Gli ex lavoratori di Caldaia Sicura: "Incoerenza dell'amministrazione"

Gli ex lavoratori di Caldaia Sicura: “Incoerenza dell’amministrazione”

Gli ex lavoratori di Caldaia Sicura: “Incoerenza dell’amministrazione”

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giovedì 03 Maggio 2018 - 12:02

Tornano a scrivere i lavoratori impegnati in questi anni nel servizio Caldaia Sicura e rimasti disoccupati perché alla fine l'amministrazione ha deciso di non internalizzare il servizio in Amam. Una lettera che ripercorre le tappe di questi anni e si rivolge alla prossima amministrazione comunale

I lavoratori di Caldaia Sicura tornano a scrivere per ricordare la condizione in cui sono stati lasciati e per chiedere a chiunque amministrerà la città dopo il 10 giugno di non continuare a ignorare questo gruppo di lavoratori che si sentono presi in giro e che si occupavano di un servizio che adesso rischia di restare interrotto per chissà quanto tempo.

Sono in sei a mettere le firme in calce a questa lettera che è ancora una volta uno sfogo amaro ma che ripercorre anche quello che è successo in questi anni e racchiude i timori per un lavoro perso che sperano di poter ancora salvare in qualche modo.

«Il 18 gennaio 2017 veniva avviato dall’Amministrazione Comunale di Messina l’iter per l’internalizzazione del servizio “Caldaia Sicura” in Amam. La delibera di modifica dello statuto Amam fu approvata dalla Giunta a giugno 2017 ed approdò in Consiglio comunale il 22 agosto 2017. Il Consiglio il 18 gennaio 2018 approvò la delibera di modifica dello statuto Amam, stralciando però con un emendamento l’inserimento del servizio Caldaia Sicura nell’oggetto sociale della partecipata. Dopo il 18 gennaio 2018, l’Assessore Sergio De Cola, sempre più convinto che la soluzione più conveniente per l’Amministrazione fosse l’internalizzazione del servizio in Amam ha riavviato l’iter. Incomprensibilmente però il 24 Aprile, dopo l’ultima seduta di Giunta, venne comunicato che invece si procederà ad affidamento esterno. Noi ex lavoratori di Caldaia Sicura non sindachiamo le decisioni della Giunta, ma sarebbe stato meglio se fossero stati meno indecisi sul da farsi, a nostro avviso l'Amministrazione ha dimostrato incoerenza. Pensare di far partire prima possibile il servizio di ispezioni degli impianti termici è un’utopia» scrivono i lavoratori che ricordano che prima di loro passarono cinque anni per un affidamento del servizio Caldaia Sicura. «Il primo appalto del servizio Caldaia Sicura scadeva nel lontano maggio 2008, il servizio è stato riaffidato nel giugno 2012 le ispezioni sono state avviate nel 2013, dopo ben cinque anni. Questo è quello che è accaduto in passato, ma adesso stiamo peggio, l’appalto è scaduto il 14 giugno 2016 ed in quella data sono stati licenziati quattro ispettori per fine appalto, sono rimasti in forze solo un ispettore e due amministrative in quanto fu assegnata una proroga tecnica fino a dicembre 2016, ma senza essere stipendiati.

La Promoeco non ha erogato parecchi stipendi per un lungo periodo, tanto che il Comune di Messina ha applicato il potere sostitutivo liquidandoci qualche spettanza, sopraggiunto un decreto ingiuntivo da parte di altro lavoratore di Promoeco che ha lavorato in cantiere diverso dal Comune di Messina, non vi è stata più possibilità di recuperare altro e noi, oltre a tanti stipendi mai percepiti, aspettiamo anche il TFR. Inoltre è stata richiesta istanza di fallimento nei confronti di Promoeco, pertanto attendiamo sentenza».

I lavoratori ricordano inoltre che nel gennaio 2018, dopo il fallimento della proposta di internalizzazione del servizio, avevano richiesto ancora una volta all’assessore De Cole di avviare l’iter per la gara d’appalto chiedendo di inserire apposite clausole di salvaguardia per il personale dell’appalto uscente (prevista dal codice dei contratti pubblici) e di revoca dell'appalto alla ditta affidataria nel caso di mancato pagamento di 2 stipendi ai dipendenti o nel caso del non rispetto delle norme previste dal bando quali per esempio non fornire i mezzi basilari per l'espletamento del servizio(strumenti, macchina di servizio, carburante, visto che gli ispettori portavano da casa anche il cacciavite).

«Abbiamo chiesto inoltre per il futuro, nel caso di cambio appalto tra un affidamento e un altro che il nuovo appalto fosse affidato prima della scadenza del precedente per non provocare inutile vacatio. Tutto questo è stato disatteso e l’Amministrazione Comunale, convinta che l’internalizzazione fosse la

strada più conveniente per il Comune, ha proposto l’iter per inserire il servizio in Amam ed approvare il contratto di servizio allegando un piano industriale, che prevedeva solo minime spese di gestione e gli stipendi dei lavoratori, definendo la cifra esorbitante dell’utile da versare all’organismo affidatario quale risparmio per l’Ente. Sia chiaro a tutti che noi non pretendevamo il passaggio diretto in Amam, come insinuava qualche consigliere, ma eravamo coscienti che avremmo affrontato con competenza una selezione pubblica. Oggi siamo a quasi due anni dalla scadenza dell’ultimo appalto, nessun atto è stato prodotto. Il Comune di Messina, nella qualità di Autorità Competente, non ha neanche approvato il nuovo regolamento come indicato dalla Regione Siciliana È importante sottolineare che il servizio non grava sul bilancio Comunale perché si autofinanzia ma, vista l’esperienza passata, ripetiamo quanti anni si dovrà ancora attendere per far ricominciare un servizio obbligatorio e necessario per la sicurezza dei cittadini? Tenuto conto che questi ultimi, in fase di manutenzione, hanno pagato il bollino e che il Comune di Messina ha incassato le somme che dovevano essere utilizzate per un servizio di ispezioni che invece non è attivo. Alcuni di noi, ex lavoratori di caldaia sicura, abbiamo figli, cosa deve dire un genitore guardando un figlio negli occhi? Potrebbe dirgli: “Figlio mio siamo in Sicilia non c’è lavoro, però io e i miei colleghi avremmo potuto lavorare solo se la macchina burocratica del Comune di Messina fosse stata efficiente e ci avesse tutelato invece di illuderci con false promesse e vane speranze. Mi auguro che una nuova Amministrazione possa garantirci la giusta tutela prevista dalla legge».

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