Comune di Falcone contro Mazzeo: domani si decide se la querela sarà archiviata o meno

Comune di Falcone contro Mazzeo: domani si decide se la querela sarà archiviata o meno

Comune di Falcone contro Mazzeo: domani si decide se la querela sarà archiviata o meno

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mercoledì 21 Gennaio 2015 - 08:16

Correva l’anno 2012 quando il Comune di Falcone querelò il giornalista Antonio Mazzeo a causa di un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. Il Comune, nella persona del Sindaco Foti, si è opposto alla richiesta di archiviazione. Domani l’udienza per la decisione sull’archiviazione da parte del Giudice delle indagini preliminari.

Continua la diatriba tra il Comune di Falcone e il giornalista Antonio Mazzeo, querelato per volontà del Sindaco Foti nel 2012 a causa di un articolo.. Al fine di decidere sulla richiesta di archiviazione, il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale ordinario di Patti ha fissato l’udienza in Camera di Consiglio, il 22 Gennaio. Antonio Mazzeo sarà assistito dall’avvocato Carmelo Picciotto. Nella richiesta di archiviazione depositata il 7 febbraio 2013, Francesca Bonanzinga, Pubblico ministero del Tribunale di Patti (Messina), nei confronti del giornalista Antonio Mazzeo, querelato dal Comune di Falcone per un’inchiesta pubblicata sul periodico I Siciliani giovani (n. 7 luglio-agosto 2012), dal titolo “Falcone comune di mafia fra Tindari e Barcellona Pozzo di Gotto”, scrive: “Il giornalista, seppur utilizza toni particolarmente forti ed espressioni suggestive, a parere di quest’ufficio, non travalica il limite di critica politica/storica posto che nella ricostruzione della storia del Comune di Falcone richiama fatti da sempre ricollegati al paese nonché problematiche sociali che attengono alla realtà del territorio locale. Nel caso di specie – prosegue il PM del Tribunale di Patti – la critica mossa dal giornalista non si risolve in un attacco sterile e offensivo nei confronti del denunciante ma in una amara riflessione sulla storia del Comune di Falcone, ove, il denunciante viene menzionato solo perché facente parte della gestione dell’Amministrazione Comunale”. Per tutto questo, conclude la dott.ssa Bonanzinga, “non sussistono, pertanto, elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio nei confronti dell’odierno indagato per il reato di cui all’. art. 595 c.p. (diffamazione a mezzo stampa)”.

L’inchiesta giornalistica si era soffermata su una serie di vicende che avevano interessato la vita politica, sociale, economica ed amministrativa della piccola cittadina della costa tirrenica del messinese (speculazioni immobiliari dalle devastanti conseguenze ambientali e paesaggistiche; lavori di somma urgenza post alluvione del 2008 dal forte impatto sul fragilissimo territorio; ecc.); alcuni passaggi erano stati dedicati inoltre alle origini e alla dinamica evolutiva delle organizzazioni criminali presenti nel territorio, organicamente legate alle potenti cosche mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto. A suo tempo, intorno al giornalista si erano stretti i colleghi e via social era partita una campagna di sostegno dal nome “Io sto con Mazzeo”. A fianco del giornalista erano scese, anche diverse personalità in prima linea nell’attivismo messinese, da Renato Accorinti – che girò un video di solidarietà – a Lelio Bonaccorso, che dedicò una vignetta al giornalista.

Il 24 agosto 2012, una settimana dopo la pubblicazione dell’inchiesta, la Giunta comunale di Falcone con il Sindaco avv. Santi Cirella, aveva deliberato all’unanimità – onde tutelare l’immagine e la rispettabilità del paese – di conferire l’incarico all’avvocato Rosa Elena Alizzi per sporgere querela nei confronti del giornalista. Il 20 ottobre 2012, la denuncia-querela, a firma del sindaco e della legale incaricata, veniva presentata al Comando Stazione dei Carabinieri di Falcone. L’inchiesta giornalistica si era soffermata su una serie di vicende che avevano interessato la vita politica, sociale, economica ed amministrativa della piccola cittadina della costa tirrenica del messinese (speculazioni immobiliari dalle devastanti conseguenze ambientali e paesaggistiche; lavori di somma urgenza post alluvione del 2008 dal forte impatto sul fragilissimo territorio; ecc.); alcuni passaggi erano stati dedicati inoltre alle origini e alla dinamica evolutiva delle organizzazioni criminali presenti nel territorio, organicamente legate alle potenti cosche mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto. A suo tempo, intorno al giornalista si erano stretti i colleghi e via social era partita una campagna di sostegno dal nome “Io sto con Mazzeo”. A fianco del giornalista erano scese, anche diverse personalità in prima linea nell’attivismo messinese, da Renato Accorinti – che girò un video di solidarietà – a Lelio Bonaccorso, che dedicò una vignetta al giornalista.Contro la richiesta d’archiviazione depositata dal Pm di Patti, Alizzi ha presentato opposizione il 29 dicembre 2012. “Nell’articolo pubblicato, il giornalista Mazzeo non è rimasto affatto imparziale, dimostrando di aderire, sic et simpliciter, alla tesi propugnata da rappresentanti dell’opposizione politica dell’attuale amministrazione, non rispettando i limiti di verità e continenza indefettibili per il legittimo esercizio del diritto di cronaca”, scrive la legale del Comune di Falcone. “Titolo, catenacci, aggettivi sovrabbondanti, accostamenti suggestionali, decontestualizzazioni, omissioni, tutto conducente in un’unica direzione, quella manifestata nelle righe conclusive, del pezzo: annullare la volontà popolare”. Per Alizzi e il comune tirrenico, “l’unica finalità dell’articolo è l’abbattimento dell’attuale Amministrazione e dell’odierno Sindaco”. Il giornalista sottolinea, viceversa, come abbia provato “ad analizzare le contraddizioni sociali e le infiltrazioni criminali del territorio, dando voce alle opposizioni che pongono interrogativi sulle scelte e gli interventi di chi governa l’ente locale”.

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