Gotha 3, parla il pentito Siracusa: Tramontana voleva ammazzare Cattafi

Gotha 3, parla il pentito Siracusa: Tramontana voleva ammazzare Cattafi

Alessandra Serio

Gotha 3, parla il pentito Siracusa: Tramontana voleva ammazzare Cattafi

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sabato 30 Maggio 2015 - 00:47

L'accusa vuole ascoltare anche il pentito di Terme Vigliatore, Nunziato Siracusa. Ecco i verbali nei quali rivela che Cattafi era visto come "confidente", e per questo Tramontana voleva eliminarlo. Ma il progetto di eliminare l'avvocato, che parlava d'affari con gli altri boss, fu accantonato.

Tre verbali rilasciati tra marzo e aprile scorsi. Nel primo Nunziato Siracusa parla del perché ha deciso di pentirsi, e come e quando diventò mafioso. Poi un altro, praticamente interamente omissato ad eccezione del nome di Rosario Pio Cattafi. Infine un altro nel quale risponde ad una lunga serie di domande dei magistrati relativi a esponenti del clan, colletti bianchi, personaggi considerati vicini al gruppo: da Roberto Ravidà a Giusy Lina Perdichizzi passando per il “Barone” Michele Rotella . Ma soprattutto il racconto di due episodi che hanno come protagonista Rosario Pio Cattafi, avvocato –affarista che per decenni si è mosso tra gli apparati informativi dello Stato e la mafia siciliana, adesso condannato in primo grado a 12 anni come esponente apicale del gruppo mafioso dei barcellonesi.

Ecco la novità di ieri del processo Gotha 3, in corso in appello, e per il quale ieri erano attese le richieste di condanna che i magistrati dell’accusa avrebbero dovuto formulare. Alla sbarra ci sono, insieme a Cattafi, una parte dei vertici del clan. Invece i magistrati – il pg Salvatore Scaramuzza e i sostituti della Dda Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, hanno chiesto alla Corte di ascoltare un altro testimone di giustizia. Dopo aver interrogato a lungo l'ex capo dell'ala militare di Cosa Nostra Carmelo D'Amico, ora vogliono sentire il neo pentito Nunziato Siracusa di Terme Vigliatore.

La Corte deciderà il prossimo 5 giugno. Intanto i magistrati hanno depositato agli atti del processo i verbali del collaboratore e due informative del Reparto operativo speciale dei Carabinieri, in buona sostanza i riscontri alle dichiarazioni di Siracusa. Omissis a parte, e quindi dichiarazioni ancora coperte dal segreto, si scorgono nei verbali due episodi appunto, raccontati da Siracusa a proposito di Cattafi. Anzitutto Siracusa racconta di una riunione nel ’97 in una stalla a Gala, un quartiere sulle colline di Barcellona, dove quattro pezzi da novanta del clan mangiavano carne arrostita sul momento e parlavano d’affari. Poi di una delle tante “escandescenze” di Mimmo Tramontana, che avrebbe voluto uccidere Cattafi, nel 2001. Ma gli altri boss barcellonesi non erano affatto d’accordo e il progetto sfumò.

Ecco il sunto dei verbali: “Io lo conoscevo già questo Cattafi, sapevo che era amico nostro, poi siamo stati in una mangiata a Barcellona, a Pozzo di Gotto, c’era Pippo Gullotti, Giovanni Rao e Sam Di Salvo, nel ’97-98, si chiama Carmine, è un capannone che ci sono ovini. E’ di un certo Crisafulli, una persona molto vicina a Sam Di Salvo, quando è stato latitante era a Gala, c’era questa stalla di Crisafulli. Di Salvo è arrivato con Pippo Gullotti con una Smart grigia, poi è arrivato Cattafi. Io gli ho aperto il cancello. Di Salvo mi ha detto: “quando senti suonare due volte è il segnale, apri”. Io ero presente alla riunione perché in quel periodo camminavo sempre con Di Salvo, avevo curato la sua latitanza, lo portavo quando c’era da parlare con qualcuno a Messina, a parlare con dei calabresi, quando c’era da parlare dei lavori, andavamo da Santino Napoli a Milazzo che doveva parlare sempre di lavori…”.

“Alla riunione parlavano di lavori pubblici, dicono devono arrivare miliardi a Barcellona, poi dicono gli dobbiamo dare addosso a questi giudici, ma non nel senso di ammazzarli, nel senso che avevano troppo potere. E Gullotti dice: Piano. “

“Era il 2001, c’era il processo Palano ed io ero accusato di estorsione insieme a Tramontana, estorsione all’imprenditore Palano di Portorosa. C’è il giudice Martello e c’è Canali (Olindo Canali, il pubblico ministero del tempo). Tramontana era un tipo esuberante dava spesso in escandescenze, se non gli piaceva una testimonianza tirava un posacenere, una sedia al presidente. Ecco, vede Canali che parla con Cattafi, Canali fumava come un turco, usciva spesso fuori dall’aula e fumava, parlava con Canali. Tramontana li ha visti e si è arrabbiato, dice: questo è un confidente, l’amu a mazzari. Io gli dicevo: lo hai chiesto ai Barcellonesi? E lui si arrabbiava ancora di più. Ne ho parlato io, con Sam Di Salvo, non l’ha presa molto sul serio. Mi ha detto: parlane con me frati, si riferiva a Rao. Rao mi disse: “levateci mani”. E Tramontana si lamentava: n’amu a tegniri u confidenti intra? Se li arrestavano nel 2001, DI Salvo Rao, questi.., lui lo ammazzava”

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