Se gli addetti dell'isola ecologica sono pagati solo per dare indicazioni

Se gli addetti dell’isola ecologica sono pagati solo per dare indicazioni

Se gli addetti dell’isola ecologica sono pagati solo per dare indicazioni

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giovedì 02 Novembre 2017 - 08:38

Una nostra lettrice, Francesca Borgia, racconta la sua esperienza all'isola ecologica di Gravitelli, dove ha portato molto materiale riciclabile e non è stata aiutata da nessuno

Ritengo di essere una cittadina coscienziosa che si adopera in tanti ambiti della vita quotidiana affinché si realizzi un cambiamento culturale e sociale collettivo. Per questo, se vado al mare porto con me un sacco per la spazzatura e raccolgo, come posso, il sudiciume lasciato sulla spiaggia; invito proprietari affettuosi e premurosi verso le proprie bestiole a raccogliere le deizioni di queste ultime incastonate sui nostri marciapiedi. Quando una macchina ostacola il transito di una mamma con passeggino o di un anziano pedone, mi adopero insieme a loro per trovare un varco; mi amareggio nel vedere panchine divelte ed alberi recisi, faccio una segnalazione se una (rara) fontanella perde acqua inutilmente, rispetto le poche aiuole, attraverso col verde, tolgo le erbacce infestanti quando raggiungono il metro di altezza, depongo i sacchi di spazzatura nei cassonetti, a differenza di tanti creativi concittadini che li lanciano dai balconi e, cosa incredibile, faccio la raccolta differenziata.

E' mia abitudine, infatti, portare la spazzatura già suddivisa all'isola ecologica di Gravitelli che, appena inaugurata, è stata subito “adottata” da me ed i miei familiari con grande soddisfazione e, per quanto conferire la differenziata sia un'incombenza onerosa dal punto di vista organizzativo, penso sia giusto incentivarne la raccolta e lo smaltimento. Agli inizi le operazioni risultavano celeri, con tempi d'attesa relativamente brevi e con l'assistenza di personale un po' “brusco” ma quantomeno gentile, che raramente accompagnava i volenterosi cittadini verso le campane… Da un po' di tempo a questa parte l'isola ecologica di Gravitelli ha dovuto adottare molti cassoni e diverse aree da usare come deposito temporaneo per riuscire a stare al passo con la tanta utenza, segno, questo, che il cittadino condivide l'idea di un riciclo responsabile e per far ciò pazientemente attende il turno, esibisce il codice fiscale, carica i rifiuti sulla bilancia e si affretta a smistare il tutto.

In particolare ci sono dei giorni, come il sabato, in cui c'è un'affluenza di gente incredibile ed un via vai continuo di macchine, per cui, quando posso, scelgo per il conferimento altri giorni della settimana come ho fatto lo scorso lunedì 30 ottobre alle ore 15 circa dopo aver stracaricato la macchina con la differenziata che i miei anziani genitori con tenacia ed ostinazione continuano a fare, avviandomi con mia sorella verso l'isola ecologica. Arrivate lì noto da subito che il personale è aumentato di numero, individuo almeno sei persone tra gli addetti ai lavori e mi compiaccio che la pratica del riciclo prenda piede, offrendo dignitoso lavoro a tanti padri di famiglia. Lavoro? L'unico cenno di “lavoro” riscontrabile è da individuarsi nel gesto di chi ci indica dove parcheggiare la macchina, per il resto l'utente cornuto deve fare tutto da sé. Oltre a plastica e vetro, dovevamo smaltire ben 65 kg di giornali (mio padre è un lettore compulsivo) pertanto il gentile signore addetto alla pesa ci suggerisce di usare un carrellino per facilitarne il trasporto verso l'area destinata. Mentre io mi affatico a fare avanti e indietro tra il cassone per la raccolta del vetro e quello della plastica, mia sorella tenta di trascinare il carrellino che, talmente pesante, rovina per terra con tutto il contenuto. Ci chiniamo a raccogliere la carta sparsa sul pavimento tra l'indifferenza e l'accidia totale del personale e quando chiedo loro aiuto, un addetto in particolare mi dice, serafico, che non è compito loro smistare: sono pagati solo per dare indicazioni. Mi indigno all'idea di persone stipendiate per non fare nulla (anche se è giusto precisare che assieme ai nullafacenti c'è chi assolve al proprio dovere) e l'indignazione è ancora più grande quando uno degli operatori con singolare sfrontatezza, mi esorta a “non portare più spazzatura, così si risolve il problema”. In un crescendo parossistico di rabbia che mi rende simile ad una belva, raggiungo il culmine quando il solito prescelto alla “nullafacenza” mi indica un cassone alto 2 metri per depositare la carta. Mi rifiuto di fare il lancio del peso e anche di utilizzare le cosiddette campane, offesa da un comportamento ostile, arrabbiata verso un sistema che alimenta e giustifica atteggiamenti arroganti di intoccabili, e fortemente amareggiata nel constatare che tutto ciò si sia svolto sotto lo sguardo indifferente ed addirittura infastidito di altri “utenti” come me…

L' amara considerazione è che un'azienda pubblica non deve avere personale stipendiato legittimato a non fare nulla, a maggior ragione quando alcuni di questi inficiano, con il loro comportamento dannoso, il lavoro di altri colleghi (mi risulta, a tal proposito, che presso l'isola ecologica di Pistunina sia in servizio, per la stessa azienda, personale solerte e gentile con le stesse mansioni degli operatori di Gravitelli, e per di più disponibile ad aiutare gli utenti che ne hanno bisogno). Per ultimo, un invito ai miei concittadini: si può cambiare l'andazzo di deriva generale se si diventa cittadini consapevoli dei propri diritti, senza chinare sempre il capo e subire soprusi, perché l'unione fa la forza, ed io e mia sorella, quel giorno, eravamo indiscutibilmente le sole a reclamare…

Francesca Borgia

14 commenti

  1. Purtroppo alla maleducazione non c’è altra alternativa nel corrispondere con altrettanta maleducazione. se la signora lasciava tutto lì e se ne andava magari poteva fare le dovute considerazioni a chi di competenza qualora fosse stata convocata. Ci costringono a fare gli stronzi per legittima difesa.

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  2. Confermo e sottoscrivo lo sfogo di Francesca Borgia. Da molti anni assisto alle scene che ha descritto. Il personale non è abilitato a sollevare più di 3 chili mi hanno risposto, invitandomi a controllare il loro contratto di lavoro che pare ne sancisca l’inabilità allo sforzo. In più sono estremamente permalosi e qualunque osservazione anche la più pacata, scatena reazioni sproporzionate e quelle si estremamente “vigorose”. Non si capisce perché non si possa avere almeno un addetto abilitato ad aiutare gli utenti nel conferimento. Anche gli anziani e i non palestrati hanno diritto a fare la raccolta differenziata, o no?

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  3. Purtroppo anch’io ho abbandonato (dopo anni di file senza alcuno sconto ma solo per spirito ecologista) il conferimento all’isola ecologica ed aspetto il porta a porta. negli anni ho osservato il comportamento degli addetti: quasi tutti a riscaldare la sedia ed alcuni a caricare in auto riviste (forse recuperate dai cassoni …) ma almeno da uno ho ricevuto più volte aiuto, adesso non saprei se lavori sempre a gravitelli ma parliamo di una mosca bianca. Del resto chi glielo fa fare ? se si dovessereo far mare per un lavoro non autorizzato? “U Pisci feti da testa”

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  4. Poverino sicuramente aveva la lingua sudata per il troppo sforzo.
    Come deve funzionare la nostra città con questi dipendenti?
    Quando si sveglia questa città?
    Quando si sveglia chi ci comanda?
    Incominciamo a licenziare i parassiti e i poltroni e assumiamo gente che ha voglia di lavorare

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  5. …non va meglio a Pistunina… C’è un addetto che registra e pesa e un altro che italicamente sta a guardare, fuma e si fa gli affari suoi. Non esitano, poi, ancge a rispondere con mal garbo.

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  6. E’ tutto vero, e che dire che sei costretto a buttare la carta in contenitori alti tre metri?, senza una scala o rampa che ti consenta di arrivare all’altezza del cassonetto.

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  7. due deficienti mettono NON mi piace:Ma non vi piace che cosa? ho raccontato la verità,se poi non vi piace almeno dite perché?

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  8. Mi permetto inoltre di aggiungere che la funzione delle isole ecologiche dovrebbe asservire a punto di raccolta differenziata decentrata dove conferire grandi quantità di materiali, ingombranti, rae e altro ancora, insomma tutto quello che nella normale conferimento non si potrebbe buttare. Io ho svuotato lo sgabuzzino di un mio parente ed ho portato tutto a Pistunina per esempio.
    Nella anomalia messinese invece, la differenziata settimanale la si deve portare alle isole ecologiche, raggiungibili solo in auto, e costringendo l’utenza a stoccare i rifiuti in casa perchè non si può sicuramente fare avanti indietro per un singolo sacchetto di vetro. Mentre i contenitori in giro per la città sono in condizioni pietose. Questa è Messina.

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  9. CONDIVIDO ed aggiungo che per gli stessi identici motivi da inzio 2017 non vado più nell’isola infelice,ma visto che pago regolarmente la tari ,getto la spazza nel cassonetto sotto casa.Aggiungo che dopo avere per due anni regolarmente conferito a gravitelli non ho avuto nessuno sconto,ma questo è un altro capitolo.

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  10. Messina Prima di Tutto 2 Novembre 2017 21:36

    Anche a Tremmonti la situazione è simile.. prima dello sconto Tari trovavo i dipendenti che si guardavano maria de filippi in tv (immagino riciclata) e coltivavano pomodori.. ora solo bestemmie e urla disumane, ovviamente se gli porti il caffè te li fai subito amici.. Ci vado per l’estremo rispetto che ho per l’ambiente e per la mia città..
    Anche qui nessuno muove un dito VERGOGNOSI E PARASSITI!!!

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  11. V per vendetta2 2 Novembre 2017 22:09

    io una volta effettuata la pesa ed aver avuto la ricevuta gli lasciavo tutto li e che se la vedessero loro a fare la differenziata.

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  12. vediamo quando finira lo sconto.TUTTI QUESTI ECOLOGISTI E POI SONO PROPRIO LORO CHE NON PAGANO LA SPAZZATURA. HANNO BISOGNO DI UN MAROCCHINO ALLE LORO DIPENDENZE

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  13. Vocedellagentevera 4 Novembre 2017 13:55

    Che città…
    Vergogna

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  14. Lavoro presso un CDR e non ho idea di come si operi nelle isole da voi descritte….ma vorrei spendere due parole per chi come me entro l’orario di apertura deve sistemare lavatrici, frigoriferi, tv dentro container inpilandoli a 3 senza nessun tipo di ausilio meccanico… mantenere in ordine e pulito il piazzale di 1500mt togliere dai cassoni conferimenti sbagliati… dare aiuto a chi conferisce oggetti pesanti… oltre a una serie di lavori piu semplici come svuotare tutti i bidoni da sacchetti e buste… svuotare oli negli appositi contenitori.. sistemare batterie al piombo e quant’altro.. oltre che a rilevare pesate e conferimenti e con una sola persona a gestire il tutto. Per assolvere a tutti i compiti il più dei mesi devo fare dalle 12 alle 15 ore di volontariato all’interno dell’isola, diversamente non riuscirei. Pena… perdita del lavoro. Non tutti hanno la capacità ne il buon senso di soffermarsi a valutare quanto lavoro ci sia dietro le quinte, certo é che in altre isole da quanto leggo mi pare andare decisamente in maniera non proprio conforme alle regole che accumunano tutti i CDR Centri di raccolta. Dispiaciuto che alcuni operatori agiscano in questi modi e soprattutto non facendo nulla o quasi.

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