Finisce la latitanza di Baratta, scovato a Milazzo mentre festeggia col figlio la festa del papà

Finisce la latitanza di Baratta, scovato a Milazzo mentre festeggia col figlio la festa del papà

Veronica Crocitti

Finisce la latitanza di Baratta, scovato a Milazzo mentre festeggia col figlio la festa del papà

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venerdì 20 Marzo 2015 - 11:15

E' stato catturato dopo un rocambolesco inseguimento sopra i tetti del lungomare di Milazzo, a Vaccarella, dove aveva affittato una casa estiva a nome di un suo parente.

Erano sicuri che nel giorno del suo compleanno, che coincideva anche con quello del suo onomastico nonché con la festa del papà, il latitante Giuseppe Saverio Baratta avrebbe avuto voglia di festeggiare insieme ai suoi parenti ed al suo figlioletto. E’ stato proprio questo desiderio a tradirlo, mentre si trovava nella casa che aveva affittato a Milazzo, sul lungomare di Vaccarella. Era tutto pronto per il banchetto, forse Baratta è riuscito ad assaggiare l’antipasto, ma alla torta non è neanche arrivato. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Patti, coordinati dal capitano Lorenzo Buschittari, lo stavano già tenendo d’occhio pronti ad intervenire nel momento più opportuno.

Giuseppe Saverio Baratta, 41 anni, nato a Termini Imerese ma da sempre abitante di Brolo, era ricercato dallo scorso 2 luglio, allorquando era sfuggito all’ordine di carcerazione che l’avrebbe voluto in carcere per 4 anni e 8 giorni. Qualche giorno prima che i carabinieri andassero a prenderlo, Baratta era sparito dalla circolazione.

Un volto ed un nome noto, il suo, soprattutto nel brolese e nella zona di Tortorici. Implicato e condannato nel maxi processo Icaro – Romanza, Baratta aveva un ruolo all’interno del clan mafioso dei Tortoriciani di Bontempo Scavo. Sono state le dichiarazioni del pentito Santo Lenzo a far emergere la sua figura, a partire dalla metà degli anni ’90 quando Baratta si inserì nella criminalità organizzata mettendo su un gruppo folto di giovani dediti allo spaccio di droga, vari reati contro il patrimonio e attività estorsive, proprio sotto l’ala protettiva di Lenzo. Una piccola attività “personale” che aveva avuto il bene placet dei fratelli Mignacca con cui il gruppo di Baretta si era anche accordato per una suddivisione del 50% dei proventi dell’attività di spaccio ed estorsione nel brolese.

Da allora, la vita di Baratta si è evoluta tra diverse attività, sempre legate ad episodi di spaccio ed estorsione. Anche in un’altra occasione si era reso latinante, ma anche in quel caso alla fine aveva dovuto arrendersi alla giustizia. Come ieri, quando i carabinieri lo hanno scovato nel bel mezzo dei festeggiamenti. Da una giornata, i militari tenevano d’occhio i suoi famigliari nella convinzione che sarebbe accaduto qualcosa di importante. E così è stato.

Baratta ha tentato in tutti i modi di non farsi prendere, dando vita ad un rocambolesco inseguimento sui tetti del lungomare milazzese durato diversi minuti. Quando si è accorto che la casa era stata circondata, infatti, è scappato dall’uscita posteriore iniziando a correre a più non posso in cima alle abitazioni. Arrivato sul tetto di un rudere, dovendo scegliere dove buttarsi, ha preferito un volo di 4-5 metri verso l’interno. Forse le erbacce hanno attutito il colpo, poiché il 41enne ne è uscito completamente illeso, tanto da riuscire poi a nascondersi, inutilmente, sotto una coperta. Ma i carabinieri sapevano già che non aveva scampo. Hanno notato la sua scarpa che fuoriusciva dalla coperta e gli hanno intimato di arrendersi. Così è stato, e dopo aver commentato ironicamente sull’eccessiva all’altezza del suo salto, è stato rinchiuso nel carcere di Gazzi. (Veronica Crocitti)

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