Il “Far west” della cartellonistica: ecco perché tutti gli impianti pubblicitari in città sono abusivi

Il “Far west” della cartellonistica: ecco perché tutti gli impianti pubblicitari in città sono abusivi

Il “Far west” della cartellonistica: ecco perché tutti gli impianti pubblicitari in città sono abusivi

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lunedì 26 Settembre 2011 - 22:39

Mesi di corrispondenze tra gli uffici di Palazzo Zanca ed una certezza: nessun impianto ha la concessione di occupazione del suolo pubblico. I controlli toccherebbero alla Polizia municipale, che però non ha personale. Aspettando un Piano generale per cui verrà pagata una ditta esterna

«E’ stato riscontrato che tutte le aziende pubblicitarie gestiscono, nel territorio comunale di Messina, impianti pubblicitari installati abusivamente in quanto nessun impianto risulta munito di concessione Cosap». Così, nel giugno scorso, l’allora dirigente al Patrimonio, Natale Castronovo, rendeva “ufficiale” un caso che, per certi versi, ha del clamoroso e che riguarda una sorta di “far west” della cartellonistica e degli impianti pubblicitari in città. Nessuno ha la concessione Cosap, ossia la Concessione per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. Nessuno è in regola, tutti sono abusivi. Anche se hanno pagato l’imposta tributaria, che è cosa diversa dalla Cosap. Non solo. Lo stesso dipartimento rende noto che «parecchi impianti pubblicitari abusivi risultano installati in contrasto con le norme dell’articolo 51 del Dpr n. 495/92», ossia del Codice della Strada, che ha regole precise per l’installazione di impianti nei centri urbani, vietandola, ad esempio, negli incroci. Ma molti non la rispettano, come ha riconosciuto a luglio il dirigente del dipartimento Tributi, Romolo Dell’Acqua, che in una nota ha parlato di «totale stato di abusivismo», di «stato di illegittimità», di fronte al quale necessario era ed è «una ricognizione completa degli impianti presenti sul territorio comunale, allo scopo di frenare detto abusivismo e di provvedere alla conseguente rimozione di tutti gli impianti collocati in violazione alle norme del Codice della strada».

Chi deve farla questa ricognizione? E chi dovrebbe rimuovere gli impianti? La Polizia municipale. Alla quale, ha ricordato Dell’Acqua, il suo dipartimento , «ha provveduto, tempestivamente, a fornire tutti gli elenchi degli impianti pubblicitari delle aziende che hanno presentato la dichiarazione ai fini dell’imposta comunale sulla pubblicità, al fine di agevolare il Corpo di Polizia municipale nell’attività di repressione degli abusivi». Lo aveva evidenziato pure Castronovo, sottolineando alla Polizia municipale stessa «la necessità e l’urgenza di eseguire gli accertamenti per verificare e individuare tutti gli impianti pubblicitari installati nel territorio comunale messinese in contrasto con le norme del Codice della Strada». Alla Polizia municipale il dipartimento Patrimonio aveva pure fornito «un elenco costituito da 763 impianti pubblicitari gestiti da otto aziende pubblicitarie, evidenziando che il predetto elenco non era esaustivo per la presenza di impianti gestiti da altre aziende pubblicitarie non comprese nel medesimo».

Ma la Polizia municipale ha risposto “picche” alle richieste dei due dipartimenti comunali. Non una ma due volte, l’ultima delle quali il 15 settembre scorso, attraverso una nota del commissario ispettore superiore Felice Sturniolo. Quest’ultimo, in sintesi, ha evidenziato che «ribadendo l’esiguità del numero dei componenti la sezione e ricordando l’enorme mole di lavoro giacente relativa agli anni precedenti (circa 2000 richieste di accertamenti Tarsu da espletae), cui si sono aggiunti ulteriori 1300 richieste riferite al primo semestre 2011, questa sezione non è in grado di poter garantire entrambe le attività accertative. Considerato che l’eventuale censimento degli impianti pubblicitari necessiterebbe un periodo di tempo non inferiore a 24 mesi, si chiede di individuare le priorità da seguire». Insomma, o la Tarsu o la Cosap. Non si può far tutto. Nemmeno se a chiederlo è il comandante Calogero Ferlisi, che di fronte agli allarmi lanciati dal Comune aveva garantito che «questo comando, compatibilmente con le altre improrogabili esigenze di servizio, effettuerà con sollecitudine le dovute verifiche, al fine di accertare e reprimere le irregolarità eventualmente riscontrate».

Del resto proprio Ferlisi aveva riconosciuto l’esigenza di realizzare «un puntuale piano di localizzazione degli impianti pubblicitari, la cui carenza determina attualmente una situazione di deregulation del sistema». Infatti l’assenza di regole provoca, inevitabilmente, ingiustizie: «Pervengono esposti – ha sottolineato Dell’Acqua – da parte di talune associazioni di categoria che lamentano la evidente disparità di trattamento tra i soggetti che hanno ritenuto di dover versare, spontaneamente o su richiesta del dipartimento Patrimonio, il canone relativo agli impianti pubblicitari di proprietà e tra coloro che invece continuano a non versare il relativo canone». Il Far West, appunto. Al quale gioverebbe, eccome, un Piano generale degli impianti pubblicitari. Un tentativo di creare una sorta di “Piano regolatore” degli impianti lo aveva fatto l’amministrazione Genovese, con l’assessore Centorrino, ma tutto fu stoppato e annullato dal Cga perché la suddivisione in tre “lotti” della città avrebbe creato i presupposti per dei veri e propri monopoli. Ma dopo quel tentativo, il nulla. Quando se n’è tornato a discutere, nel giugno scorso, il dirigente dell’Urbanistica Giovanni Caminiti ha spiegato che, tenuto conto della complessità dell’operazone, si dovrebbe «procedere mediante affidamento esterno dell’incarico di redazione del Piano a ditta specializzata che garantisca, altresì, tempi brevi». E così è stato deciso in quella conferenza dei servizi cui hanno partecipato anche il comandante Ferlisi, Dell’Acqua, Castronovo ed il componente del collegio di difesa del Comune, avv. Nino Parisi. In attesa del Piano, però, c’è da risolvere il “caso Cosap”. Ci aveva provato l’assessore al Patrimonio e vicesindaco Franco Mondello, con una delibera di giunta prima, che dava mandato di «riscuotere i canoni di concessione di occupazione per spazi ed aree pubbliche dovuti all’Amministrazione relativi agli anni dal 2003 ad oggi» (delibera del febbraio 2009), con degli indirizzi precisi al proprio dipartimento poi. «Di tutto ciò si è realizzato ben poco», ha però dovuto ammettere Mondello in una nota che fa parte del continuo botta e risposta che ha caratterizzato il poco idilliaco rapporto col proprio dirigente (da qualche mese sostituito) del Patrimonio.

Scaramucce, fermi biologici della burocrazia, segnali di resa da parte di un Corpo, quello della Polizia municipale, sempre più all’osso. Tante le cause, una la conseguenza: l’assenza di regole, l’assenza di chi fa rispettare quelle poche che ci sono, l’assenza di giustizia. In una parola, anarchia.

10 commenti

  1. “…tenuto conto della complessità dell’operazone, si dovrebbe «procedere mediante affidamento esterno dell’incarico di redazione del Piano a ditta specializzata …”
    se non sapete fare le cose andatevene a casa anzichè affidare l’incarico ad altri con relativa parcella!! in più avete dimenticato che ogni impianto o insegna pubblicitaria visibile dalla strada (molti nella S.S.114) devono avere anche l’autorizzazione dell’anas!!!
    a proposito com’è finita col piano spiagge? ve lo faccio io? se non siete capaci ditelo tranquillamente, no problem! anch’io esperto a titolo gratuito ovviamente…

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  2. una volta per far venire i vigili urbani alla scuola di paradiso alle otto del mattino ci sono voluti 2 giorni di telefonate, un incidente, e chiamate a:
    comando vigili urbani (2 chiamate), che mi ha rimbalzato a melino capone (segreteria, 14 telefonate perché nessuno rispondeva fino alle 11), che mi ha rimbalzato a un assessorato dei lavori pubblici (1 telefonata), che mi ha rimbalzato di nuovo a melino capone, che mi ha rimbalzato all’urbanistica non so perché (forse perché c’erano i lavori in corso sulla consolare pompea, in quel periodo). Alla fine si era fatto mezzogiorno e mezza, ho richiamato i vigili urbani e ho detto che fanno pena, perché un cittadino ha diritto di chiedere una pattuglia di vigili urbani ogni mattina davanti a una scuola super affollata, e che siamo veramente alla frutta… schifo di corpo, non fanno niente e si lamentano di essere pochi, tutti negli uffici a fari i zuca nchiostru! vergogna!!!

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  3. marianna.muscara 27 Settembre 2011 07:43

    Non è assolutamente vero che non c’è personale comunale che si possa occupare della cartellonistica pubblicitaria. E posso dirlo in quanto uffici municipali hanno trovato un anno fà il tempo di calcolare di quanto sporgevano le insegne dei negozi messinesi e su questi rilevamenti imporre multe salate agli unici cittadini che a messina producono reddito. E’ per questo motivo che oggi vedete attività prive di insegne.
    Il fatto che la città pulliuli di cartelloni senza permessi sembra più un tacito accordo tra chi li gestisce e chi dovrebbe EQUAMENTE amministrarci.

    VERGOGNA!!!

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  4. marianna.muscara 27 Settembre 2011 08:58

    Non vedo il mio commento!?!?!?

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  5. In questi anni la parola mafia è stata citata, sfruttata, abusata talmente tanto che ormai nessuno saprebbe più darne una definizione. Ci provo io.
    Nel settembre 2009 ho fatto al comune richiesta di autorizzazione per l’installazione di un impianto a LED. Ho presentato tutti i nulla osta necessari per ottenerla, ma nessuna risposta dal comune. Il 14 settembre 2010 installo l’impianto. Il 21 settembre 2010 una raccomandata del comune risponde negativamente alla concessione dell’autorizzazione. Il 22 settembre con un’altra raccomandata mi si notifica l’avvio del provvedimento di oscuramento e rimozione dell’impianto. Il 4 Ottobre 2010 una delegazione di quei pochi vigili urbani di messina e di zelanti burocrati del comune procedono all’oscuramento del tabellone.
    Ma come? in 10 mesi nessuna risposta da parte del comune (deve pervenire per legge entro 90 gg dalla richiesta, silenzio assenso? ah no, per la cartellonistica stradale non vale, sai… il codice della strada è sovrano). Si ok, ma il tabellone è sul suolo privato! Eh no, qui al comune di messina siamo precisi: no autorizzazione per suolo pubblico, no per privato. E in tutti gli altri comuni di Italia? Lì l’autorizzazione sul privato la danno! Ah si? Si! E dove, al nord? No, no a Milazzo! E che mi dice del tabellone a LED che è attivo da 7 mesi a santa margherita? Oscureremo anche quello! E di quei monitor che sporgono all’incrocio della via primo settembre con la via garibaldi? Quali? Come quali! Ma li controllate i tabelloni? Avete visto quanti ce ne sono agli incroci? Secondo il codice della strada (sovrano) non ci possono stare! Ah sì, è vero sa, ma ci sono da tanto tempo… Faccia una denuncia! Una denuncia? Al momento siamo in appello al CGA.

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  6. Si licenzino i vigili urbani non in grado di effettuare il servizio, e si proceda al nuovo concorso. Con genovese era pronto un concorso che poi con Buzzanca si trasformò in un altro concorsino con validità annua.
    Si faccia presente al prefetto il bisogno di uomini, si richiedano i soldi “al governo amico”.

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  7. “I controlli toccherebbero alla Polizia municipale”…

    e i 450 vigili assunti con l’ultimo concorso, nel 1994 mi pare, che suscitò numerose polemiche fin dalla prima prova scritta, tanto che fu annullata per vizio di forma, e parecchie denunce per irregolarità e favoritismi durante gli orali(è cronaca, vediamo di non censurarla !), che fine hanno fatto ?

    Nei primi mesi dopo l’assunzione erano ovunque…adesso non si vede un vigile in giro nemmeno con il binocolo, e questi sono fatti !

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  8. Tra le carenze di organico, pare che all’appello manchino i circa 450 assunti agenti di polizia municipale assunti successivamente al concorso indetto nel 1994…mi chiedo dove siano dislocati adesso costoro…

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  9. Domanda:
    Se un centauro o automobilista finisce contro un cartellone pubblicitario chi paga i danni?
    E se il malcapitato malauguratamente ci lascia la vita in un palo selvaggio che swerve a sostenere un cartellone chi viene accusato di omicidio colposo?
    vergogna, e molto piu’ facile fare multe per divieto di sosta che reprimere lobby che hanno il monopolio della pubblicita’ cartellonistica selvaggia, forse sono amici degli amici?
    o pagano un altra tassa occulta che si chiama pizzo ?
    A buon intenditore poche parolV

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  10. Avete pretese assurde. Pensate che i vigili urbani, la cui assenza dalle strade è la causa principale del traffico caotico di questa città, solo perchè pagati debbano anche lavorare?

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