Crocetta:tavolo tecnico a Roma per "salvare" la Finanziaria impugnata, ma il Commissario non ci sta

Crocetta:tavolo tecnico a Roma per “salvare” la Finanziaria impugnata, ma il Commissario non ci sta

Rosaria Brancato

Crocetta:tavolo tecnico a Roma per “salvare” la Finanziaria impugnata, ma il Commissario non ci sta

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mercoledì 29 Gennaio 2014 - 20:50

Il governatore vola a Roma per cercare di trovare una soluzione dopo l'impugnativa di gran parte della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato. Il governo nazionale convoca un tavolo tecnico alla presenza del Commissario Aronica che però non ci sarà, ritenendo irrituale la procedura. Intanto la Commissione Ars sta per esitare il Ddl sulle province.

Si complica il percorso individuato da Crocetta per risolvere le problematiche legate alla bocciatura di metà delle norme della Finanziaria 2014 da parte del Commissario dello Stato, che ne ha impugnate 33 su 50. Il governatore, insieme agli assessori Bianchi e Scilabra oggi era volato a Roma per cercare di trovare una soluzione al tavolo nazionale. L’incontro si è concluso con la convocazione di un tavolo tecnico fissato per domani pomeriggio al Ministero per gli Affari regionali ed al quale, nelle intenzioni di Crocetta, avrebbe dovuto partecipare anche il Commissario dello Stato, che invece,a quanto pare, ha ritenuto quantomeno irrituale la proposta e non sarà presente. Il tavolo infatti rischiava di tramutarsi in un “tentativo” di convincere Aronica a correggere il tiro su alcune norme impugnate, quando invece le modalità di soluzione allo stop del Commissario hanno invece altri iter e soprattutto altre sedi. Stamane quindi l’incontro tra la delegazione siciliana, composta dal governatore e dagli assessori Bianchi e Scilabra, ed il governo nazionale rappresentato dal ministro per gli Affari regionali Del Rio, dal vicepremier Alfano, dal ministro per la Pubblica Amministrazione D’Alia. Presenti anche i deputati nazionali Faraone (Pd) e Schifani (Ncd).

Il presidente della Regione ha sintetizzato quanto fatto nelle ultime due manovre finanziarie, soffermandosi sui tagli e sulla lotta agli sprechi e sull’obiettivo della giunta, ovvero il riordino dei conti. Dall’incontro è emersa la volontà di convocare un tavolo tecnico domani pomeriggio presso il ministero degli Affari Regionali ed al quale era stato invitato anche il Commissario dello Stato, per individuare immediate
soluzioni prima della pubblicazione del bilancio ed evitare conseguenze drammatica sul piano sociale, con il mancato pagamento di stipendi ai regionali e con l’allarme per i precari. Secondo Crocetta la soluzione potrebbe essere “l'emanazione di un decreto che consenta a tutte le regioni di ricostituire il fondo rischi per i residui attivi con un piano costituito dall'acquisto di titoli dello Stato non negoziabili, che avrebbero l'effetto di rendere stabile il bilancio rispetto ai rischi ma anche contribuire al risanamento nazionale attraverso l'incremento del valore del rating dei buoni dello Stato”.

A mettere un punto interrogativo sull’esito del tavolo tecnico e quindi sulla soluzione successiva da adottare è stata la decisione del Commissario dello Stato di non parteciparvi, alla luce di una procedura che evidentemente gli appare quantomeno insolita o inopportuna. Il suo ruolo non è politico e pertanto non può essere messo sullo stesso piano di un’interlocuzione che in questo momento, tra governo nazionale e governo regionale, è squisitamente politica.

Inutile quindi l’appello che aveva fatto Crocetta e rivolto proprio ad Aronica: “Adesso ritengo urgente riprendere il dialogo con il Commissario – aveva detto Crocetta- nel rispetto del principio di leale collaborazione tra gli organi dello Stato,
per il bene comune. La tragedia imminente della possibile perdita di migliaia
di posti di lavoro ha contribuito ad alzare la tensione, ma è volontà della
Regione riconoscere il ruolo di garanzia che svolge il Commissario. Spero
sinceramente che si possa riprendere un ragionamento che consenta a Regione,
Stato e Commissario, tutti assieme, di trovare soluzioni urgenti per evitare la
catastrofe in Sicilia”.

Di tutt’altro avviso il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, che in una nota avverte sulla necessità di non perdere altro tempo in chiacchiere: “Le soluzioni politiche non si risolvono con i tavoli tecnici. E’ necessario che chi ha il dovere di governare si assuma le sue responsabilità senza ulteriori ritardi perché la Sicilia non può più aspettare. Occorre mettere al più presto i conti della Regione in sicurezza e avviare un serio percorso di risanamento e di sviluppo. Ci auguriamo che il confronto avviato con il governo nazionale possa portare al superamento della condizioni di stallo senza precedenti in cui versa la Sicilia”.

Intanto, mentre si cercano soluzioni ad una Finanziaria che ha fatto emergere una serie di contraddizioni anche all’interno della maggioranza, all’Ars si lavora su un altro scoglio, la riforma delle Province. Il testo è all’esame della Commissione Affari Istituzionali e dopo un inizio a rallentatore oggi i ritmi sono stati tali da consentire il via libera del Ddl per il passaggio in Aula.

Oggi è stato approvato l’articolato del disegno di legge di riforma delle Province che istituisce i Liberi Consorzi di Comuni e le Città Metropolitane. Domani è previsto il voto finale prima dell’invio all’Ars.

Il testo prevede l’istituzione di 9 Consorzi (coincidenti con gli attuali confini delle province) e 3 Città Metropolitane (Palermo, Catania e Messina).

I comuni che rientrano nelle previsioni del Decreto del Presidente della Regione del ’95 sulle Aree Metropolitane, avranno sei mesi di tempo, dalla pubblicazione della legge, per scegliere se aderire alle Città Metropolitane.

I comuni che confinano con un altro Consorzio, avranno sei mesi di tempo per scegliere se aderire al Consorzio confinante o rimanere in quello attuale.

Le funzioni e le competenze dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane saranno assegnate con legge regionale dopo la definizione dei confini territoriali.

La governance dei Consorzi sarà composta da organi di secondo livello scelti fra gli amministratori dei comuni: il testo approvato dalla commissione, dunque, non prevede elezione diretta di I livello per la scelta del presidente e dell’assemblea del Consorzio. In sintesi vanno definitivamente in soffitta gli organi elettivi del Consiglio provinciale e del presidente della Provincia. Si tratta comunque del testo esitato dalla Commissione Affari Istituzionali. Sarà poi l’Ars a dire l’ultima parola sulla legge.

Rosaria Brancato

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