Nuccio Fava a Tempostretto: «Accorinti sindaco? Sarebbe una rivoluzione»

Nuccio Fava a Tempostretto: «Accorinti sindaco? Sarebbe una rivoluzione»

Nuccio Fava a Tempostretto: «Accorinti sindaco? Sarebbe una rivoluzione»

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mercoledì 12 Giugno 2013 - 20:11

Abbiamo incontrato l’ex direttore del TG1 presente ieri a Messina per l’incontro dal titolo “Giovanni Paolo e la Stampa” organizzato in occasione della tregiorni che ricorda la visita di Papa Wojtyła a Messina avvenuta nel Giugno del 1988. Un tuffo nel passato e tanta attualità.

Nel 25. anniversario della storica visita di Papa Giovanni Paolo II in città, si è svolta ieri, Mercoledì 12 Giugno, presso l’Istituto Cristo Re, un incontro incentrato sul rapporto di Papa Wojtyła con la stampa. L’iniziativa, coordinata da Sergio Di Giacomo, ha visto la presenza di Nuccio Fava, giornalista e già direttore del Tg1 e del Tg3. Fava ha tracciato un originale ricordo della vivacità comunicativa del Papa, in particolare durante i suoi viaggi in giro per il mondo (fra i quali ha ricordato quello a Parigi, in Messico e a Cuba). È toccato poi ad Attilio Borda Bossana (fino a pochi mesi fa capo dell’Ufficio Stampa di Palazzo Zanca) raccontare come si mise in moto la macchina organizzativa in vista della visita del Santo Padre. Tutto partì –ha raccontato– da una lettera che il 16 Luglio del 1987, l’allora Arcivescovo di Messina, mons. Ignazio Cannavò, fece recapitare alla Santa Sede. Ottenuta una risposta affermativa, la città fu rimessa a nuovo e visse alcuni mesi di frenetica attività respirando un’aria che non si respirava da tempo, rivivendo, dopo anni, quel senso di appartenenza che poi non si è più trovato. A margine dell’incontro Tempostretto.it ha avuto il piacere di incontrare Nuccio Fava.

L’11 Giugno di 25 anni fa la città di Messina accoglieva Papa Giovanni Paolo II, in visita alla città dello Stretto per la canonizzazione di Eustochia Calafato. Lei, al tempo direttore del Tg1, che ricordi ha di quella storica giornata?

Fu un giorno molto importante per la città e il Santo Padre rimase molto suggestionato dal calore che lo aveva accolto. A tal proposito c’è un episodio che vorrei raccontarvi: mi avvicinai al Papa in occasione di un concerto offerto dalla RAI a Sua Santità, pochi giorni dopo la sua visita in città. E gli dissi che a Messina tutti conservavano un bellissimo ricordo di lui e che lo volevano bene e lui mi rispose: «Eh, sì, Messina! Padre Annibale, e poi quella Madonnina nel porto!». Era rimasto incantato dal porto e dalla stele che accoglie chi arriva…

E proprio a Messina lei, sebbene nato a Cosenza, ha vissuto la sua giovinezza. Come era la città ai suoi tempi e come l’ha trova oggi in questo clima elettorale?

A Messina ho fatto i miei studi: le elementari al Cannizzaro, le medie al Mazzini e il liceo al Maurolico. Mi sono poi laureato in Giurisprudenza nel ’65-’66 con una tesi in Diritto Costituzionale sui partiti politici, tema ancora adesso molto attuale, dato che si parla di una nuova legge che li regolamenti. È passato certamente tanto tempo e ritornare a Messina mi fa venire molta nostalgia ma soprattutto mi fa notare tutte le trasformazioni avvenute in città. Per esempio nell’ambito della vita universitaria, degli organismi giovanili, della vivacità all’interno dei partiti noto un certo arretramento. E il dato del primo turno alle amministrative mi conferma tutto questo…

A proposito del primo turno, come giudica il successo, da molti ritenuto anomalo per una città come Messina, del movimento civico guidato dall’attivista Renato Accorinti?

Questo può fare pensare a qualcosa di analogo –anche se poi ogni movimento ha le sue caratteristiche– al Movimento 5 Stelle. Questo è un progetto locale ma è pur sempre un tentativo di uscire dallo schema delle forze organizzate di tipo tradizionale e anche dagli interessi forti che operano a Messina per proporre un’alternativa “dal basso” come dichiara il suo slogan…

Si sente di fare un pronostico sull’esito del ballottaggio? Riuscirà Accorinti a sconfiggere la “macchina da guerra” del centrosinistra messinese?

Sarebbe senz’altro interessante, certamente sarebbe per Messina una rivoluzione che supera e rompe gli interessi consolidati. Io però temo che non ce la faccia…

Sul piano nazionale, negli ultimi giorni, abbiamo assistito alla “chiamata alle armi” di Beppe Grillo contro i giornalisti italiani, rei, a suo giudizio, di fare una cattiva informazione e di censurarlo. Cosa si sente di dire in merito a ciò?

Mi pare una reazione scomposta e sconsiderata. Non perché sia da difendere acriticamente la categoria, ma perché, in ogni caso, con il sistema dei media bisogna rapportarsi dialetticamente, criticamente. Non si può demonizzare un giornalista che la pensa diversamente da te o che rappresenta in maniera scorretta le tue idee. Devi essere in grado di metterlo in difficoltà mostrandogli i suoi errori. Se tu attacchi, come attacca Grillo, automaticamente passi dalla parte del torto…

Lei è stato direttore del Tg1 dal 1987 al 1989 e dal 1996 al 1997 e del Tg3 dal 1997 al 1998. Come sono cambiati i telegiornali? In meglio o in peggio?

È antipatico dover dare un giudizio, tuttavia, a me pare che, complessivamente, al di là degli aspetti tecnologici, c’è una diminuzione della credibilità dell’informazione e anche della sua qualità. E ciò forse avviene per le stesse ragioni tecnologiche che, da una lato migliorano la qualità tecnica, ma dall’altro spingono ad un’eccessiva tempestività della notizia. Manca cioè, a mio avviso, una componente fondamentale dell’informazione che è quella di dare il senso di quello che accade. Non basta dare la notizia, occorre anche spiegare il contesto dentro il quale si colloca.

Nuccio Fava come vede il giornalismo on-line?

Il giornalismo on-line è una grande risorsa, perché consente di fare informazione fuori dalle maglie dell’informazione ufficiale e, usato correttamente, consente a tutti di esprimere il proprio pensiero e dare così un contributo importante al mondo della comunicazione.

(CLAUDIO STAITI)

Antonino Fava, detto Nuccio (Cosenza, 2 gennaio 1939), è un giornalista e politico italiano. È l'unico giornalista ad essere stato direttore sia del TG1 sia del TG3. Laureato in Giurisprudenza, il suo impegno politico comincia all’Università nelle file della Fuci (universitari cattolici), poi viene chiamato alla presidenza dell’Unuri, l’organismo rappresentativo degli studenti universitari italiani, col sostegno di un’ampia coalizione di forze democratiche ed antifasciste. Fava vanta trentatré anni di carriera in Rai: da redattore nel ’67 (chiamato da Sergio Zavoli), alla Direzione più prestigiosa, quella del Tg1 (ricoperta per due volte) e successivamente a quella del Tg3 e del TGR. Ha lanciato RAI NEWS 24. Per sette anni, direttore delle tribune politiche del servizio televisivo pubblico, Fava è stato anche responsabile della programmazione RAI del grande Giubileo del 2000. La candidatura alle elezioni calabresi del 2000 costituisce il suo primo impegno politico-istituzionale. Dal 2007 è presidente della sezione italiana dell'Associazione Giornalisti Europei. L'8 settembre 2012 viene premiato per la sua attività e la sua passione civile nel corso del Premio Ilaria Alpi. Ha al suo attivo anche una brillante carriera sportiva come giocatore di basket (in squadre di serie A e nella nazionale italiana).

2 commenti

  1. LA LETTERA A PAPA WOITYLA che conteneva la supplica affinchè il Santo Padre visitasse Messina nell’occasione del Congresso eucaristico di Reggio Calabria del giugno 1988, non la inviò l’arcivescovo dell’epoca Ignazio Cannavò. C’era infatti il fondato timore che si potesse perdere nella “burocrazia” vaticana che forse avrebbe dato tutt’altra risposta.
    E’ stato il maestro Eugenio Arena, allora direttore della Corale Polifonica composta da circa 800 cantori convenuti per l’occasione da ogni parte della Sicilia, e componente dell’apposito comitato per la canonizzazione di S. Eustochia. Arena difatti era anche corrispondente da Messina dell’Osservatore Romano ed amico personale dell’allora direttore del quotidiano vaticano Mario Agnes al quale affidò la supplica pregandolo di consegnarla brevi manu al Santo Padre, visto che Agnes era uno dei pochi ad essere ammesso ogni mattina nell’appartamento del Papa intrattenendosi molto spesso con lui per la prima colazione.
    E così è stato. Chi scrive accompagnò Eugenio Arena all’ufficio postale da dove partì la raccomandata in doppio plico che conteneva la supplica. Tanto per la precisione e senza alcuna polemica. Ma talvolta – anzi troppo spesso – questa città dimentica. E non è giusto, nè umano tanto più se si pensa che Eugenio Arena, scomparso il 7 agosto del 2007, autorevole esponente della musica corale polifonica a livello internazionale, è stato troppo presto dimenticato.

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  2. Nostalgia? ….odore di passate stagioni, profumo di ..BIANCOFIORE , che diffonde come sempre una falsa notizia : Cannavo’/ Arena….

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