Inceneritore del mela, l'arcidiocesi: "Serve viluppo economico sostenibile"

Inceneritore del mela, l’arcidiocesi: “Serve viluppo economico sostenibile”

Salvatore Di Trapani

Inceneritore del mela, l’arcidiocesi: “Serve viluppo economico sostenibile”

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martedì 27 Febbraio 2018 - 09:28

E' con una lettera indirizzata al presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, che l'arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela fa presente la sua posizione. "Serve uno sviluppo economico sostenibile, coniugato con un vero risanamento".

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Anche l'arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela scende in campo nel dibattito sul termovalorizzatore A2a previsto per la Valle del Mela. E' con una lettera indirizzata al presidente della regione Sicilia Nello Musumeci, a firma della "Commissione per la Custodia del Creato", che vengono fatte presenti le proprie considerazioni.

"Esprimiamo la vicinanza della chiesa alla popolazione -si legge nel documento- Il tema del termovalorizzatore è di grande importanza per tutta la nostra comunità e, in particolare, per coloro che risiedono nei paesi adiacenti alla zona interessata dal progetto, considerato che già da decenni la popolazione subisce un costante inquinamento a causa delle emissioni prodotte da diversi insediamenti industriali. Riteniamo che il creato, inteso come sistema integrato tra ambiente e creature viventi, debba essere tutelato in quanto espressione primaria della dignità umana".

Una posizione analoga a quanto già espresso nel 2014, in concomitanza con l'incendio scoppiato alla RAM, da parte dei vicariati di Santa Lucia del Mela e di Milazzo: “la custodia del creato richiede degli impegni conseguenti che i vescovi ci ricordano: la coscienza di un prioritario impegno culturale, la denuncia davanti ai disastri, la rete di speranza nel futuro”.

Nella lettera della commissione viene poi chiarificata la propria posizione, riguardo la realizzazione di un termovalorizzatore nella Valle del Mela: "Il progetto di installazione non è accettabile -si legge ancora- in quanto ricade su un’area già dichiarata ad alto rischio di crisi ambientale. Va considerato che verrebbero introdotte nell’aria nuove pericolose sostanze, quali polveri sottili, metalli pesanti e composti della famiglia dei furani e delle diossine. Ciò costituirebbe un impatto aggiuntivo rispetto all’attuale livello di inquinamento, con inevitabili effetti sinergici di pericolosità ad oggi sconosciuta".

La lettera si conclude invitando, quindi, ad uno sviluppo economico più sostenibile che sia votato alla nascita di nuovi posti di lavoro senza trascurare tematiche come l'ambiente e la salute. "Consapevoli della condizione di grave emergenza, proponiamo di orientare le azioni concrete di programmazione verso una moderna economia circolare con recupero di risorse e nascita di nuovi e stabili posti di lavoro. Infatti sulla lavorazione dei materiali riciclabili, come carta, vetro, metalli, plastica e rifiuti organici, si apriranno nuove aziende, in grado di generare lavoro in maggiore armonia con l’ambiente. In questa direzione occorre incentivare una adeguata risposta imprenditoriale, anche creando infrastrutture impiantistiche adeguate, pensate in modo da assecondare le vocazioni territoriali".

L'invito, dunque, è ad un intervento efficace da parte della regione cosicché "vengano prese tutte quelle decisioni, necessarie e opportune, affinché anche in Sicilia venga concretamente riconosciuto ad ogni persona il diritto a vivere in un ambiente sicuro”.

Salvatore Di Trapani

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