Feneal Uil lancia l'appello: "Edilizia al collasso, non facciamo vincere lavoro nero e imprese furbe"

Feneal Uil lancia l’appello: “Edilizia al collasso, non facciamo vincere lavoro nero e imprese furbe”

Feneal Uil lancia l’appello: “Edilizia al collasso, non facciamo vincere lavoro nero e imprese furbe”

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venerdì 11 Marzo 2016 - 23:45

Il sindacato degli edili racconta in una lettera aperta tutti i drammi del comparto, dal lavoro nero ai contratti irregolari. Il segretario Pasquale De Vardo chiede l’apertura di un tavolo tecnico con tutti gli organi preposti per contrastare questi fenomeni prima che questi riescano a consolidarsi defintivamente nel nostro territorio.

«Edilizia messinese ormai perennemente in forte crisi. A dirlo sono i numeri inquietanti che confermano la speculazione su un settore che era il volano economico dell’intera provincia». Inizia così la lettera aperta della Feneal Uil, la federazione degli edili della Uil. Il segretario Pasquale De Vardo lancia un appello: basta con il lavoro nero.

«Dal 2008, anno in cui è iniziata la crisi del settore, ad oggi, i lavoratori del comparto edile rimasti disoccupati hanno raggiunto un numero impressionante di 6000 unità. A nostro avviso questi dati vengono alterati dall’uso sconsiderato di manodopera irregolare. Questa nostra analisi viene maggiormente supportata dai numeri (Cassa Edile/Inps/Inail): oggi i cantieri aperti sul territorio messinese sono oltre 5800 esattamente come nel 2008 ante crisi, ma i lavoratori impiegati sono calati di 6000 unità, contraddizione maggiormente rafforzata da altri numeri, come il numero di ore lavorate che passa dalle 12000 ore del 2008 alle 5000 ore del 2015 e del monte salari che passa da 105 milioni del 2008 a 54 milioni del 2015. Vero è che questa provincia oltre la crisi, per vicende giudiziarie, ha subito la perdita di alcune grosse imprese edili che occupavano un gran numero di lavoratori oltre l’indotto. Vero è che le opere pubbliche in tutto il territorio sono ferme al palo per le più svariate vicissitudini. Vero è che queste opere da sole raggiungono circa 500 milioni e consentirebbero una forte ripresa dei livelli occupazionali. Ma altrettanto vero è che se gli organi preposti come il Dipartimento Territoriale del Lavoro, che con le poche disponibilità di ispettori e mezzi riesce a svolgere il proprio compito ma non riesce a vigilare sui quasi 6000 cantieri dichiarati nel messinese, se non viene messo nelle condizioni adeguate a svolgere il proprio compito di vigilanza e repressione da questo Governo Regionale, a nostro avviso anche l’inizio di queste opere, non farà invertire il dato impietoso riguardo il numero di lavoratori disoccupati.

Emblematici ed impietosi infatti sono i dati, che dimostrano un incremento assurdo e spropositato di lavoro irregolare, oltre ai lavoratori in nero che sono oltre il 40% delle maestranze impiegate nei lavori, registriamo che quasi il 50% dei lavoratori con regolare contratto di lavoro viene assunto a part-time, esponenziale è anche l’utilizzo dei voucher, aumentano i lavoratori autonomi titolari di partite Iva, che in realtà prestano attività come dipendente, e poi ci sono quei lavoratori edili che vengono illusi di un contratto di lavoro edile che poi invece si rivela un assunzione con contratto di metalmeccanico, trasporti, commercio e servizi e addirittura con contratti agricoli, tutto questo ovviamente per non corrispondere il giusto inquadramento previdenziale e salariale spettante, oltre al guadagno per queste “imprese” di non versare la Cassa Edile ai Lavoratori.

Ma non è solo questo a preoccuparci. La cosa che più ci preme è mettere fine a questo sciacallaggio, a questa speculazione sui meno fortunati a questo gioco al ribasso sulla pelle dei lavoratori edili, perché il bisogno e la disperazione dei lavoratori edili rimasti privi di occupazione, diventano opportunità di guadagno per alcune “imprese” che, approfittando della più grande crisi occupazionale del comparto edile messinese, ne approfittano a danno dei lavoratori e di quelle imprese sane che fino ad oggi sono state il vero settore manifatturiero messinese, ma che oggi non riescono ad aggiudicarsi neanche il più piccolo degli appalti se non superando la soglia del 45% di ribasso. Ribasso che ovviamente oltre al danno di non realizzare un opera a regola d’arte o a volte di non realizzarla proprio, va a discapito delle tasche dei malcapitati lavoratori, perché a questi ultimi quando hanno la fortuna/sfortuna di andare a lavorare per queste imprese spesso apri e chiudi, viene offerta occupazione con retribuzioni al ribasso e senza alcuna tutela ne previdenziale ne assicurativa , oltre alla mancata certezza di vedersi riconosciute le poche spettanze concordate». Per tutti questi motivi la Feneal Uil chiede a gran voce l’apertura di un tavolo tecnico congiunto con tutti gli organi preposti, le Istituzioni e le parti sociali in causa, al fine di contrastare questi fenomeni prima che questi riescano a consolidarsi nel nostro territorio, e dando cosi speranza e respiro ad un settore quello edile già bruscamente e fortemente devastato in termini occupazionali.

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