Il no alla centrale a biomasse di Furnari approda in Parlamento

Il no alla centrale a biomasse di Furnari approda in Parlamento

Rosaria Brancato

Il no alla centrale a biomasse di Furnari approda in Parlamento

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domenica 29 Giugno 2014 - 05:59

il deputato del M5S Alessio Villarosa ha presentato un'interrogazione ai ministri allo sviluppo, all'ambiente e ai beni culturali per chiedere una verifica al progetto per la realizzazione della centrale a biomasse di Furnari. Il parlamentare chiede anche che vengano esaminati tutti i progetti vincitori del bando perchè potrebbero essere in violazione a quanto prevede la legislazione euopea. Il M5S sta infatti portando avanti una battaglia contro questi impianti in sede di Commissione Ambiente.

Il caso della centrale a biomasse di Furnari approda in Parlamento, attraverso un’interrogazione presentata da Alessio Villarosa, M5S, e attraverso un dibattito in Commissione Ambiente che i grillini stanno portando avanti e che riguarda tutti gli impianti analoghi che hanno ottenuto autorizzazioni e finanziamenti in Italia.

Villarosa dopo aver ricevuto una serie di segnalazioni dai residenti di Furnari, Novara di Sicilia, Terme Vigliatore e Falcone, ha effettuato un sopralluogo, esaminato il progetto della Comet Bio, la legislazione in materia, il bando ed alla fine ha depositato un’interrogazione con la quale chiede ai tre Ministri dello Sviluppo, dell’Ambiente e dei Beni Culturali la verifica del progetto per la realizzazione dell’impianto a biogas.

“ Emerge infatti che l’impianto dovrebbe avere una potenza prevista di 995 KWe nonostante, nel bando a cui ha partecipato per gli impianti di cogenerazione, si prevedessero potenze superiori a 1 MWe ed inferiori a 4 MWe- fa notare Villarosa-. L’impianto dovrebbe sorgere in prossimità di un sito d’Importanza Comunitaria (SIC) denominato Laguna di Oliveri . Il comune di Furnari è noto per i suoi prodotti biologici come il Mamertino DOC e l’olio extravergine Valdemone Dop che, secondo studi scientifici, potrebbero subire le conseguenze dell’inquinamento atmosferico creato da questo tipo di impianti. Il sito inoltre si trova in un’area Archeologica protetta dalla Sovraintendenza dei Beni Culturali che in conferenza dei Servizi ha già espresso parere negativo all’impianto”.

Diverse quindi le criticità indicate dal parlamentare del M5S, tra le quali il fatto che l’impianto ha partecipato ad un bando del Ministero per potenze superiori a 1 MWe, ma al momento della presentazione del progetto ha indicato una potenza di 995KWe, per la quale in base alla normativa siciliana non è prevista la Via (valutazione d’impatto ambientale).

“La ditta- scrive infatti Villarosa- non ha presentato la Valutazione d’Impatto Ambientale obbligatoria per tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza in base alla direttiva Europea 2011/92/UE per la quale l’Italia è già in procedura d’infrazione Europea. L’impianto inoltre dovrebbe sorgere nei pressi di un metanodotto, potenziale pericolo già presentato dalla SNAM, in quanto questo tipo di impianti presentano un’elevata pericolosità raggiungendo temperature altissime; un esempio è l’incendio avvenuto a Sciaves (BZ) nell’agosto 2013”.

Il deputato a 5stelle va oltre, unendosi alla battaglia che il movimento sta portando avanti in sede di Commissione ambiente su tutti gli impianti analoghi e chiede ai ministri di valutare l’opportunità di intervenire anche alla luce della procedura d’infrazione avviata dall’Europa per le centrali realizzate senza Via “e di verificare tutti i progetti vincitori del finanziamento, fra i quali quello della COMET BIO srl, e qualora ne fosse necessario di revocare il finanziamento ottenuto”.

In questi giorni infatti il M5S, anche attraverso il Blog di Grillo, sta lanciando l’allarme: “Regioni esautorate, sulle centrali a biomasse deve pensarci il governo”.

I deputati componenti della Commissione nazionale ambiente hanno rilevato come le leggi regionali abbiano dato il via libera alla realizzazione di circa 1200 centrali in tutta Italia, tra quelle a biomassa e quelle a biogas, provvedimenti che però sono stati impugnati, in alcuni casi bocciati dalla Corte Costituzionale (come nelle Marche), ma nel frattempo gli impianti erano già stati costruiti ed entrati in funzione. Il M5S ha quindi chiesto al Governo di acquisire il contenzioso giudiziario esistente, le autorizzazioni prodotte, spesso senza la Valutazione di impatto ambientale, nonostante la normativa europea preveda il contrario, e presentare entro 180 giorni alla Commissione ambiente e a quella delle attività produttive un dossier ed entro 30 giorni riferire su cosa intenda fare.

Una regolamentazione nel settore è necessaria, che deve porre fine a un far west intollerabilesi legge nel Blog-Anche dal punto di vista economico: solo l'anno scorso lo Stato ha speso 11,8 miliardi per costruire, incentivare e alimentare queste centrali che tra l'altro spendono 50 volte più del solare per produrre energia”. Spesso poi, sostengono i grillini, le inadempienze delle regioni, hanno fatto sì che si costruiscano centrali in zone già inquinate.

Lo scontro quindi sulla centrale a biomasse finisce alla Camera, in attesa della seconda Conferenza dei servizi del 22 luglio. La prima si era conclusa tra una serie di polemiche e con la relazione di fuoco del sindaco Mario Foti che sul no alla centrale non intende fare alcun passo indietro. Nei prossimi giorni sarà pronto anche lo studio redatto da una consulente dell’ateneo palermitano sulle criticità di un impianto che dovrebbe essere realizzato in un territorio già alle prese con le conseguenze della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.

Rosaria Brancato

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