"Il Fiume e la Luna" a Cristo Re

“Il Fiume e la Luna” a Cristo Re

Redazione

“Il Fiume e la Luna” a Cristo Re

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giovedì 27 Ottobre 2011 - 23:33

DOMENICA 30 ottobre alle ore 17 nel Salone Cristo Re – V.le Pr. Umberto n.93, Messina – sarà presentato il libro "Il Fiume e la Luna" di Rosalia Simone D'Aliberti edito da Armenio Editore.

La raccolta dei racconti “Il fiume e la luna” è frutto del ricordo degli anni della fanciullezza e dell’adolescenza dell’Autrice, nativa di Furnari. In alcuni episodi realmente accaduti e in altri autobiografici ma rivisitati dalla fantasia, troviamo piccole perle di lirismo narrativo, incastonate in un periodo della Sicilia tirrenica e nebroidea, che va dagli anni 40 agli anni 60 .

Le vicende dei protagonisti dei racconti si intrecciano e rimandano agli anni del fascismo, allo sbarco degli alleati, alla vicenda di Salvatore Giuliano, all‘avvento del cinema in provincia.

Il titolo del libro nasce dalla presenza del fiume e della luna ,oltre che nelle poesie di apertura e chiusura, in quasi tutti i racconti, spettatori di un dualismo che informa il mondo dei protagonisti che vivono nei paesi di Furnari, Falcone, Montalbano, Patti e Mazzarrà S.Andrea.

Da una parte, infatti ci sono gli” ultimi “: contadini, pastori, barbieri, sarti, suonatori, tessitrici, spulatrici, dall’altra “i potenti”, per censo o per ricchezza”-o semplicemente- i nuovi borghesi.

Un dualismo che sembra anche etico in quanto emerge nel mondo contadino la portata di valori positivamente forti, il sacrificio, il lavoro, la fede, l’amore autentico, la compassione e la condivisione, laddove il mondo “altro”, si presenta come sordo alle giuste rivendicazioni dei lavoratori, egoista ed arrogante, persino nell’ invidiare e nel pretendere per sé il loro ricco mondo interiore di bellezza, speranze, sogni, passioni ed emozioni, miope nel mancato riconoscimento del rispetto altrui e dell’evolversi dei tempi.

Rosalia Simone D’Aliberti, pur appartenendo alla borghesia, descrive con partecipazione emotiva e tratto poetico, punteggiato qua e là da termini e frasi dialettali, il contesto pastorale e contadino in cui si intrecciano le storie dei personaggi, dove il fiume e la luna sono spettatori di vite segnate dal bisogno ma anche da passioni, aspirazioni e gioie.

I terreni fertili, l’ aria tersa, il mare limpido e turchese di quella parte della provincia messinese, splendida ancora oggi, sono il contesto- spesso più lunare che solare -in cui si intrecciano storie di pace e di guerra e di violenza, storie di amore e di odio, di passioni ed emozioni.

Il dualismo si riflette anche nello stile narrativo di Rosalia Simone D’Aliberti che sposa espressioni poetiche, ora dolci ora accorate, -perché l’Autrice si schiera dalla parte degli ultimi -ora frasi e termini dialettali armonicamente unite ad un lessico tutto siciliano dei protagonisti che, dediti ad un duro e mal retribuito lavoro sono quasi sempre analfabeti.

I toni spesso elegiaci dell’Autrice nascono dall’amara constatazione che, per i protagonisti , non ci possa essere altra consolazione se non quella derivante dalla fede o dall’amore o dall’affetto dei parenti più stretti o degli animali, loro compagni di viaggio, con cui condividono gioie, ricordi e confidenze.

Eppure, nelle righe si avverte il respiro universale dell’Amore che dà ai protagonisti forza inaspettata, coraggio a ribellarsi, capacità di donarsi fino al sacrificio di sé e determinazione a non subire ulteriori gioghi, in nome del rispetto di sé stessi e della propria dignità.

Le storie d’amore si illuminano ora di speranzosi ardori, ora di sopite passioni, o ancora di coraggiose scelte nel difendere ad ogni costo la vita che nasce e si intrecciano con altre più divertenti ma sempre icasticamente reali e ben tratteggiate.

Incuriosiscono alcuni riferimenti socio-antropologici che non mancheranno di suscitare interesse oltre il confine territoriale della provincia di Messina. Riaffiorano nei ricordi leggende legate alla nascita dei paesi come quella di Furnari , paese natio dell’Autrice, rievocazioni di feste paesane, devozioni religiose, usi e costumi locali.

Il Fiume e la Luna assurgono ad archetipi dell’immanenza e della trascendenza insite nelle vita di ogni uomo.

Opposti luoghi dell’anima sono da una parte, il fiume, ora placido ora veemente e tumultuoso, come lo è l’anelito a conquistare migliori condizioni di vita, a realizzare i sogni d’ amore a lungo sospirati e coltivati e dall’altra, la luna che diventa testimone di storie, non sempre a lieto fine ma tutte di struggente bellezza ed impatto emotivo, al cui chiarore spesso si placano le ansie degli umili di vedere soffocate straordinarie ed inespresse potenzialità di riscatto e di felicità.

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