigliere evidenzia nella sua nota come il Comune, negli anni trascorsi, abbia fatto uso del lotto come “cosa propria”, gestendone strade, spazi e vie d’accesso ma anche fruendo del transito veicolare lungo la carreggiata di via Salita Contino dove ha, tra l’altro, provveduto pure all’istallazione di un capolinea per l’autobus n.39. Sono poi sotto gli occhi di tutti i cassonetti per la raccolta di rifiuti solidi urbani e per la raccolta differenziata, dislocati nella zona sempre dai vertici di Palazzo Zanca, così come i dissuasori di sosta posti nel tratto iniziale della stessa via Salita Contino.

Un atteggiamento che certo mal si concilia con il proposito adesso manifestato in persona dell’Energy Manager del Comune, l’ing. Salvatore Saglimbeni, di tagliare l’illuminazione nelle medesime aree e di richiedere addirittura un risarcimento per l’energia elettrica sinora garantita.

Necessaria alla risoluzione del problema, una perizia di variante tecnica che consenta finalmente il passaggio di proprietà delle opere in capo al Comune. Strada già battuta in passato ma conclusasi con un buco nell’acqua a causa di un aumento di volumetria inserito nella stessa variante dalla ditta e che avrebbe provocato il rifiuto del Dipartimento Urbanistica di accettarla.

Che l’obiettivo di primaria importanza sia quello di effettuare quanto prima il passaggio di proprietà è convincimento condiviso da tutte le parti in causa. Un primo approccio presso il Dipartimento Urbanistica si è avuto la scorsa settimana e ha rivelato il confortante intento delle parti di venirsi incontro. Lo stesso ingegner D’Andrea, titolare della Immobiliare Montesanto, ha manifestato la disponibilità a cooperare per giungere ad un’equa soluzione sul piano tecnico e amministrativo e della circostanza è già stato fatto cenno anche all’architetto Massimo Celona, l’istruttore tecnico della pratica.

Interdonato auspica però la tempestiva attivazione di un tavolo tecnico che consenta la concreta individuazione di un percorso idoneo da intraprendere ma soprattutto scongiuri nell’immediato la messa in atto dell’infausto proposito di lasciare tutti al buio. (Sara Faraci)

Un commento

  1. “Il nodo gordiano della questione è rappresentato dalla mancata realizzazione dell’atto di cessione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria da parte della Montesanto in capo al Comune di Messina.”

    Magnifico, veramente magnifico : io quindi rischio di dovermi recare al buio a trovare i miei amici che risiedono in quella zona e loro rischiano di non poter usare : ascensori, frigorifero, freezer, condizionatori, computer, tv, stereo, lampade, lampadari, antifurto domestici, l’autoclave e quant’altro …. sol perché manca quel semplicissimo e fondamentale pezzo di carta.

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