Buttafuoco: "non saranno i politici a salvare la Sicilia, tocca ai siciliani"

Buttafuoco: “non saranno i politici a salvare la Sicilia, tocca ai siciliani”

Alessandra Serio

Buttafuoco: “non saranno i politici a salvare la Sicilia, tocca ai siciliani”

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venerdì 29 Dicembre 2017 - 10:08

Il giornalista presenta la sua "Strabuttanissima Sicilia" a Barcellona e, in vista delle prossime politiche, racconta la "scozzolatura dei bastardoni" di Totò Cuffaro. Quale altra rovina dopo Crocetta? E dopo Micciché?

“Non è la politica che salverà la Sicilia. Devono farlo i Siciliani, tocca a noi, cominciando dalle piccole cose di ogni giorno”. Cominciando dall’indignazione, parrebbe, a leggere l’ultimo libro di Pietrangelo Buttafuoco, a Barcellona per presentare appunto “Strabuttanissima Sicilia. Quale rovina dopo Crocetta?”. Conversando con Giuseppe Sottile – coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia – in un Auditorium dell’Oasi gremito, Buttafuoco ha ripercorso il viaggio tra i mille volti dell’isola che ama di un amore appassionato, come tutti i siciliani che non si sono appunto arresi alla rassegnazione. Volti che ha tratteggiato col suo consueto tratto maestro, attraverso pennellate di umanità, poesia, ironia e cronaca. Ecco quindi le figure dei governanti siciliani, da Rosario Crocetta naturalmente, ai “vicerè” Lumia e Micciché.

Ripercorrendo l’ultima legislatura Buttafuoco mostra come “il re è nudo” e come questa classe di governanti devasta la Sicilia, ferma al palo delle strade che non ci sono, del turismo che non decolla, dell’agricoltura fagocitata. Spogliata della retorica antimafia, che copre la mala gestione sotto il velo della criminalità “Brucia la Sicilia, i forestali intervengono dopo due giorni perché sono ad un corso di informazione. Ma la colpa è della mafia..” della classe politica siciliana non restano che profili da show televisivo quando non grotteschi e lombrosiani.

A leggere Buttafuoco viene da ridere, e il libro si legge come sempre tutto d’un fiato. E, pure, alla fine, resta quell’amaro in bocca perché c’è poco da ridere. Ci sono le strade fantasma, c’è una regione al collasso, c’è il turismo che non decolla e l’agricoltura che muore, ma noi siciliani sembriamo averci fatto il callo: non protestiamo, non ci indigniamo, non chiediamo interventi concreti. Ecco perché non possono essere i politici a salvarli, se non siamo noi a voler essere salvati.

Il giornalista punta il dito anche "oltre lo Stretto": "all'informazione nazionale interessa raccontare soltanto i folkloristici politici siciliani, non il disastro quotidiano".

La Strabuttanissima Sicilia non sarà redenta, fino a quando non vorrà esserlo davvero.

Nel libro,infine, spiccano due capitoli. Il viaggio del giornalista ennese a Lampedusa sulle orme del racconto di Davide Enia, tra i corpi devastati dei màrtiri del mare e i racconti dei gesti di pìetas assoluta di cui soltanto gli uomini che abitano sulle rive del Mediterraneo sono forse capaci, nel loro essere depositati di un’atavica accoglienza di memoria omerica. I gesti dell’operatore dell’obitorio di Lampedusa, ad esempio, che mette la croce sulle migliaia di tombe anonime di migranti, anche se sono musulmani per “farli come nui”. Gesti che restituiscono dignità umana all’umanità tutta, troppo spesso “disumana” nel voltare lo sguardo.

Infine l’intervista all’alba a Totò Cuffaro, vero deus ex machina delle ultime elezioni, che attraverso la metafora della “scozzolatura dei bastardoni” i succulenti fichi d’india della tarda raccolta, racconta che elezioni non finiscono mai, e che la campagna elettorale appena chiusa riserva ancora promesse, che saranno rivelate alle prossime politiche, dove tanti nomi che sembravano essere “caduti” alla scorsa tornata, potrebbero tornare in auge. Un’altra finissima pratica politica siciliana, questa della “scozzolatura dei bastardoni”, praticata come sempre…in culo ai siciliani.

All’incontro a Barcellona, organizzato dalle associazioni APS Aria Nuova di Carmen Bruno e Prima il Territorio di Antonio Catalfamo, oggi capogruppo Fratelli d’Italia all’Ars, hanno partecipato anche i sordi, grazie al servizio di interpretariato LIS (lingua italiana dei segni).

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