La lunga giornata dei rifiuti: disservizi, cause, strategie, accuse

La lunga giornata dei rifiuti: disservizi, cause, strategie, accuse

Francesca Stornante

La lunga giornata dei rifiuti: disservizi, cause, strategie, accuse

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giovedì 27 Aprile 2017 - 16:55

Prima il liquidatore Giovanni Calabrò ha incontrato i lavoratori di Messinambiente, ma l'esito dell'incontro ha scatenato una durissima reazione della Fp Cgil e adesso si rischia la frattura tra governance e lavoratori. Rientra invece lo scontro a distanza con l'assessore Ialacqua, ecco il piano per il mese di maggio.

Disservizi da fronteggiare, lavoro da organizzare in base a continue emergenze e carenze, spazzatura che aumenta sulle strade. Quello che sta accadendo in questi ultimi giorni nel settore rifiuti è lo specchio esatto di una situazione che non regge, di scelte che si dovevano fare molto tempo fa e che oggi si rincorrono a fatica, di soluzioni tampone, è la testimonianza che buone intenzioni e impegno non bastano quando ci si muove nell’intricato mondo dei rifiuti e di Messinambiente. Anche oggi è stata una giornata lunga e fitta, tra riunioni, faccia a faccia, incontri e scontri. Il clima è teso e se da un lato sembra rientrare, almeno pubblicamente, la querelle tra l’assessore Daniele Ialacqua e i vertici di Messinambiente, adesso pare pronto a esplodere il fronte occupazionale nei confronti della gestione Calabrò. Reazioni a catena continue che disegnano perfettamente che cos’è Messinambiente e quanto sia complicato capirne meccanismi e ingranaggi.

Oggi Giovanni Calabrò ha convocato i responsabili dei vari settori di Messinambiente per un’assemblea che ha preceduto la riunione tecnica indetta poi dall’assessore Ialacqua a Palazzo Zanca. «Ho riunito i dipendenti per verificare insieme a loro la situazione attuale, discutere delle difficoltà nei servizi che stiamo riscontrando, ma soprattutto ho cercato di dare un ultimo sprone al personale. Ho chiesto loro un atto di orgoglio per risollevare l’immagine della società e dello stesso personale» spiega Calabrò che chiede comprensione per lavoratori che da anni vivono in uno stato di precarietà e che sono stati sempre considerati carne da macello su cui addossare ogni colpa. «Ho chiesto loro un ultimo sacrificio, anche se comprendo che hanno già dato tanto. Il futuro sarà il loro e dunque devono farlo per questo» ha detto Calabrò. Dunque una riunione che, stando alle parole del liquidatore, è stata soprattutto l’occasione per tentare un’ultima iniezione di fiducia.

Proprio dai lavoratori e dai rappresentanti della Funzione Pubblica della Cgil arriva però una versione totalmente opposta sull’assemblea. E adesso si rischia davvero la frattura tra governance e operai: «Il liquidatore Calabrò per giustificare le pecche dell’organizzazione del lavoro affidata ai suoi luogotenenti ha messo in scena il gioco dello scarica barile, accusando i lavoratori di creare dei disservizi» dicono senza mezzi termini la segretaria generale della Fp Cgil Clara Crocè e il segretario provinciale Carmelo Pino. I sindacalisti hanno letto la riunione come una reprimenda del liquidatore nei confronti degli operatori della partecipata, rimasti sconcertati di fronte ad accuse improprie. «Le maestranze, nel respingere i toni offensivi utilizzati dal Liquidatore, non possono fare a meno di manifestare la propria amarezza. Nessun ringraziamento per l’impegno profuso in questi momenti di grande confusione, nonostante i mezzi siano sempre più vetusti e spesso fuori uso. Gioca facile il liquidatore – continuano Crocè e Pino- invece di addebitare responsabilità ai suoi luogotenenti lancia accuse del tutto gratuite e fuorvianti. I lavoratori si aspettavano un altro trattamento».

Amaro anche il commento dei lavoratori della Cgil: «Piuttosto che fare squadra, il liquidatore aumenta le divisioni e malumori». Per la Fp Cgil, che già in passato aveva duramente attaccato la gestione Calabrò, “non resta che sperare che si chiuda presto questa pagina e si possa ripartire con la nuova società ed una nuova governance”.

Un’atmosfera che dunque si surriscalda sempre più e che rischia di causare ulteriori disagi e disservizi alla città, oltre alle già pesanti carenze con cui combatte quotidianamente Messinambiente. I lavoratori, tra l’altro, hanno provato a farsi ascoltare anche dall’assessore Ialacqua: «Non abbiamo mezzi, non abbiamo vestiario, la decisione di non lavorare il sabato fa aumentare a dismisura la spazzatura per strada e poi recuperare diventa impossibile con i pochi mezzi disponibili. In questo modo vorremmo capire dove sono i risparmi per Messinambiente».

La questione rifiuti è stata poi al centro della riunione di circa due ore che l’assessore Ialacqua ha convocato al Comune, chiamando a raccolta non solo il liquidatore Calabrò ma tutti i responsabili dei vari servizi per analizzare nel dettaglio le criticità.

«Ho illustrato le problematiche e i disservizi che in questi giorni ho avuto modo di raccogliere e ho chiesto chiarimenti sull’andamento dei servizi» spiega Ialacqua. Le osservazioni fatte dagli uomini di Messinambiente hanno messo in luce che le cause sono tante: innanzitutto un’illegalità diffusa e in aumento. «Non si rispettano gli orari per buttare la spazzatura né il divieto di gettare i rifiuti il sabato. Troppi commercianti lasciano i rifiuti per strada addirittura dopo i turni di raccolta, il porta a porta stenta a decollare e si registra una strana migrazione di spazzatura per esempio nelle zone vicine a quelle in cui sono stati tolti i cassonetti, come da Castanea a San Michele». Poi ci sono i soliti problemi strutturali, i mezzi vetusti, il rapporto con la nuova discarica che rallenta la raccolta per gli orari di accesso al sito. Una delle criticità più complicate sono ancora i mercati, dove il porta a porta non riesce a decollare, ad aggravare la situazione ci sono gli ambulanti abusivi che lasciano tutto nei cassonetti stradali e anche su questo fronte Messinambiente ha chiesto aiuto e controlli.

Alla fine tutti d’accordo per tentare uno sforzo per questo mese di maggio e vedere se si riesce a correggere il tiro: Messinambiente ottimizzerà e potenzierà il servizio di raccolta, soprattutto in determinate zone; l’assessore Ialacqua punterà a riavviare un dialogo più mirato con le associazioni di categoria per il porta a porta commerciale; si intensificheranno i controlli sul territorio; si andrà nei quartieri per verificare scerbatura e spazzamento. L’obiettivo è fare tutto in modo sinergico e vedere come andrà questo mese. «Speriamo che agli sforzi operativi corrisponsano quelli amministrativi» ha detto Calabrò alla fine. E di sforzi di sicuro se ne dovranno fare tutti, sotto tutti i profili.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Non sarà certo cambiando nome di Messinaambiente che si potrà ottenere un risultato migliore di quello attuale.Cambierà il nome ma i vertici rimarranno gli stessi e le cose andranno peggio. Le decisioni dell’assessore sono state sbagliate e dovrebbe assumersene le colpe ed anche il Calabrò, che sta dimostrando la sua inefficienza e deficienza nel saper trattare gente che si spacca la schiena per portare quattro soldi a casa e lui se ne becca tanti senza aver risolto mai niente. Che vada insieme ai lavoratori a vedere come raccolgono la spazzatura e si spacchi la schiena come loro e forse capirà cos’è lavorare e si porti l’assessore incompetente che pensa ma non sa fare nulla, attaccato alla immeritata poltroncina, invece di dimettersi.

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  2. Non sarà certo cambiando nome di Messinaambiente che si potrà ottenere un risultato migliore di quello attuale.Cambierà il nome ma i vertici rimarranno gli stessi e le cose andranno peggio. Le decisioni dell’assessore sono state sbagliate e dovrebbe assumersene le colpe ed anche il Calabrò, che sta dimostrando la sua inefficienza e deficienza nel saper trattare gente che si spacca la schiena per portare quattro soldi a casa e lui se ne becca tanti senza aver risolto mai niente. Che vada insieme ai lavoratori a vedere come raccolgono la spazzatura e si spacchi la schiena come loro e forse capirà cos’è lavorare e si porti l’assessore incompetente che pensa ma non sa fare nulla, attaccato alla immeritata poltroncina, invece di dimettersi.

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