Alberto, il suo chiosco, l'isola ecologica della discordia: "Solo beffe" VIDEO

Alberto, il suo chiosco, l’isola ecologica della discordia: “Solo beffe” VIDEO

Alberto, il suo chiosco, l’isola ecologica della discordia: “Solo beffe” VIDEO

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venerdì 26 Gennaio 2018 - 10:41

Avevamo raccolto l'appello di Alberto Smedile già un anno fa, eravamo andati a vedere in che condizioni è costretto a lavorare e riproponiamo quelle immagini nel servizio video. Ad oggi non è cambiato nulla. E ha scritto una lettera molto dura

«Il mio nome è Alberto Smedile e sono un giovane esercente che da circa 2 anni, insieme alla mia famiglia, ha finalmente intrapreso con entusiasmo un’attività commerciale che riguarda la vendita di gelati e granite. Con grandi ed enormi sforzi cerchiamo di mantenerla al meglio, ma continuiamo a combattere con un problema che finora nessuno ha saputo risolvere. Nonostante il Comune conoscesse bene il progetto di questa attività, perché era stato presentato molto tempo prima dell’effettiva apertura del chiosco, ha comunque collocato in maniera temporanea un’isola ecologica proprio nella stessa piazzetta in cui sorge il chiosco, cosa decisamente incompatibile con le normative vigenti.

Sono presenti a pochi metri ben 2 attività commerciali dedite agli alimenti. L’isola ecologica ormai battezzata dai noi commercianti “mini-discarica ecologica”, non solo non ha alcuna legalità a stare lì, ma grazie alla negligenza del servizio permette di accumulare grandi quantità di qualsiasi tipo di rifiuto, tra cui animali morti in fase di decomposizione e rifiuti ospedalieri, tutto ciò sotto la visione degli operatori sia di Messinambiente che di Ato3.

Ho deciso di fare presente sin da subito questo problema, anche perché a poche decine di metri è presente una mini-villetta adibita per lo svago dei bambini, ho telefonato a Messinambiente e Ato ma nessuna risposta, ho chiesto un appuntamento con i responsabili ma mi hanno risposto che il problema non era dipeso da loro ma era ad indirizzo politico, allora ho continuato a bussare a tutte le porte, dal consiglio comunale al quartiere. Proprio alla circoscrizione mi dissero che addirittura avevano fatto una apposita delibera da quasi 2 anni per lo spostamento dell’isola, ma alla fine tutti indicarono l’assessore competente Daniele Ialacqua come l’unico da cui dipendeva tutta la questione.

Presi appuntamento per avere un dialogo con questo assessore competente ma dopo diversi tentativi capii che non era possibile parlare con lui “era troppo impegnato e non era presente”, mi imposi e senza appuntamento all’improvviso entrai nella sua stanza e chiesi spiegazioni e mi rispose: “Ho detto a Messinambiente di spostarli, ed erano attesi i tempi tecnici”. Ho aspettato quasi 8 mesi, ma ancora nessun risultato e allora ho deciso di fare un esposto e chiamare i miei legali e denunciare tali disagi e tutti i problemi. Ora, nel momento in cui mi verrà chiesto il pagamento della Tari, cosa dovrei fare? Oltre al mancato servizio e alle continue “beffe” di chi ha responsabilità, cosa resta? Chiedo aiuto per me, la mia famiglia, e per tutti i residenti di piazza XXV Aprile di San Licandro»

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