Parco Aldo Moro, il Comune lavora per la riappropriazione e l’apertura

Parco Aldo Moro, il Comune lavora per la riappropriazione e l’apertura

Marco Ipsale

Parco Aldo Moro, il Comune lavora per la riappropriazione e l’apertura

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venerdì 28 Febbraio 2014 - 23:32

C’è la condivisione con l’Ingv per scorporare la particella catastale dell’edificio interno con quella dell’area a verde. Tra un paio di settimane, la presentazione di una bozza del progetto. In contemporanea, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha manifestato l’impegno a creare nello stabile un centro di ricerca sull’attività sismica. 12 messinesi potrebbero essere trasferiti dall’Ingv di Catania

L’accordo è stato raggiunto, adesso si tratta di mettere in pratica quanto pattuito. Da anni si parla dell’apertura al pubblico di Parco Aldo Moro, ma solo da qualche mese, col subentro di una nuova dirigenza all’Ingv, sono stati fatti i primi passi concreti. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è adesso infatti molto più propenso a collaborare con il Comune, impegnandosi a restituire l’area alla città ed al contempo mantenere le proprie strutture, anzi rilanciarle, creando insieme al Cnr e all’Università un centro di ricerca sull’attività sismica con la specificità dell’area dello Stretto, zona ad alto rischio in tal senso.

Nel tempo, i dissapori non erano mancati. Tutto nasce dall’atto di concessione gratuita e senza scadenza del 1949. Un atto scritto in modo poco accurato, che lascia adito a dubbi ed interpretazioni. Ad esempio, si parla indifferentemente di concessione e cessione, nonostante siano due istituti totalmente diversi. C’è poi un vincolo di utilizzo e l’area non è mai stata utilizzata, anche se, di recente, l’Ingv ha provveduto alla ristrutturazione dell’edificio, con una spesa di circa 400mila euro.

Adesso, finalmente, le vecchie beghe son diventate inutili perché c’è l’intesa tra le parti. A spiegarci tutto è l’assessore alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta: “Stiamo percorrendo una strada un po’ diversa da quella inizialmente prospettata. Richiederà più tempo ma ci darà maggiori garanzie e tranquillità. Faremo una divisione catastale in modo tale da scorporare la particella dello stabile da quella dell’area a verde. Per quest’ultima parte, non ci sarà più una concessione, ma ritornerà di proprietà esclusiva del Comune”.

Prima di riacquisirla al patrimonio comunale, però, il dirigente Natale Castronovo ha chiesto la garanzia che alle spalle ci sia una progettualità, per avere la certezza che il rientro in possesso non si traduca in abbandono e altre spese. “Entro un paio di settimane – riprende Cucinotta – presenteremo una bozza del progetto che è in fase di predisposizione da parte del dirigente all’arredo urbano e al verde pubblico. Poi valuteremo anche le proposte giunte dal quartiere, come quella di realizzare un orto urbano o un gattile”.

E, se tutto andrà a buon fine, non si tratterà solo di restituire un importante spazio verde alla città ma anche di creare un nuovo importante organismo, con ricadute in termini lavorativi. “L’Ingv – conclude l’assessore Cucinotta – ha manifestato il proprio impegno a rilanciare le attività. Sarebbe un presidio a tutela dei cittadini, perché si farebbe ricerca e monitoraggio dell’attività sismica, instaurando anche una capacità attrattiva per i fondi di ricerca per la protezione sismica. Al momento, sono molti i messinesi pendolari che lavorano all’Ingv di Catania. Almeno 12 di loro potrebbero tornare ad operare in città, nella nuova struttura. Altre persone, come già concordato, potrebbero arrivare dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Messina”.

(Marco Ipsale)

5 commenti

  1. Fino ad oggi questa zona è stata mantenuta in efficienza e pulizia grazie agli attuali titolari.
    Scommetto la pensione dei prossimi 10 anni che, nemmeno 6 mesi dall’acquisizione del comune, la zona diventerà uno zozzo letamaio, con erbacce ed arbusti alti metri e spazzatura a tonnellate.
    Questo per la grande civiltà dei messinesi (con la “m” minuscola.
    Fossi per l’INGV, inserirei un articolo nel contratto, che stabilisca che, in caso di abbandono, o scarsa o assente manutenzione e/o pulizia, l’area tornerebbe immediatamente al suo uso esclusivo.
    Vedreste renatino ed i suoi seguaci, compresi quegli sfaticati di pinellini e occupantini della casa dello studente, con scopa e paletta tutto il giorno, facendo una cosa per loro terribile: lavorare.
    George.

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  2. Dividi et Impera 1 Marzo 2014 14:29

    Bha, caro george qui si vede tutta la sua tracotante e ideologica ignoranza: dice che l’area è pulita ma, le chiedo, l’ha vista?
    Suppongo di no visto che è uno spazio indebitamente sottratto (vedi delibera comunale degli anni 40 che sottometteva la cessione di una quota dell’area in cambio di manutenzione e fruibilità) da almeno 20 anni.

    Io ci sono stato, lavorando per renderlo fruibile (contribuendo ad una parziale scerbatura) anche se solo per una manciata di giorni e i risultati, spero, sembrano arrivare.

    Per curiosità, ma che lavoro fa lei?

    Io sono un lavoratore dello spettacolo e tecnico informatico il che (quando in città) mi permette di essere cittadino attivo, lei sembrerebbe sapersi solo lamentare. O appartiene al popolo dei fascisti che quotidianamente insozza la città con croci celtiche e frasi di dubbio gusto (anche estetico)?

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  3. Tutto quello che si poteva dire è stato già detto di questo parco che si inserisce nel piano “ospizi all’aperto e panchine” della giunta.
    La frase magica è sempre la stessa : “potrà diventare una risorsa.. etc etc”.
    La villa Dante di Messina nord dove anche i pescetti potranno tornare a galla a vedere la palla di pelle e di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo è servita.

    George si lancia in osservazioni con derive polemico-politiche inutili. Mi chiedo con tutti questi polmoni verdi a disposizione….. che ci vanno a fare le persone prossimamente altrove.
    Ho citato villa Dante a proposito. Per il parco Aldo Moro si profila lo stesso futuro di degrado, ma inutile gridare al ladro prima del furto. Per poter dire che sarà degradata aspettiamo che la degradino altrimenti i vecchietti non avranno argomenti di discussione nelle loro passeggiatine al parco degradato. Ma avete idea della noia a inoltrarsi in un parco ben tenuto, con cestini per i rifiuti ogni due passi, senza cacca di cane in giro, senza i gruppetti di bimbiminkia che si passano le cannette e si rincorrono rubandosi i telefonini? Senza motorini che percorrono i vialetti impennando? Senza tutte quelle caratteristiche della “messinesità” già testate e ormai standardizzate?
    L’idea del “gattile” poi è stupenda. I gatti della zona informati da questa brillante trovata stanno già traslocando da un’altra parte.. Qualcuno deve aver detto loro “come a DOn Blasco”.

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  4. Dal momento che lei è un tecnico informatico ed un cittadino attivo potrebbe sollecitare il comune a temporizzare meglio il semaforo davanti la prefettura prima che ci scappi il morto? Magari glielo spiega lei come si fa….

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  5. Dividi et Impera 2 Marzo 2014 12:27

    La leggo e mi chiedo cosa voglia intendere. Pur conservando il dubbio le rispondo che sono più interessato ad affrontare questioni “sistemiche” che specifiche. L’abbandono dei beni pubblici come fase preliminare alla privatizzazione è uno di questi. Ad esempio nel caso del parco aldo moro nella delibera concordata dalla giunta Buzzanca era previsto che all’ngv andasse la parte alta del parco (in pratica l’ottanta per cento) mentre al comune quella bassa (due terrazze di terra e due ruderi). Quando parlammo con il responsabile venuto da palermo ci disse, oggi posso affermarlo, pretestuosamente che questo era perchè alcuni strumenti sono interrati e potrebbero essere disturbati dal calpestio dei bambini. Quando chiesi se non era lo stesso per i camion ottenni un vergognoso silenzio.
    Fra l’altro, e per inciso, il parco è zona di stazionamento in caso di terremoto.
    Oggi finalmente il comune comincia a fare gli interessi del popolo che, lo ricordo, è sovrano.
    Ecco, in sintesi, io credo nella gestione diretta del bene pubblico che, in termini giuridici, è detta bene comune.

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