Autonomia Autorità portuale e Zes, il monito di CapitaleMessina

Autonomia Autorità portuale e Zes, il monito di CapitaleMessina

Autonomia Autorità portuale e Zes, il monito di CapitaleMessina

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giovedì 14 Dicembre 2017 - 15:00

“È necessario tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sugli interessi della città. La partita sulle superfici Zes è ancora aperta: è da prendere ad esempio l’iniziativa dei deputati pugliesi”

Sull’Autorità portuale e sulle zone economiche speciali si registra un monito dell’associazione politica Capitale Messina, che interviene con un nuovo documento.

“È importante tenere alta la soglia d’attenzione dell’opinione pubblica su argomenti vitali per lo sviluppo del territorio, perché non si debbano poi subire passivamente scelte penalizzanti per la città. In primis l’autonomia della nostra Autorità portuale, che fino ad un anno fa sembrava inesorabilmente condannata all’accorpamento con Gioia Tauro, e che invece, grazie appunto alla mobilitazione delle forze vive della città con il sostegno convinto della stampa, ancora sopravvive. A tal proposito – si legge ancora- ci piacerebbe sapere se l’argomento sia stato trattato ed in che maniera, negli incontri romani di Musumeci col Governo, di mercoledì scorso”.

“Altro tema all’ordine del giorno è quello delle ZES, opportunità fondamentale per l’economia della città metropolitana, ma, come abbiamo già detto, anche paradigma del ruolo che riuscirà a giocare Messina nei rapporti di forza tra i territori della regione”.

“Si ė già più volte sottolineato, infatti, il rischio che Messina- continua l’associazione – resti esclusa dai benefici della legislazione sulle zone economiche speciali: è difficile, almeno nell’immediato futuro, che si possa avere una Zona messinese autonoma, se non si modifica la legge che prevede un numero massimo di 2 Zone speciali per regione, perché in Sicilia, è già certo, le future sedi saranno Palermo e Catania; resta l’ipotesi dell’estensione delle zone di Palermo o Catania al territorio messinese, anche se, considerato che i benefici potranno essere applicati solamente ad una infinitesima porzione di territorio siciliano, le resistenze da parte delle altre due città metropolitane a cedere quote di territorio a Messina, saranno alte”.

“È da guardare con interesse l’iniziativa odierna di un gruppo di parlamentari pugliesi, che dopo aver constatato “la positiva disponibilità del Governo, emersa nella conferenza unificata Stato-regioni, ad estendere fino a 4.200 ettari le aree delle ZES in Puglia”, hanno scritto al Ministro De Vincenti per ottenere che il Governo raddoppi le aree del territorio pugliese da includere nelle Zone Speciali Economiche, da 3.000 a 6.000 ettari”.

In pratica la partita sulle superfici è ancora aperta, tanto che nel DPCM approvato in Conferenza Unificata si legge che il Governo si riserva “un approfondimento in merito ai valori indicati nell’allegato 1 al fine di venire incontro alle richieste di aumentare i valori della superficie ZES”.

“La battaglia politica che la Giunta regionale dovrebbe intraprendere adesso, è quindi quella della richiesta dell’ampliamento della superficie regionale per le ZES anche in Sicilia, appellandosi, ad esempio, alla maggiore superficie territoriale della Sicilia rispetto alle altre regioni. Sarà poi comunque il Governo regionale, stabiliti definitivamente i principi generali, nell’elaborare i progetti di istituzione delle ZES, a dover dimostrare la volontà politica di non discriminare il territorio messinese”.

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