Un progetto comunale per il reinserimento dei detenuti nella società

Un progetto comunale per il reinserimento dei detenuti nella società

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giovedì 20 Dicembre 2012 - 09:51

La richiesta arriva dal capogruppo di Grande Sud, Sebastiano Tamà, per favorire "quei soggetti che trovandosi in una situazione di vulnerabilità socio-economica attraverso lo strumento lavoro possano allontanarsi dal circuito della riaffiliazione criminale e quindi dalla devianza sociale"

Reinserimento sociale dei detenuti e alternativa alla delinquenza. Tutte le carceri italiane dovrebbero rispettare un progetto di questo tipo per offrire a chi sta scontando una pena la possibilità di scegliere per il futuro. Da Sebastiano Tama, capogruppo di Grande Sud, arriva la richiesta inoltrata al commissario straordinario Luigi Croce, al presidente del consiglio comunale e al garante dei diritti dei detenuti, Salvo Fleres, di avviare un partneriato tra gli organi competenti per rispondere a queste esigenze.

Il progetto comunale a cui Tamà pensa è infatti basato sulla logica di un’intesa tra l’amministrazione penitenziaria e degli organismi esterni per favorire il reinserimento nella società dei detenuti. Grazie a un protocollo stilato tra il Ministero della Giustizia e l’Anci per coinvolgere i detenuti in lavori da espletare in comunità locali, i comuni possono redigere delle proposte di protocollo operative.

“L’inserimento lavorativo dei detenuti – si legge nella nota di Tama – deve essere valutata anche come un’opportunità spendibile per il territorio”.

Il capogruppo di Grande Sud fa riferimento all’iniziativa di alcuni comuni italiani sul reinserimento dei detenuti attraverso progetti di utilità sociale. Il territorio di Messina, in questo senso, si presta purtroppo benissimo. Tanti infatti sono gli interventi di pubblica utilità che potrebbero essere eseguiti da un gruppo di detenuti, selezionati a lavorare all’esterno, a sostegno di imprese pubbliche o private. Tamà pensa in tal senso a tutti i lavori relativi al dissesto idrogeologico, pulizia dei torrenti, rimboschimento delle colline, pulizia spiagge, manutenzione delle strade e tanto altro.

Per il comune, un progetto di questo tipo non comporterebbe una spesa. Come spiega Tamà, infatti, “per i detenuti non è prevista alcuna forma di remunerazione a carico del Comune al quale spetta, comunque, una condivisione finanziaria con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria del progetto secondo capitoli di spesa che non incidono sul patto di stabilità”.

Tutto questo per rispondere alla logica formativa “di quei soggetti che trovandosi in una situazione di vulnerabilità socio-economica attraverso lo strumento lavoro possano allontanarsi dal circuito della riaffiliazione criminale e quindi dalla devianza sociale con ovvie ripercussioni positive sulla società civile, anche in termini di contenimento della spesa pubblica”.

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