Inaugurata ieri al Museo Regionale la mostra dedicata al prezioso dipinto dopo il restauro
Il volto sospeso di Lazzaro, il suo corpo diagonale, scarno, il protendersi disperato delle sorelle e il tocco delicato con una di loro.
Tutto, adesso, ha una luminosità nuova, un impatto maggiore, vibrante dopo il lungo restauro cui La Resurrezione di Lazzaro del Caravaggio è stato sottoposto presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro del Ministero per i Beni e le attività Culturali di Roma.
Ieri, dopo il successo dell’esposizione a Palazzo Braschi di Roma e i sette mesi di lavori presso l’Istituto, Messina ha salutato il “suo” Caravaggio riempiendo i locali del Museo Interdisciplinare Regionale “Maria Accascina”, che ha reso omaggio all’autore allestendo una mostra aperta al pubblico fino al 25 novembre prossimo.
Dopo gli interventi dell’onorevole Pietro Folena, presidente dell’Associazione culturale Metamortosi che ha finanziato il progetto, dell’architetto Gisella Capponi, dirigente dell’Istituto centrale per il restauro, dell’architetto Gesualdo Campo, dirigente generale del dipartimento di Beni culturali e dell’identità siciliana, alla presenza del direttore del Museo dottoressa Giovanna Maria Bacci e della dottoressa Caterina Di Giacomo, dirigente dell’Unità Operativa II- collezioni ed esposizioni, l’evento si è spostato nella sala museale dove è stato possibile ammirare il dipinto restaurato affiancato dall’altro capolavoro del Caravaggio custodito a Messina, l’Adorazione dei Pastori.
All’opera, ossidata e spenta, è stato restituito vigore adesso che, sul buio fitto dello sfondo, si stagliano, luminose, le figure dei personaggi che animano la scena con lo stupore dei volti per l’evento miracoloso cui assistono, mentre il dito di Cristo punta il corpo smagrito di Lazzaro tra le braccia incredule della sorella.
A corollario del dipinto, dei pannelli didattici e delle proiezioni di filmati con i passaggi più interessanti dell’intervento di restauro, a cura dei responsabili dell’importante progetto che ha avuto il merito di riportare “a casa” Caravaggio in una facies tutta nuova.
