Fallimento o salvezza? Il Tribunale decide venerdì. In aula inizia la corsa

Fallimento o salvezza? Il Tribunale decide venerdì. In aula inizia la corsa

Francesca Stornante

Fallimento o salvezza? Il Tribunale decide venerdì. In aula inizia la corsa

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martedì 12 Settembre 2017 - 07:33

Oggi il consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria per analizzare le due delibere che servono per rendere concreto il piano presentato in Tribunale per evitare il fallimento. In ballo 30 milioni di euro che il Comune dovrebbe pagare fino al 2023.

Per Messinambiente è iniziata la settimana cruciale, venerdì il Tribunale deciderà se accogliere il piano concordatario presentato dalla società di via Dogali per coprire il maxi debito che pende come una spada di Damocle o se decretare la fine per fallimento. Restano tre giorni prima del verdetto. E in questi tre giorni inizia la corsa contro il tempo per dare a quel piano concordatario concretezza. Al momento quello depositato in Tribunale è un impegno virtuale che acquisirà sostanza solo se il Consiglio comunale darà il via libera ai provvedimenti elaborati dall’amministrazione comunale per salvare Messinambiente. E quelle che approderanno oggi in aula sono due delibere che scottano e che valgono 30 milioni di euro. Il consiglio dovrà decidere se la strategia di salvataggio elaborata dai legali di Messinambiente e avallata politicamente dall’amministrazione Accorinti merita il voto favorevole dell’aula. La seduta straordinaria è stata convocata alle 18. Alle 15.30 la commissione Bilancio aprirà le danze per iniziare a valutare i due provvedimenti insieme agli assessori Guido Signorino ed Enzo Cuzzola e ai Revisori dei Conti. Si tratta di due delibere che compaiono tra gli scranni per la prima volta, il dibattito si preannuncia intenso e complicato. I dubbi sono tantissimi, a cominciare dal fatto che in ballo c’è un debito fuori bilancio che supera i 9 milioni di euro e un impegno sui bilanci fino al 2023. In pratica, per salvare Messinambiente, il Comune dovrà pagare 10 milioni di euro da qui al 2019 e altri 20 milioni fino al 2023. Soldi comunali, quindi soldi dei cittadini. Tutto questo dovrà avvenire senza che i consiglieri abbiano ancora visto il bilancio di previsione 2017. Praticamente a occhi chiusi.

Nelle due delibere viene sancita l’esatta ripartizione dei 30 milioni di euro. Ecco come il consiglio dovrebbe dare il via libera alla copertura del piano concordatario. 9.452.490,92 euro che il Comune avrebbe dovuto dare all’Ato3 a titolo di corrispettivo per i servizi di igiene ambientale svolti nel periodo 2007/2011 sulla base di piani industriali regolarmente approvati, verranno invece corrisposti direttamente a Messinambiente. Questa somma figura come debito fuori bilancio frutto della transazione che il consiglio dovrà votare. Si tratta di soldi che il Comune non ha corrisposto ad Ato3 tra il 2017 e il 2013 e che, chiudendo le controversie Ato3-Messinambiente, verranno stornate sul piano concordatario. Altri 18.186.640 euro saranno intesi come trasferimenti che sulla base dell'accertata compatibilità con la salvaguardia degli equilibri di bilancio del Comune e di prestazioni effettivamente rese dalla società Messinambiente dal 2007 al 2016 e consentirebbero di eliminare il rischio di contenziosi presenti e futuri da parte di Messinambiente che potrebbe reclamare il doppio della somma. 2.360.869 euro sono stati conteggiati come valore correlato all'affitto con opzione di riscatto del complesso dei beni strumentali della società Messinambiente che si intendono trasferire, in una logica di continuità del servizio integrato dei rifiuti, al nuovo soggetto gestore MessinaServizi così composto. In pratica, secondo il concordato, MessinaServizi dovrà pagare 449 mila euro di affitto mezzi per il primo anno, 419 mila per il secondo anno e quasi 1,5 milioni al termine del biennio per riscattare tutto.

Due atti impegnativi tecnicamente, finanziariamente e politicamente. Quali saranno le intenzioni dei consiglieri è difficile prevederlo, anche se la prudenza la farà da padrone. E quasi sicuramente non basterà la seduta di oggi per chiudere il cerchio, anche perché i recenti consigli sugli atti importanti hanno dimostrato che l’aula è fortemente disgregata e che le delibere si trovano a passare con un voto che si può basare su una presenza risicatissima. La partita è aperta. Il risultato è tutto da scrivere. Con la consapevolezza che senza questi atti Messinambiente in pratica può considerarsi già fallita.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Non ci interessa……abbiamo i marciapiedi più……alternativi d’Europa pieni di rigogliose erbacce da dove sbucano topi, scarafaggi e Company, con il contorno di mutandine usate tazze di wc, buste e bottiglie di plastica e tanta altra…munnizza. Noi abbiamo il sindaco più onesto d’Italia, il sindaco dalla maglietta…..profumata, noi abbiamo Accorinto e guai chi c’è lo tocca (manche e cani signuri). “Trampi pissi no uari”.

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  2. Tutti operai entrati senza concorso per lavorare nel settore pubblico. Con l’escamotage dell’azienda che diventa partecipata si ottengono finanziamenti e favori in cambio di soldi ma soprattutto di fiducia che non si denuncia.

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