La “ricetta” di Croce per evitare il crack del Comune

La “ricetta” di Croce per evitare il crack del Comune

Danila La Torre

La “ricetta” di Croce per evitare il crack del Comune

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venerdì 07 Dicembre 2012 - 12:37

Il commissario straordinario ha varato le prime misure correttive, già tramesse al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti ed al Collegio dei revisori dei conti

Il commissario straordinario, Luigi Croce, si porta avanti col lavoro e vara, in anticipo rispetto alla scadenza del 27 dicembre, le prime misure correttive per superare la crisi economico-finanziaria di Palazzo Zanca. Nelle nove pagine di documento, già inviato alla Corte dei Conti e tramesso in data 6 dicembre al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti ed al Collegio dei revisori dei conti, il commissario Croce prima elenca le criticità che «ostacolano e certamente appesantiscono la normale attività di amministrazione del Comune di Messina», che sono peraltro quelle «già evidenziate dalla Corte dei Conti e dal Collegio dei revisori», e poi passa alla soluzioni, fornendo la propria ricetta anti-crisi e sottolineando come «alcuni correttivi diretti alla riduzione dei costi ed al recupero di somme ( a qualsiasi titolo dovute al Comune) potranno, in ogni caso, essere utili indipendentemente dalla procedura avviata dalla Corte dei Conti».

Il “nuovo corso” del Comune di Messina deve iniziare , secondo il commissario, dal RECUPERO DELLE SOMME. Le priorità assolute hanno le seguenti voci: Amam; Tarsu; Contravvenzioni al Codice della strada; Fitti non riscossi; oneri concessori, di urbanizzazione e per sanatorie.

Il reggente di Palazzo anca prende di petto anche l’altro grande problema del Comune: LA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE . «In relazione alla dismissione degli immobili di valore si propone di velocizzare il piano di dismissione riducendo del 20% il valore di stima e seguendo l’iter della proposta irrevocabile di acquisto senza incanto». Secondo una ragionevole previsione, che tiene conto dell’attuale condizione del mercato immobiliare, il Comune spera di incassare da questa operazione, entro aprile 2013, 4 milioni di euro, affidandosi ad agenti immobiliari ai quali riconoscere una provvigione non superiore all’1,50%. Il commissario intende, inoltre, mettere in vendita gli immobili di edilizia residenziale pubblica, attualmente in locazione, prevedendo di incassare entro aprile 2013 la somma di 1 milione di euro. Cifra esigua condizionata dal basso valore di stima degli immobili. Sul punto, Croce invita il Consiglio comunale ad autorizzare, con apposita delibera, il Commissario a seguire tutte le procedure del caso, promettendo continui “aggiornamenti” in ordine ai risultati ottenuti.

Tra le misure correttive messe a punto da Croce, non mancano i tagli ai FITTI PASSIVI, attraverso un piano di razionalizzazione che comporterà, entro, il 2013 un risparmio di 1,1 milioni di euro. Il Trasferimento di uffici presso il plesso Dante Alighieri, che è di proprietà del Comune, consentirà un risparmio di circa 790 mila euro . Ancora, entro l’anno, in ottemperanza alla legge sulla spending review, saranno disdetti numerosi contratti di locazione e per i contratti attualmente in corso e non eliminabili si tenterà di negoziare i canoni proponendo e tentando di ottenere una riduzione del 20% in cambio dello spostamento della scadenza del contratto di un anno.

Per quanto riguarda l’AFFIDAMENTO DEI SERVIZI, la parola d’ordine sarà internalizzare. Croce punta, ad esempio, ad affidare a Messinambiente o direttamente ad operai comunali, «senza costi aggiuntivi o a minor costo», i servizi relativi alla pulizia degli uffici giudiziari, degli uffici comunali, delle spiagge. I tagli alle cooperative che attualmente svolgono queste attività «comporterà un risparmio che prudenzialmente viene quantificato in 640 mila euro».

Meno toghe nel Collegio di difesa del Comune, grazie al nuovo Regolamento che prevede la riduzione dei componenti dell’organo comunale e dei compensi ai legali anche esterni . Il reggente di Palazzo Zanca quantifica i RISPARMI PER SPESE DI GIUSTIZIA in 350 milioni di euro.

Un input chiaro Croce lo fornisce in merito ai SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE, il cui costo per l’anno 2013 dovrà essere coperto per il 50% con un risparmio che prudenzialmente rispetto all’anno 2012 si stima in euro 3,8 milioni di euro. Anche in questo caso il commissario sollecita il Consiglio comunale ad autorizzare con apposita delibera la copertura per almeno il 50% dei servizi a domanda individuale.

Il reggente di Palazzo emana, inoltre, direttive precise sulle SOCIETA’ PARTECIPATE, che dovranno essere sottoposte ad uno «stringente controllo preventivo». Croce fissa alcuni paletti sui termini di approvazione dei bilanci di previsione (entro il 31 gennaio) e sui tagli alle spese rispetto all’anno precedente. Il commissario introduce una regola nuova: via gli amministratori incapaci, che «potranno essere rimossi dall’incarico qualora non raggiungano gli obiettivi del bilancio di previsione se non per giustificati motivi approvati preventivamente dalla proprietà».

TAGLI ALLE SPESE PER IL PERSONALE COMUNALE E DELLE PARTECIPATE sono indispensabili nella “ricetta” anti-crisi di Croce. «Tali spese, che incidono sul bilancio comunale per 84 milioni di euro – si legge nel documento – subiranno certamente una riduzione». Già “proibiti” gli straordinari se non in casi eccezionali con un risparmio previsto di 600 mila euro circa, a rischio ci sono adesso anche le retribuzioni accessorie del personale dirigente e del personale dipendente. L’ex procuratore capo ritiene che «le retribuzioni devono subire variazioni, incidendo anche sulle varie indennità, attraverso una concertazione con i sindacati e seguendo un patto di solidarietà che riduca di almeno di 4,2 milioni di euro la somma attualmente pagata».

Stessa logica anche per le partecipate, con rivisitazione e rinegoziazione dei contratti con i dirigenti ed il personale e piani di accompagnamento alla pensione, attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Stop a contratti di collaborazione esterna per consentire un risparmio di 300 mila euro.

Il commissario Croce ha le idee chiare anche sull’ATM, per la quale «è necessario iniziare la procedura di liquidazione e nel contempo costituire una Spa. E’ indispensabile approvare un contratto di servizio e ciò al fine di fare chiarezza e di adempiere ad un preciso obbligo imposto dalla Corte dei Conti».

Sulla CAUSA MESSINAMBIENTE/ATO, Croce sottolinea gli effetti negativi sul bilancio comunale e l’esigenza di trovare in tempi rapidissimi una soluzione transattiva anche per eliminare la situazione di squilibrio esistente tra i bilanci delle due società.

Il commissario straordinario rimanda ad una seconda “puntata” le altre misure correttive, che riguarderanno: la rimodulazione della zona Zpl con un nuovo regolamento; la riduzione del numero dei Dipartimenti; la rimodulazione della Tosap/Cosap (imposta sulla pubblicità) con un con un nuovo regolamento; i contratti per l’affidamento dei servizi sociali alle cooperative. (Danila La Torre)

14 commenti

  1. commissario,calma e gesso ora arriva il Berluskai ed i problemi fallimentari Messinesi li risolve lui:Praticmente costruisce il ponte e con il ricambio dei politici,butta a mare i cattivi amministratori ed assume nuove bocche,politiche,da sfamare.

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  2. egr.commissario,l guaio è che a messina:CI PISCIANO IN TESTA E CI DICONO CHE PIOVE

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  3. ART.21 COSTITUZIONE. La situazione finanziaria del nostro Municipio è grave, ma ancora più grave è quella economica della nostra città, aggravata da una pesante questione sociale, causata dalla precarietà del lavoro e dalla disoccupazione giovanile. Per questo motivo, chi ambisce governare Messina, come R E S E T * M O V I M E N T O 5 S T E L L E * N O I P E R L ‘ I T A L I A, deve fornire più dettagli dei loro programmi, non bastano più linee programmatiche generiche. I due link rappresentano, graficamente, l’organigramma di due Comuni, Messina e Palermo. Lo schema messinese è quello di una REPUBBLICA, il Municipio, con all’interno (11) STATO NAZIONE indipendenti e scollegati tra loro, sono le 8 AREE COORDINAMENTO, più il DIRETTORE GENERALE, il SEGRETARIO GENERALE, l’AREA SINDACO. Ogni STATO NAZIONE ha al proprio interno,un numero incredibile di CITTA’ STATO, indipendenti e scollegati tra di loro, sono (50), tra DIPARTIMENTI, UNITA’ DI PROGETTO e UFFICI DI GABINETTO. Se sommiamo le posizioni dirigenziali, sono 60, di cui 20 AD INTERIM, questo significa, che un’ancronistico ORGANIGRAMMA obbliga ogni DIRIGENTE a una media di 3 posizioni dirigenziali. A mio avviso questa struttura organizzativa di STATO NAZIONE, con 10 RE, e di CITTA STATO con 50 PRINCIPI, è una delle causa dell’anarchia di Palazzo Zanca, da cambiare nella prossima sindacatura, dovrebbe essere uno dei punti programmatici più rilevanti. In quello di Palermo, ci sono meno posizioni dirigenziali e due centri di coordinamento, quello del COMITATO DI DIREZIONE e della DIREZIONE GENERALE, che fanno capo direttamente al Sindaco e alla sua Giunta. QUAL’E’ LA VOSTRA PROPOSTA?
    http://img211.imageshack.us/img211/4176/messina.png
    http://img20.imageshack.us/img20/351/palermoz.png

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  4. Meno toghe nel Collegio di difesa del Comune, grazie al nuovo Regolamento che prevede la riduzione dei componenti dell’organo comunale e dei compensi ai legali anche esterni . Il reggente di Palazzo Zanca quantifica i RISPARMI PER SPESE DI GIUSTIZIA in 350 milioni di euro. Una bella economia. Non ho parole

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  5. ART.21 COSTITUZIONE. Spesso il cambiamento porta all’innovazione, dott.Giovanni BRUNO, lei ha un’occasione storica, INNOVARE il Dipartimento TRIBUTI, non abbia paura.
    Romolo Dell’Acqua,ex dirigente del dipartimento, attraverso la Serit Sicilia mi ha notificato a metà novembre 2012 la cartella di pagamento della TARSU 2011, leggo che ha reso esecutivo il ruolo ad aprile 2012. Il regolamento comunale prescrive l’obbligo ai cittadini di fare la denuncia entro il 20 gennaio dell’anno successivo all’inizio dell’occupazione o conduzione dell’immobile, data valida anche per le denunce di variazione e per le rettifiche delle condizioni di tassabilità, mentre gli uffici hanno tempo fino al 15 dicembre di provvedere per l’iscrizione al ruolo. Lo stesso regolamento da la possibilità di versare l’importo in un’unica rata, entro 60 giorni dalla notifica, quindi nel mio caso gennaio 2013, mentre in caso di pagamento in 4 rate, le scadenze sono gennaio, marzo ,maggio, luglio 2013. A Messina, il dipartimento Tributi, nell’era dei sistemi di gestione digitalizzata della pubblica amministrazione, riscuote un ruolo, di cui non c’è denuncia di variazione al 20 gennaio 2012, a partire da gennaio per finire a luglio 2013, tutto si completa in 19 mesi dalla fine del 2011. Se tutto va bene, a fine 2013 il dipartimento ha i dati definitivi dell’avvenuta riscossione, dopo due anni. Almeno per le denunce di nuova occupazione, si anticipi il ruolo entro febbraio-marzo, si faccia la notifica entro aprile-maggio, cosi entro novembre il Comune avrà incassato il tributo. Per i vecchi ruoli, l’OBBIETTIVO dovrebbe essere recuperare un mese ogni anno,in sei anni porteremmo il pagamento entro l’anno solare. CONVIENE A TUTTI.

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  6. cominciate a licenziare quei xxxxxxx dei dirigenti di messinambirnte

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  7. x SAIJA e tutti gli altri disfattisti AUTOLESIONISTI, i soliti messinese va…IL DISSESTO TANTO ANELATO, DESIDERATO NON SI FARA’..PS.A PROPOSITO LA CORTE DEI CONTI HA IMPOSTO UN DIKTAT ANCHE A CATANIA..MA COME ERAVAMO SOLO NOI I DISSESTATI..CHE CI DOVEVAMO AUTO CASTRARE..MA PER FAVORE! I SOLITI BUDDACI..IMPARIAMO DAI NOSTRI CUGINI..CHE NEI PROBLEMI SI UNISCONO..E NON PARLANO SOLO..

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  8. E chi l’ha detto che non ci sarà? Ricordiamoci della lunga e dettagliatissima nota della Corte dei Conti inviata anche alla Procura della Repubblica di Messina… qualcosa vorrà pur significare non Le pare?

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  9. croce io non le do una lira…anzi un euro….il danno lo paghi chi l’ha fatto non noi cittadini!
    è inutile che dice in conferenza stampa che non è solo delle ultime amministrazioni la colpa..e lei che procuratore capo è?? i lanna???
    ce ne sarebbe da recuperare soldi…primi fra tutti quelli dei lavori di manutenzione stradale fatti a “Caxxo di cane” che con le prime piogge si sono disciolti..tipo sotto il ponte della ferrovia in via Santa Marta..inizia a far pagare l’ex amministratore che ha fatto questo lavoro non a regola d’arte…

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  10. necmova..scendi dalla luna?be forse visto il nik..si.
    IL DISSESTO NON CI SARA’ ALLA FACCIA TUA E DI TUTTI GLI ALTRI DISFATTISTI..E BUDDACI DI QUESTA CITTA’…PS.MI PUO’ DARE TRANQUILLAMENTE IL TU…NON MI OFFENDO..CHE LETTORE EDUCATO..QUASI INGLESE NELLA FORMA..MA CHE BRAVO!!

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  11. Le favole hanno un lieto fine. Quella di Messina non è una favola, ma una tragedia e come tale, finirà male. Questo non è disfattismo, ma realismo. Il decreto salva comuni varato in legge non ci potrà mai aiutare ad usicre dal dissesto, nè può stare bene la ricetta “lacrime e sangue”, A CARICO SOLO DEI CITTADINI. “Lacrime e sangue” deve essere la ricetta per i politici autori, che in questa fase non mi sembra di aver compreso siano perseguiti per i loro gravissimi reati. Come ho già scritto in un altro intervento, Messina “possiede” tutti i requisiti per la dichiarazione di dissesto. Non farla deliberare significa accanirsi ulteriormente contro i cittadini che hanno avuto il “torto” di avere fatto eleggere nell’amministrazine tante emerite teste di c@@@o. Ricorrere al fondo salva comuni, in altri frangenti, potrebbe essere cosa buona e giusta. Nell’attuale frangente, con dirigenti che in tutti questi anni hanno pensato solo a “spartirsi” il “premio” per avere raggiunto gli obiettivi, un consiglio comunale che ha pensato di “sonnecchiare” e curare i propri interessi, invece di pensare alle sorti di questa città, due ragionieri generali che non hanno “pensato”, ed in tutto questo, un collegio dei revisori che non si è accorto di niente. E così facendo, consentiremo a tutti questi signori di “gestire” direttamente o indirettamente il fondo salva comuni.
    Se a tutti i cittadini sta bene questa formula che a pagare siano sempre loro, AMEN.

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  12. Salvatore Vernaci 8 Dicembre 2012 11:16

    Bisogna agire con unità d’intenti e lavorare, con professionalità e competenza, in piena sintonia al fine di evitare il dissesto, perché costituirebbe una vera “catastrofe” per Messina. Basti pensare che, in caso di dichiarazione di dissesto, l’Amministrazione dovrebbe assicurare unicamente l’assolvimento dei servizi, dichiarati per legge, indispensabili. Il D.M. i servizi indispensabili, sia quelli, elencati dal D.M. 28 maggio 1993; sia quelli, oggi modificati ed elencati dall’art. 19 della legge 7 agosto 2012, n. 135 NON PREVEDONO i SERVIZI SOCIALI, tranne “g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, SECONDO QUANTO previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione e cioè” Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” .E per una Città, come Messina, che, ha impostato i Servizi Sociali, come fonte di occupazione, ammortizzatore sociale, anche se “bacino elettorale”, sarebbe deleterio, non solo ridurli, ma abolirli.Delle misure correttive inviate dal Commissario Croce al Consiglio Comunale, particolare attenzione va posta nel disciplinare l’eventuale emissione di ruoli e di cartelle di pagamento, da scaglionare e diluire in un ragionevole tempo, perché non si possono far pagare ai Cittadini, in una volta sola o in breve lasso di tempo, le eventuali colpe o le omissioni dei Responsabili di servizi, dei Dirigenti, dei Capi Dipartimento, degli Amministratori comunali, dei Consiglieri Comunali, cui la legge demanda le funzioni di controllo, del Collegio dei Revisori dei Conti. E’ imprescindibile che se il Cittadino si vede arrivare in un breve spazio temporale, una serie di cartelle ed avvisi di pagamento, finirebbe con il contestare politicamente e giudiziariamente un modus agendi irrazionale e/o, nella peggiore delle ipotesi, incrementando l’evasione fiscale.

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  13. Rispondo all’intervento di Vernaci delle ore 12.16.
    Se il comune di Messina possiede tutti i requisiti, così come prevede la legge, il dissesto è un atto dovuto. La non dichiarazione di dissesto serve soltanto a salvare e nel contempo, a continuare a fare danni contro la collettività con i soldi dei contribuenti. Io, e come me, tutti i cittadini messinesi, ci siamo rotti i c@@@@@@@i a pagare tasse su tasse, ed in questo frangente per delle emerite teste di c@@@o che hanno solo pensato ai loro interessi, infischiandosene degli interessi della città e delle priorità. Paghiamo la tassa sui rifiuti senza avere un servizio degno di tale nota, anche se – lo ammetto – la colpa è sopratutto dei cittadini che non rispettano gli orari per gettare l’immondizia, e molto spesso la gettano fuori dai cassonetti. Abbiamo delle strade che sono di terzo mondo. Abbiamo un verde pubblico che non viene tutelato ed è diventato la pacchia del punteruolo rosso. Abbiamo un servizio pubblico che fa ancora più schifo, per colpa proprio di quei dirigenti, consiglieri comunali, assessori e sindaci, che la mancata dichiarazione di dissesto SALVEREBBE IMPUNEMENTE. Abbiamo una linea tramviaria che non andava fatta, ma che la politica, a tutti i costi, infischiandosene della cittadinanza, ha preteso ed ha fatto. La nostra città che era un gioiello è stata deturpata, maltrattata e distrutta da tutte le amministrazioni che si sono succedute ad iniziare da Merlino che ci ha infestato di “semafori”.
    La politica messinese ha impiegato oltre vent’anni per realizzare uno Stadio San Filippo che ha fatto malissimo. Potevamo avere la possibilità di realizzare il ponte sullo stretto e siamo diventati lo zimbello del mondo intero perchè i soldi stanziati sono stati “scialacquati” sempre dalla stessa classe politica che con il fondo salva comuni, si vuole tutelare. Siamo invasi dai tir che devono passare dal centro cittadino perchè la politica locale ha deciso così, e poco importa se il Boccetta è pieno di “sangue”, proprio per i tir. E si parla di “unità d’intenti, professionalità e competenza”. Se questi sono stati bravi ad affossarci fino a questo punto, che competenza e professionalità possono avere? Che venga il dissesto e sopratutto inziamo una classa action contro l’intera classe politica. Questo è quello che si deve fare. Ci definiscono “buddaci” e “sottosviluppati”. Svegliamoci e facciamo vedere che non lo siamo. Ricordiamoci che la più “civile Alessandria” e l’altrattanto “civile Milazzo” lo hanno dichiarato. Dimostriamo di avere anche noi il coraggio e non pensiamo che poi le cose si sistemeranno, perchè sappiamo tutti che non è cosi. Le cose, se non si dichiara il dissesto, peggioreranno ed allora diventerà più di oggi, una questione di ordine pubblico.
    Commissario, la prego, ELIMINI QUESTE METASTASI DELLA POLITICA.

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  14. don camillo sei alquanto esagitato..datti una calmata e’ natale.
    Detto questo, posto che si puo’ attraverso il fondo di rotazione evitare il dissesto e’ opportuno usufruire senza fare il solito disfattismo alla messinese dei don camilli.
    Evidentemente non bastano i 72 milioni ne la spalmatura del debito seppure importante, ma da domani il comune deve fare una cosa in cui ha macroscopicamente fallito, recuperare le tasse di cittadini che caro don camilluzzo non hanno pagato..ti ricordo che 42 milioni e ripeto 42 milioni di TARSU e’ andata prescritta!!e gli oneri concessori?lo stesso!e cosi tanto altro..Quindi per concludere tanti pagano..ma in migliaia non pagano, evitato il dissesto bisognera’ PRENDERE DALLE ORECCHIE chi non paga le tasse e farle pagare.
    Cosi preocedendo il comune di risana e’ questa non e’ una FAVOLA e’ una REALTA’ basta applicarla ed evitare la vergogna del DISSESTO! Alessandria..sempre a sminuirci..milazzo..la stessa cosa, noi siamo messina!e possiamo risorgere.

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