L’incanto di Paolo Fresu nella notte dello Stretto

L’incanto di Paolo Fresu nella notte dello Stretto

Domenico Colosi

L’incanto di Paolo Fresu nella notte dello Stretto

giovedì 17 Luglio 2014 - 09:50

Il trombettista sardo ha emozionato il folto pubblico con brani tratti dal suo ultimo album, omaggi agli Stones e Chet Baker e narrazioni estemporanee. Questa sera nuovo appuntamento con il trombettista Stjepko Gut.

Dopo l’entusiasmante anticipazione dell’Unime Summer Fest, entra ufficialmente nel vivo la seconda edizione del Messina Sea Jazz Festival con il primo big in concerto, il trombettista sardo Paolo Fresu. L’artista, prima di iniziare la propria esibizione nell’arena allestita dagli organizzatori nello scenario dell’ex Irrera a mare, ha ricevuto, di fronte ad un folto pubblico di appassionati, un premio alla carriera alla presenza del direttore artistico Giovanni Mazzarino e del Prorettore dell’Università di Messina Emanuele Scribano.

Concerto incantevole, con un Fresu abile nell’oscillare tra sperimentalismo e tradizione: il passaggio continuo dalla tromba al flicorno, l’accompagnamento dei Devil Quartet (Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria) in un gioco continuo di improvvisazioni e omaggi (come quello, ripetuto, ai Rolling Stones di “Satisfaction”), la notte dello Stretto, che spinge Fresu a narrare la genesi dei brani in un confronto intimo e amichevole col pubblico, sono gli elementi che hanno reso lo spettacolo un evento mirabile per eleganza e partecipazione. Tra i brani più seducenti “Ambre”, tratto dall’ultimo album “Desertico”, e “Moto perpetuo”, in origine colonna sonora di un documentario (dal titolo “Sindrome di Sant’Erasmo”, poi divenuto in corso d’opera “Percorsi di pace”) e augurio dell’artista ad una felice risoluzione del conflitto mediorientale (Fresu si è esibito a Gerusalemme appena due settimane fa). Tra i pezzi più applauditi l’omaggio dell’artista sardo a Chet Baker con la struggente “Blame It On My Youth”: il brano è annunciato da un simpatico aneddoto legato ad un albergo di Lucca in cui aveva soggiornato il trombettista statunitense una settimana prima di essere arrestato. Chiusura con due ninne nanne dedicate al figlio Andrea.

Prima del concerto l’apertura dell’ensemble Jacopo Albini Quintet (Jacopo Albini: sax tenore; Daniele Raimondi: tromba e flicorno; Alberto Bonacasa: pianoforte; Giuseppe Cucchiara: contrabbasso; Marcello Pellitteri: batteria) con sonorità legate al jazz degli anni sessanta rivisitate alla luce di influenza moderne: da sottolineare soprattutto il pezzo finale nel quale Raimondi mette in luce anche le sue doti di compositore.
Nuovo appuntamento questa sera con il trombettista Stjepko (Steve) Gut alle 22.15 all’ex Irrera a mare. Il concerto sarà preceduto dall’esibizione di Rosalba Lazzarotto che presenterà il suo progetto legato alle liriche di Salvatore Quasimodo.

Domenico Colosi

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