Istruzione parentale: la scuola "si fa" in famiglia

Istruzione parentale: la scuola “si fa” in famiglia

Marilena Raffa

Istruzione parentale: la scuola “si fa” in famiglia

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martedì 13 Giugno 2017 - 06:28

Sempre più italiani scelgono la libertà di istruire i figli, personalmente o con l’ausilio di insegnanti privati, al di fuori del sistema scolastico

Parecchi anni fa conobbi una coppia di genitori, non ricordo se entrambi o solo lei italiana, che girava il mondo con i propri figli. Si finanziavano con le vendite delle collanine che lui realizzava, usando materiali che reperiva fortuitamente attraversando un deserto, una foresta o una spiaggia di chissà dove.

Viaggiavano già da tempo e molteplici erano i luoghi visitati e quelli in cui avevano vissuto. Solo agli inizi dell’estate tornavano in Italia per consentire ai figli di sostenere gli esami a scuola, da esterni.

Ricordo questi bambini meravigliosi, piccoli ma già arricchiti di esperienze, curiosi e vivaci, si inserivano entusiasti nei racconti dei genitori per completarli e parlavano perfettamente diverse lingue.

Questi genitori insegnavano la vita ai propri figli, per indole o per scelta, nel modo che sapevano fare. Oggi sarebbero genitori homeschoolers ovvero che si occupano dell’istruzione dei figli.

Ma in Italia è legale? Assolutamente sì, anzi l’art. 30 della Costituzione stabilisce il diritto-dovere dei genitori di istruire ed educare i figli. Solo se questi non sono capaci, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. Non esiste un obbligo scolastico ma un obbligo di istruzione che può essere adempiuto non necessariamente andando a scuola.

Questa scelta è maggiormente diffusa all’Estero e diverse sono le Università nel mondo (circa 900 tra cui Harvard, Yale, Princeton e Cornell) che accettano gli homeschoolers tra gli iscritti. In Italia è un fenomeno in crescita ma non si tratta dell’ennesima moda importata: già nell’antichità, prima dell’istituzione delle scuole, bambini e ragazzi venivano istruiti esclusivamente tra le mura domestiche dai genitori o da maestri privati.

I genitori che decidono di provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dei propri figli, devono dimostrare di avere le capacità tecniche o economiche e darne comunicazione ogni anno per il successivo alla competente autorità ovvero al dirigente scolastico del territorio di residenza. È compito dell’istituzione, poi, vigilare e verificare con opportuni controlli.

Abbiamo chiesto maggiori dettagli a Carmen Fiore, messinese di 39 anni da tempo trasferita a Milano, una delle 1500 mamme italiane che ha scelto l’homeschooling o istruzione parentale per il proprio figlio.

Perché hai deciso di occuparti personalmente dell’istruzione di tuo figlio?

"Ciao Marilena, intanto voglio ringraziarti per aver deciso d’informare i lettori di questa possibilità. La mia scelta è arrivata per diversi motivi e nel tempo si è trasformata. Voglio premettere che io sono sempre stata una “secchiona” amante del sapere in tutte le sue forme. Ma la scuola italiana di oggi è in crisi. Noi ne siamo rimasti profondamente delusi. Al di là di questo, l’homeschooling è uno stile di vita che una volta conosciuto difficilmente ti fa tornare indietro. Per molti, oggi, è “la scelta” perché prima di tutto è libertà: di apprendimento secondo i ritmi, le passioni e le attitudini del bambino. È il contrario della monotonia: è innovazione, multidisciplinarietà, esperienza, ricchezza di fonti, materiali e metodi per l’apprendimento, vera socializzazione e non quella ricreata in una classe con sempre gli stessi bambini per anni, in un ambiente artificiale, governato da regole che non esistono in società. È contatto con la Natura e conoscenza attraverso il viaggio. In una parola è Vita vera. Vorrei precisare un paio di cose importanti che spesso sono causa di fraintendimento: fare homeschooling è economico e alla portata di tutti. I genitori non si sostituiscono agli insegnanti ma sono delle guide che stimolano il bambino a orientarsi prima di tutto verso la felicità e lo sviluppo del proprio potenziale, attraverso la costruzione di un percorso di studio condiviso e un apprendimento naturale. Non esiste un solo metodo di fare homeschooling e non è in opposizione alla scuola. È un arcobaleno di sfumature diverse di apprendimento tante quante sono le famiglie che lo praticano, ognuno secondo il proprio stile di vita e approccio. Tutti mettiamo in pratica le Indicazioni Nazionali del Miur che puntano sull’acquisizione di obiettivi e il raggiungimento di competenze del bambino attraverso un’offerta formativa personalizzata. I programmi ministeriali di cui spesso si sente ancora parlare non esistono più e anche le scuole dovrebbero lavorare così da tempo. Infine, seguendo la naturale crescita del ragazzo, l’istruzione parentale rende i giovani più autonomi, parte attiva della società, con un pensiero critico ben sviluppato, consapevoli di ciò che vogliono fare e già con tante esperienze lavorative con mentori professionisti alle spalle. E poi non crescono dentro a certi stereotipi e modi di pensare tipici delle mode del momento e amano molto la cultura, il sapere perché per loro non è un compito obbligatorio ma una scelta".

Segui un programma particolare? Ogni anno Alessandro deve sostenere un esame per verificare il suo apprendimento?

"Il nostro modo di fare istruzione parentale lo abbiamo chiamato LifeSchooling, perché è la Vita vera a fare da maestra. Come coach olistica sono partita dalla Felicità e dalla riflessione sull’individuo come essere umano, facente parte di una comunità che vive in un Mondo insieme ad altri esseri viventi. Il nostro approccio all’apprendimento è sistemico. Lavoriamo su progetti multidisciplinari che partono dai suoi interessi. A 9 anni ha fatto un progetto per avere il suo cagnolino con tanto di business plan e conto economico su 1 e 3 anni. Tanta matematica, geografia, studio dell’alimentazione, ricerca, legge, educazione civica tutte fuse come nella vita. E oggi abbiamo la nostra cucciola Willow! Lavorando in comunicazione gli ho trasferito delle competenze professionali: ha fatto un sito internet dove racconta la sua vita da homeschooler e riunisce i suoi “lavori” come piccolo inviato di un magazine: questo gli ha dato la possibilità di presiedere ai tavoli tematici del Mudec, il Museo delle Culture di Milano, d’informarsi e approfondire tematiche importanti e intervistare persone come Cecilia Strada o l’ex Sindaco di Milano. In Italia c’è una vasta rete di educazione parentale e, insieme, organizziamo tantissimi laboratori e corsi con professionisti, visite ai musei, attività sportive e dibattiti via Skype su temi importanti con gli amici lontani. Inoltre, Alessandro è molto interessato al regno animale e ha già fatto un piccolo tirocinio in una clinica veterinaria, un corso di apicoltura, il volontario in un’associazione che si occupa del recupero della fauna selvatica e in un canile, ha partecipato a un seminario sul lupo. Ha vinto un concorso e volerà al Wolf Centre in Inghilterra dove conoscerà un famoso ricercatore specializzato nella sua passione: i lupi! Poi utilizziamo molto il web con siti internazionali oltre a scambiarci competenze e informazioni tra homeschooler italiani e di tutto il Mondo. Facciamo travelschooling, cioè sfruttiamo i viaggi per imparare e le “vacanze” sono uno dei momenti più importanti per l’apprendimento. Sembra davvero tanto ma la verità è che facendo homeschooling si ha molto tempo libero e il bambino ha anche la possibilità di annoiarsi, pensare, riposare. Fino a ora Alessandro non ha sostenuto nessun esame in quanto quest’ultimo era ritenuto un diritto dell’alunno di poter avere l’idoneità alla classe nel caso in cui volesse rientrare nel percorso scolastico. Il controllo dell’obbligo d’istruzione era effettuato attraverso colloqui pubblici informali. Oggi, con la riforma della “Buona Scuola” è stato reso obbligatorio l’esame e noi lo riteniamo anticostituzionale. I motivi sono tanti: l’ostilità di molti docenti verso l’homeschooling, l’ignoranza da parte di altri dei metodi di apprendimento più innovativi e delle leggi che regolano l’esame di chi si presenta come privatista. Così ci stiamo organizzando per trovare un dialogo sul come realizzarli. Gli esami importanti, che danno un titolo, sono quello di terza media e quello di maturità a cui ci si può presentare da privatisti".

A chi ti sentiresti di consigliare questa scelta? E quali sono, in base alla vostra esperienza , pro e contro?

"Mi sento di consigliarla a tutti ma, soprattutto, a due categorie di persone: quelle che, come noi, credono che la vita sia una splendida avventura in cui crescere, imparare ed evolversi sempre e per quelle persone che sentono il bisogno di rivedere le proprie priorità. L’homeschooling è uno stile di vita che mette al primo posto le relazioni umane, la famiglia e la felicità del bambino e dell’individuo che diventa, così, un adulto consapevole e rispettoso della comunità in cui vive e che costruisce come parte attiva di essa. Noi viviamo tra Milano e Messina e abbiamo la possibilità di prendere il meglio di entrambe le città. Per la prima volta l’anno scorso ho visto Messina con occhi diversi e abbiamo trovato tante opportunità di apprendimento: siamo stati ospiti di una casa vinicola locale per vivere la vendemmia, abbiamo seguito gli itinerari dei colli, ho creato un percorso di fisica esperenziale con il gruppo Young Minds dell’Università di Fisica al Parco Avventura, siamo stati a un incontro sulla biodiversità e la decrescita felice all’orto botanico, a un convegno sulla Zoomafia al Municipio, Ale ha fatto una bellissima esperienza in un’associazione animalista, abbiamo visto mostre d’arte e tanto altro. Quando non sei rinchiuso dentro a un sistema che organizza e standardizza il tuo tempo e le tue esperienze, hai la possibilità di scoprire realtà che prima non vedevi. Basta organizzarsi e fare delle scelte che comportano un riassettamento degli orari e dell’organizzazione familiare, ma volere è potere. Inoltre è anche un buon rimedio anticrisi! Noi homeschooler organizziamo tante attività in orari dove solitamente i commercianti non lavorerebbero perché i bambini normalmente sono a scuola e contattiamo tanti professionisti per organizzare occasioni di apprendimento di gruppo originali e divertenti. Per me è diventata anche un’occasione di lavoro. Ho trasformato le mie competenze per adattarle a questo stile di Vita. I contro? È contagioso! Come puoi vedere parlo sempre al plurale perché chi sceglie questa strada cresce insieme ai figli, alla famiglia e anche agli amici che coinvolgiamo nelle nostre attività!

Per info: www.sobjective.it.www.carmenfiore.ebasta/oppure www.sobjective.it/whoisthisbaby; la rete di educazione parentale: www.educazioneparentale.org "

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