Riflettori della Corte dei Conti puntati sulle società partecipate del Comune di Messina

Riflettori della Corte dei Conti puntati sulle società partecipate del Comune di Messina

Danila La Torre

Riflettori della Corte dei Conti puntati sulle società partecipate del Comune di Messina

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giovedì 08 Novembre 2012 - 20:29

Il 5 ottobre scorso, il magistrato istruttore Giovanni Di Pietro ha richiesto una serie di documenti dettagliati. Da Palazzo Zanca tacciono

La Corte dei conti è intenzionata a “fare le pulci” alle società partecipate del Comune di Messina. Indipendentemente e a prescindere dalla relazione che il commissario straordinario Luigi Croce e i dirigenti dell’area economica presenteranno alla magistratura contabile sulla situazione finanziaria complessiva dell’ente.

Il 5 ottobre scorso, il magistrato istruttore, Giovanni Di Pietro, ha infatti inviato una nota al reggente di palazzo Zanca, avvisandolo dell’indagine che l’organo di controllo ha avviato «sulle partecipazioni detenute dai Comuni capoluoghi di provincia e dalle Province regionali» e chiarendo, nel documento, che l’indagine si avvarrà delle informazioni ricavate nel corso di una precedente ricognizione, avviata nel 2010. Ma i dati acquisiti allora non sono sufficienti ed è per questo che Di Pietro, nella stessa nota, ha sollecitato Palazzo Zanca ad integrarli ed aggiornarli, in modo da consentire l’espletamento di una completa ed adeguata istruttoria.

Nello specifico, la Corte dei conti chiede una serie di documenti che riportino l’ elenco dettagliato di tutte le forme di partecipazione detenute dal Comune in società consorzi, aziende istituzioni ed organismi variamente denominati e la descrizione degli strumenti di governance utilizzati per il monitoraggio.

La magistratura contabile vuole, inoltre, sapere se l’ente ha stipulato contratti di servizio volti a disciplinare i rapporti con le partecipate ed eventualmente strumenti di monitoraggio sulla qualità del servizio. Chiede ancora una reazione dettagliata dei rapporti debito/ credito intercorrenti con le partecipate nell’ultimo triennio, evidenziando l’eventuale esistenza di debiti fuori bilancio riconosciuti o da riconoscere e di residui attivi o passivi iscritti in bilancio nonché i contributi e le ricapitalizzazioni ulteriori rispetto ai corrispettivi previsti nei contratti di servizio o di programma a carico dell’ente.

La Corte dei conti è, inoltre intenzionata a far luce sulle modalità di controllo, sul rispetto dei vincoli posti dalla legge per l’assunzione del personale e per il conferimento di incarichi e consulenze, sul numero degli amministratori e sui compensi erogati. Chiede, infine, al Comune di dire se è stato attuato il preventivo accertamento delle cause di incompatibilità ed invita l’ente ad inviare le Delibere di ricognizione sulle partecipazioni possedute .

In base a quanto scritto nella nota, il magistrato contabile concedeva al Comune di Messina trenta giorni di tempo per inviare la documentazione richiesta, ma non è dato sapere se, ad oggi, sia stata realmente prodotta. Il ragioniere generale Ferdinando Coglitore passa la palla al dirigente alle partecipate, Antonino Cama, che però – raggiunto telefonicamente -si avvale della “facoltà di non rispondere”: «Non sono tenuto a rilasciare dichiarazioni, per me parla l’Ufficio stampa del Comune » è la sua non risposta quando gli chiediamo di sapere se e quali dati ha fornito il Comune alla Corte dei Conti. Un silenzio incomprensibile, considerato che si tratta di società pubbliche che vivono con soldi pubblici. Quindi i nostri. (Danila La Torre).

3 commenti

  1. Cara Danila La Torre, prevedo tempo burrascoso per Dirigenti e Amministratori di Palazzo Zanca e Partecipate, se questa sezione della Corte dei Conti si muoverà in sintonia con quella che affondò il Comune di Alessandria. Uno dei punti di quella relazione trattò appunto il rapporto tra Comune di Alessandria e le sue Partecipate,leggila è molto istruttiva per i tuoi prossimi articoli.

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  2. ma perche non lo sanno che per Messinambiente se l’ha sono mangiata i dirigenti.e con tutte quelle assunzioni clientelari. se controllano si vede subito che sono i figli o i parenti di
    l’ho stesso dicasi per l’ATM

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  3. SI INTONA IL “DE PROFUNDIS” – Più che dai fatti narrati dalle cronache di palazzo Zanca, il clima funereo che si respira lì dentro è caratterizzato dal tono, che si immagina, della risposta data dal dirigente Cama alla brava Danila La Torre, scrupolosa cronista di questo giornale. Sono del parere che un dirigente non può trincerarsi dietro il “no comment” o il “Non sono tenuto a rilasciare dichiarazioni, per me parla l’Ufficio stampa del Comune”. Non lo può fare per almeno due motivi. Nel primo perchè sottovaluta il suo interlocutore che, nella fattispecie, avrà “alzato” ancor più le sue antenne nella certezza di essere sulla strada della notizia. Nel secondo motivo perchè, non chiarendo ciò che è possibile chiarire, contribuisce ad aumentare la tensione sociale e a non fare gli interessi dell’Istituzione per cui lavora. Ma la comunicazione, specie quella pubblica non abita qui. Al suo posto c’è la spocchia e l’autoreferenzialità di certa gente che non capisce che ormai fra le mura del palazzo c’è chi fa prove di “De Profundis”. E che, invece di irrigidirsi, farebbe meglio a favorire atteggiamenti distensivi ed evitare contraccolpi che potrebbero essere dolorosi per tutti.

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