Caso Sindoni, l'aula si astiene in massa e boccia la delibera sulla decadenza della collega

Caso Sindoni, l’aula si astiene in massa e boccia la delibera sulla decadenza della collega

Francesca Stornante-Danila La Torre

Caso Sindoni, l’aula si astiene in massa e boccia la delibera sulla decadenza della collega

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lunedì 01 Agosto 2016 - 14:12

Per la prima seduta agostana del consiglio comunale finale a sorpresa sulla delibera di decadenza della consigliera Donatella Sindoni. In 20, su 29 presenti, hanno deciso di astenersi, a votare per la decadenza i gruppi Pd, CMdB e il consigliere di Forza Italia Fabrizio Sottile.

Astensione di massa. Il consiglio comunale ha deciso di non esprimersi sulla decadenza della collega Donatella Sindoni. E così in 20 hanno deciso di astenersi, portando alla bocciatura la delibera che avrebbe messo alla porta la collega Sindoni per lasciare il suo scranno a Giuppi Siracusano. Una scelta evidentemente strategica, portata in aula dal capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta, che però alla fine ha votato contro, e sposata da buona parte dei colleghi. Hanno deciso di non decidere, facendo di fatto bocciare la delibera sulla decadenza della consigliera eletta nel 2013 tra le fila del Pd e adesso in casa Grande Sud, dopo il passaggio di Francantonio Genovese a Forza Italia e l’esodo di quasi tutto il Pd nel centro-destra.

Una delibera che nelle scorse settimane ha fatto molto discutere tra i corridoi di Palazzo Zanca, che ha impegnato il segretario generale Antonio Le Donne e la presidente del Consiglio Emilia Barrile nell’individuare la procedura da seguire, che è stata scandita dalle polemiche del commissario del Pd Ernesto Carbone e dalle diffide firmate da Giuppi Siracusano, il primo dei non eletti che entrerebbe in consiglio al posto della Sindoni.

Una delibera che è arrivata in aula a quasi un mese esatto dal verdetto dell'Ufficio legale e legislativo della Regione, che si è espresso sulla richiesta di parere inoltrata dal Comune di Messina, che ha stabilito che nel 2013 la consigliera Sindoni era ineleggibile perché all’epoca delle elezioni responsabile di un laboratorio di analisi. A sollevare l’ipotesi di ineleggibilità era stato l’ex consigliere comunale Giovanni Cocivera, primo dei non eletti nella lista del partito democratico, oggi ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta aborti clandestini.

Dal canto suo la consigliera si è difesa a spada tratta fin dal primo giorno, ha anche presentato un esposto sia in Procura che al Prefetto, invitando le autorità a far chiarezza su alcuni aspetti che potrebbero a suo dire avere rilevanza penale, nel frattempo le polemiche sono montate, il segretario Le Donne ha più volte ribadito l’urgenza di far approdare in aula il provvedimento di decadenza per far esprimere il Consiglio comunale.

E così oggi la prima seduta agostana del civico consesso è stata tutta dedicata al caso Sindoni con un finale a sorpresa e un dibattito tutto orientato verso una decisione che alcuni gruppi consiliari evidentemente avevano già discusso prima di arrivare in aula oggi.

Dura e decisa la protagonista di questa vicenda: “Oggi finalmente arriva in consiglio comunale la delibera che riguarda la mia decadenza. Finalmente perché in questi mesi c'è stata una sorta di delegittimazione e discredito nei confronti della mia persona. Riguardo alla mia presunta illegittimità ricordo le motivazioni giuridiche, e sottolineo giuridiche, del mio legale. Non sarebbe compito dell'aula votare la mia decadenza. Voglio inoltre sottolineare il comportamento strumentale del segretario Le Donne e del disegno ad personam costruito su questa vicenda. Se devo uscire da questo palazzo lo devo fare per una mia libera scelta”. La Sindoni ha poi puntato il dito contro gli atti extragiudiziali “di dubbio gusto etico e sostanziale” presentati da Siracusano e ha lanciato un appello ai colleghi: “Mi rivolgo a tutti i consiglieri, anche a quelli a cui non sto simpatica, affinché siate onesti intellettualmente. Non fatevi intimidire”.

A ruota il dibattito dell’aula. “Non so per quale strano motivo qualcuno stia tentando di tirare per la giacchetta questo consiglio comunale su una delibera che doveva avere un altro percorso. Un'amministrazione oggettiva doveva evitare di coinvolgere il consiglio, poteva avviare un’azione popolare o rivolgersi alla Magistratura” ha detto il capogruppo di “Felice per Messina” Peppuccio Santalco. Intervento che ha portato la capogruppo di CMdB Lucy Fenech a chiedere ancora una volta delucidazioni al segretario Le Donne che ha risposto rivolgendosi a Santalco e ricordando che le sentenze citate nella delibera sono piuttosto datate risalendo al 2000 e al 2001: “Non ho potuto fare altro che comunicare che il parere dell'ufficio legale è assorbito totalmente dall'Assessorato Autonomie locali”.

Ha parlato senza mezzi termini il capogruppo di Forza Italia: “E’ una delibera invotabile” ha detto Trischitta evidenziando le contraddizioni della sostituzione Siracusano, Cocivera, Gennaro e puntando tutta la sua tesi sul fatto che non è possibile utilizzare l'istituto della sospensione nel caso Sindoni perché non è riferita ad un consigliere in particolare.

In difesa dell’operato di Le Donne è scesa in campo la consigliera Fenech: “Credo sia estremamente grave che si parli di malafede, trame di Palazzo, comportamenti strumentali. Mi chiedo come un avvocato possa dire che le circolari possano valere più di una legge che non è stata abrogata" ha detto l’accorintiana riferendosi alla tesi portata avanti dalla Sindoni e dal suo legale Antonio Catalioto.

Simona Contestabile ha tirato in ballo il fatto che Siracusano sia iscritto nell'albo degli avvocati del Comune, paventando dunque incompatibilità, ipotesi smentita da Le Donne in quanto non ha mai ricevuto incarichi e in ogni caso potrebbe sospendersi una volta entrato in consiglio.

Pochi interventi che hanno subito portato alcuni gruppi consiliari ad annunciare subito la dichiarazione di voto: esponenti del gruppo misto, Udc, Dr, Fratelli d’Italia, Grande Sud, Progressisti Democratici, per bocca di Daniele Zuccarello, Elvita Amata, Mario rizzo, Benedetto Vaccarino, Nino Carreri, Carlo Abbate, Pio Amadeo, Simona Contestabile hanno comunicano l'astensione condividendo le motivazioni giuridiche esposte da Trischitta.

Sul fronte opposto il consigliere Pd Gaetano Gennaro: “Facendo il consigliere comunale faccio un intervento da consigliere e non da avvocato come ha già fatto Trischitta. Sicuramente è un caso delicato, ma se l'aula avesse dimostrato più laicità, avrebbe aspettato altri interventi. Evidentemente hanno già deciso. Il solco che si sta creando qui oggi è tra chi ritiene che ci debba essere un profilo di legittimità, e mi permetto di dire anche di legalità, e chi antepone i rapporti umani. Non riesco a capire cosa significa astensione, verificherò il regolamento per capire se è possibile considerare il voto di astensione non conteggiabile. Tutti avrebbero dovuto esprimersi con voto favorevole o contrario”.

Sulla stessa linea l’accorintiano Maurizio Rella: “Parto dal presupposto umano perché è doloroso decidere il destino di una consigliera comunale che è stata in carica per tre anni. Mi sono documentato sulla questione, la legge per quanto aberrante è chiara. Le dichiarazioni di voto dei miei colleghi sembrano più prese di posizione politica. Voto favorevolmente perché un voto contrario sarebbe un passo sbagliato e condivido quanto sostenuto da Gennaro, bisognerebbe votare prendendosi le proprie responsabilità”.

A sorpresa anche Fabrizio Sottile si è staccato dai colleghi e ha deciso di votare la decadenza: “Ho stima umana e politica della collega Sindoni, ma non ho la competenza per approfondire questo argomento, perciò ritengo sia giusto esprimersi. Voto favorevole anche se sono un esponente di Forza Italia come la Sindoni”.

Al momento del voto, su richiesta della Fenech, la votazione è stata fatta per appello nominale: hanno votato sì i 4 consiglieri di CMdB, Fenech, Risitano, Rella, Caccamo, i 3 Pd, Gennaro, Russo e Iannello e Sottile di Forza Italia; 20 gli astenuti; ha cambiato idea in calcio d’angolo Pippo Trischitta che ha votato contrario.

Non ha partecipato al voto Donatella Sindoni, che ha preferito lasciare l’aula prima. Come lei, ma ovviamente non con la stessa motivazione, anche Burrascano, Crisafi, Cucinotta, Faranda, Interdonato, che erano presenti a inizio lavori ma hanno lasciato il campo strada facendo.

Inevitabile la dura reazione di Giuseppe Siracusano che attendeva questo voto per subentrare alla Sindoni: “La maggioranza dei consiglieri comunali di Messina ha sancito che si può far parte del civico consesso anche se si è ineleggibili, e nonostante il chiaro parere reso dall’ufficio legislativo della Regione Sicilia.

Oggi è prevalsa la miserevole idea secondo cui l’interesse politico può calpestare il diritto e la legalità.

La scelta “coraggiosa” di nascondersi dietro l’astensione, approfittando del regolamento comunale che equipara, appunto, il voto di astensione a quello contrario, lascia senza parole. Un simile contegno squalifica il ruolo del massimo consesso cittadino e crea un ulteriore distacco dei cittadini dalla politica. Proprio perché credo nelle istituzioni e nella politica mi batterò perché simili comportamenti vengano adeguatamente sanzionati”. Francesca Stornante-Danila La Torre

4 commenti

  1. Che vergogna

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  2. Che vergogna

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  3. Gioacchino Silvestro 1 Agosto 2016 16:40

    L’ astensione è incommentabile.
    Sulla decadenza si vota a favore o contro, con l’astensione i consiglieri comunali non ci fanno una bella figura.
    Hanno dimostrato di non essere in grado di assumersi le proprie responsabilità in un senso o nell’altro.
    E non ne esce bene neanche la Sindoni per colpa dei consiglieri che non hanno saputo decidere.

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  4. Gioacchino Silvestro 1 Agosto 2016 16:40

    L’ astensione è incommentabile.
    Sulla decadenza si vota a favore o contro, con l’astensione i consiglieri comunali non ci fanno una bella figura.
    Hanno dimostrato di non essere in grado di assumersi le proprie responsabilità in un senso o nell’altro.
    E non ne esce bene neanche la Sindoni per colpa dei consiglieri che non hanno saputo decidere.

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