Brolo: i "fantasmi" dei mutui agitano ancora le acque tra denunce e polemiche

Brolo: i “fantasmi” dei mutui agitano ancora le acque tra denunce e polemiche

Rosaria Brancato

Brolo: i “fantasmi” dei mutui agitano ancora le acque tra denunce e polemiche

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domenica 08 Febbraio 2015 - 23:05

I “fantasmi” dei mutui accesi dal Comune agitano ancora le acque a Brolo. Il neo sindaco ha presentato un esposto denunciando ipotesi di “Tribune d’oro”. Intanto uno degli arrestati punta il dito contro il deputato Pd Laccoto che respinge ogni accusa e sporge querela per calunnia. Il renziano però finisce al centro delle polemiche dopo l’assegnazione della farmacia al figlio Pietro, risultato tra i 222 vincitori in Sicilia.

Sullo sfondo lo scontro tra due gruppi politici e mentre nel governo Renzi Pd ed Ncd filano d’amore e d’accordo a Brolo i due blocchi si sfidano per la guida del territorio. Così la partita tra il gruppo che fa riferimento al deputato regionale Giuseppe Laccoto (Pd) e quello legato all’altro deputato regionale, Nino Germanà (Ncd) si gioca su tutti i tavoli, da quello giudiziario a quello amministrativo. All’inchiesta dei mutui fantasmi a Brolo per la quale i magistrati hanno chiesto una proroga d’indagini e che potrebbe portare a nuovi sviluppi e nuovi filoni, il settimanale S in edicola da sabato ha dedicato un’approfondita inchiesta, firmata da Davide Gambale e che punta i riflettori su una vicenda che continuerà a far parlare.

Il punto di partenza è l’operazione “Mutui fantasma” che ha portato, lo scorso 18 agosto ad una serie di arresti, tra i quali l’ex sindaco di Brolo, Salvatore Messina (che si era dimesso dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia nel dicembre 2013), il responsabile della ragioneria Carmelo Arasi ed altri 4 impiegati comunali (vedi articolo allegato). Al centro dell’inchiesta i mutui contratti dall’amministrazione comunale per la realizzazione di un Palazzetto dello sport e l’adeguamento alla normativa antisismica della scuola. Strada facendo l’indagine si è allargata e ramificata, tanto che a dicembre i magistrati hanno chiesto una proroga e nuovi capitoli sembrano spuntare all’orizzonte dopo che il neo sindaco di Brolo, Rosaria Irene Ricciardello (cognata di Nino Germanà) ha presentato appena venti giorni fa, il 19 gennaio, un dettagliato esposto alla Procura di Patti ed ala Corte dei conti in merito ad altri mutui contratti dal 2007 in poi dal Comune di Brolo. Ma non è la sola novità, perché dagli interrogatori di garanzia condotti dal gip Ines Rigoli alla presenza dei sostituti procuratori Rosa Raffa e Francesco Bonanzinga sono emersi particolari che coinvolgerebbero il deputato regionale renziano Giuseppe Laccoto, che comunque non è iscritto nel registro degli indagati ed ha già querelato la persona che ha fatto le accuse nei suoi confronti. Una degli impiegati finiti agli arresti domiciliari infatti, Antonella Campo, nel corso dell’interrogatorio ha raccontato di alcuni retroscena sul come venivano spesi i soldi provenienti dai mutui contratti: “I soldi dei mutui sono stati spesi, sì, tra pallavolo, cose varie, ditte compiacenti, l’onorevole…” e alla domanda su chi fosse l’onorevole in questione ha risposto: “Laccoto. Mi sono documentata, l’onorevole con le ditte si è costruito la villa in contrada Malpertuso. In poche parole le ditte gonfiavano le fatture, perché avevano fatto lavori per il Comune. Sono andata a controllare,sono stati fatti molti pagamenti”. Sempre la Campo accusa il deputato d’aver fatto lavorare nella sua segreteria politica, in campagna elettorale, alcuni impiegati comunali che avrebbero ricevuto l’integrazione oraria dal Comune. Laccoto smentisce ogni accusa ed ha querelato la Campo per calunnia spiegando che la sua villa è stata costruita nel 2001 mentre i fatti raccontati sarebbero avvenuti ben 11 anni dopo, nel 2012. Anche le vicende relative ai mutui sono successive alle sue dimissioni da sindaco di Brolo. “Contro di me solo schizzi di fango- ha dichiarato ad S il deputato- Se ci fosse stata qualcosa sarebbe già venuta fuori. La mia condotta amministrativa è cristallina. Se mai dovessi avere qualche problema non solo mi dimetto da deputato ma mi ritiro dalla vita politica”.

Nei fascicoli dell’inchiesta di agosto è finita anche la strana storia delle statue dell’Oasi degli dei, un mistero da romanzo giallo. Il 23 marzo del 2011 all’attenzione del sindaco di Brolo Salvatore Messina arriva un preventivo da 62 mila euro per l’acquisto di quattro statue che fanno parte della collezione “Oasi degli dei” dell’artista Giorgio Verdura:

“Come da accordi intercorsi con la dottoressa Giovanna Lorenzo si procede ad inviarvi il preventivo richiesto delle seguenti statue: Tritone, Pegaso, Zeus e Medusa”. Che fine abbiano fatto gli dei dell’Olimpo inviati da Piombino a Brolo, con tanto di ordine di acquisto datato 22 marzo 2013 non è dato saperlo, perché nel comune di Zeus e compagni, nonostante siano stati commissionati dall’amministrazione ma mai pagati ufficialmente non c’è traccia. La guardia di finanza non ha trovato tra le carte sequestrate alcuna attestazione di pagamento e il legale della famiglia Verdura nei mesi scorsi ha anche mandato un sollecito di pagamento al Comune di Brolo. Le statue quindi hanno lasciato Piombino ma non si sa dove siano finite.

Ad aggiungere benzina sul fuoco ci ha pensato il neo sindaco Rosaria Irene Ricciardello che nei giorni scorsi ha spedito alla Procura di Patti ed alla Corte dei Conti una querela frutto di una relazione richiesta agli uffici del Comune sui mutui contratti dal 2007 in poi. Nell’esposto presentato il 19 gennaio il sindaco denuncia irregolarità riscontrate nelle istanze relative a 3 mutui contratti dal 2007 in poi: uno da oltre 333 mila euro per l’ampliamento della rete di distribuzione del metano, uno da 633 mila euro per la costruzione di 8 alloggi popolari ed infine un terzo da 291.500 euro per un intervento alle tribune modulari della palestra comunale. In particolare è sul terzo mutuo che la Ricciardello si sofferma definendo “allarmante e con profili gravissimi” l’operazione che avrebbe portato all’accensione di un primo mutuo con la Cassa depositi e prestiti il 26 ottobre del 2007 per un intervento alle tribune modulari della palestra comunale per un importo di 291.500 euro e di un successivo mutuo, questa volta con l’Unicredit Spa filiale di Brolo, per lo stesso importo e per le stesse opere. Le rate, per 20 anni, sarebbero state di oltre 11 mila euro e semestrali. Quindi, conclude la Ricciardello, doppio mutuo e doppie rate per 20 anni.

“Tale situazione- scrive il sindaco- mi fa pensare ad una specie di mutuo Fantasma "Tribune D’Oro" perché alla Comunità di Brolo, la realizzazione di una parte delle tribune della palestra comunale (per lavori di circa €150.000,00) ha prodotto un indebitamento finanziario di circa € 950.000,00 con doppie rate e doppio mutuo che gravano e graveranno sulle casse del Comune per 20 anni. Con un ingentissimo ed evidentissimo danno erariale causato all’Ente. Dagli atti emergono una serie di irregolarità ed illiceità nelle procedure di formazione della richiesta di mutuo, presentazioni delle istanze, gestione delle pratiche e utilizzo e gestione delle relative somme. La pluralità delle condotte, il sistema criminale riscontrato e le reiterazioni dei comportamenti mi fanno ritenere che possa esistere una vera e propria associazione a delinquere e che tutti i fatti siano collegati anche del vincolo della continuazione”.

E se sul versante inchiesta mutui fantasma l’onorevole Laccoto rispedisce al mittente tutte le accuse e parla di “complotto per distruggermi”, si apre un nuovo fronte di polemiche dopo la pubblicazione, da parte della Regione della graduatoria dei vincitori che potranno aprire in Sicilia le nuove farmacie. Un concorso per soli titoli con l’assegnazione dei punteggi in base a titoli accademici, master, pubblicazioni. Tra i 222 prescelti dalla Commissione esaminatrice (nominata dall’assessorato) che ha spulciato 1800 domande (222 fortunati tra i quali, neanche a dirlo, giovani rampolli della Sicilia bene, del mondo universitario, figli e nipoti d’arte e parenti di politici) al 25 esimo posto c’è proprio il figlio di Giuseppe Laccoto, Pietro, insieme ad altri soci, con capofila Tindara Fioravanti. Ma il figlio del deputato regionale Pd è in buona compagnia, perché c’è anche Patrizia Cascio, sorella del deputato regionale Ncd Francesco Cascio, ex presidente dell’Ars. Ulteriori polemiche ha suscitato l’assegnazione di una farmacia a Rosalia Traina dirigente del servizio farmaceutico dell’assessorato alla sanità, assessorato che ha predisposto il bando. La Traina è andata in pensione dopo la pubblicazione del concorso ma è rimasta in assessorato come consulente a titolo gratuito ed ha partecipato (suscitando anche le ire del M5S), risultando poi tra i vincitori.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. la sicilia muore di fame e questi-……………… fanno quello che fanno da 60 anni

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  2. la sicilia muore di fame e questi-……………… fanno quello che fanno da 60 anni

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