Rifiuti: a Taormina da Messinambiente a Mosema, a Messina il nulla e il caos

Rifiuti: a Taormina da Messinambiente a Mosema, a Messina il nulla e il caos

Francesca Stornante

Rifiuti: a Taormina da Messinambiente a Mosema, a Messina il nulla e il caos

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mercoledì 14 Giugno 2017 - 12:52

Dopo la bocciatura dell'affidamento a MessinaServizi resta un quadro desolante, figlio dell’instabilità politica di Palazzo Zanca, di un’amministrazione che doveva essere più coraggiosa e di un consiglio comunale che doveva essere più coerente con se stesso. In 15 giorni si dovranno trovare soluzioni vere. E intanto Taormina saluta Messinambiente.

Nel caos esploso dopo la bocciatura dell’affidamento dei servizi alla MessinaServizi Bene Comune riuscire a sbrogliare la matassa sarà impresa ardua. Innanzitutto ci sono delle scadenze alle porte che inevitabilmente fanno paura. Il 30 giugno scade l’ultima ordinanza contingibile e urgente che ha concesso a Messinambiente di gestire fino ad oggi i servizi di igiene ambientale. Dal Dlgs 152/2006 utilizzato per 24 mesi al Dlgs 267/2000 per altri 26 mesi, è questa la fotografia della gestione rifiuti targata Accorinti in pratica dall’insediamento ad oggi. Una gestione straordinaria del servizio rifiuti, affidato ad una società in liquidazione ed in perenne difficoltà tecnica e finanziaria, attraverso un’ordinanza dietro l’altra. Dall’iniziale convinzione di voler salvare a tutti i costi Messinambiente, passando per la Multiservizi che doveva accogliere tutti i servizi pubblici della città, poi la terra promessa Amam, alla fine la MessinaServizi Bene Comune che si doveva occupare solo di servizi ambientali sempre in ottica multiservizi, ma solo come prospettiva. Si doveva fare tutto entro il 7 luglio dello scorso anno, così aveva ordinato la Regione. Nel frattempo è passato un anno, è stata costituita una società che non ha nessuno strumento per gestire i rifiuti, Messinambiente è ancora lì ma potrà occuparsi dei servizi per altre due settimane e il 2 luglio si dovrà presentare in Tribunale con un piano di concordato per evitare il fallimento. C’è un servizio da gestire senza poter fare alcun investimento, senza poter programmare nulla, senza poter operare in serenità. E la beffa è che entro il 30 giugno c’è anche la Tari da pagare. I messinesi dovranno pagare la tassa sui rifiuti, senza sapere cosa ne sarà e con il rischio che proprio all’indomani del 30 giugno non si saprà chi dovrà raccogliere la spazzatura in città.

Un quadro desolante, figlio dell’instabilità politica di Palazzo Zanca, di un’amministrazione che doveva essere più coraggiosa e meno presuntuosa e di un consiglio comunale che doveva essere più coerente con se stesso. Adesso in 15 giorni si dovranno trovare soluzioni vere. Oltre le contrapposizioni, le chiacchiere, le posizioni politiche. L’assessore Daniele Ialacqua ha subito annunciato che riproporrà esattamente la stessa delibera che l’aula ha bocciato, ha attaccato a muso duro i consiglieri comunali additandoli come i responsabili del disastro che potrebbe esplodere dopo il 30 giugno, ha chiaramente detto che non sarà più possibile continuare con l’ennesima ordinanza. Oltre un anno fa l’Anac bacchettò pesantemente tutta la Sicilia per l’abuso di questi strumenti straordinari, Messina aveva già allora tutte le carte in regola per decidere da sola della sua gestione rifiuti. Il percorso sembrava ben definito. Oggi quello che resta è solo un grande caos.

Basta però guardare alla vicina Taormina per vedere che con un’adeguata programmazione le cose potevano andare diversamente. Messinambiente si occuperà dei rifiuti della perla dello Ionio fino al 30 giugno, come da ordinanza, ma c’è già pronta la soluzione per dare continuità al servizio. Sarà la società catanese Mosema a prendere il posto di Messinambiente. Lo scorso 8 giugno si è svolto un importante incontro tra Messinambiente e la nuova società per definire tutti gli aspetti e le procedure di avvicendamento nell’appalto che vedrà il subentro di Mosema dal primo luglio. E’ stato concordato un cronoprogramma e si è stilato un accordo commerciale tra Messinambiente e Mosema. Le modalità di avvicendamento concordate garantiscono al cliente Città di Taormina una fondamentale continuità di servizio e a Messinambiente un ricavo di oltre 250.000 € annui derivanti dalle locazioni del parco automezzi e attrezzature oltre i minori costi per 37 dipendenti pari a circa 1.400.000 € annui. Messinambiente fornirà infatti in locazione il proprio parco automezzi (circa 35 automezzi) ed il parco attrezzature attualmente impegnato nel cantiere di Taormina con un ricavo annuo di oltre 200.000 euro. Fornirà inoltre a Mosema una consulenza per la fase di start-up della commessa stessa con relativa fatturazione del servizio di consulenza. Messinambiente trasferirà infine a Mosema tutto il personale in forza attualmente impiegato nella commessa (37 unità) con un minor impegno economico-finanziario di manodopera pari a circa 1.4 milioni di euro annui.

L’assessore Guido Signorino e il liquidatore Giovanni Calabrò hanno spiegato che questa operazione si traduce per Messinambiente in un utile netto di oltre 250.000€ annui. Pertanto nonostante l’uscita dalla commessa, a fronte di un azzeramento dei costi vivi e di qualsiasi costo di chiusura cantiere, grazie all’accordo raggiunto con Mosema, Messinambiente può ritenersi ampiamente soddisfatta da molteplici punti di vista: quello economico-finanziario, occupazionale (garanzia di mantenimento dei livelli occupazionali) e operativo, in quanto non sosterrà costi di uscita, garantendo che il servizio al cliente/socio proseguirà senza rischi di interruzioni. Dal punto di vista prettamente economico tutto questo si tradurrà in minori rischi per la mancata gestione dell'appalto, in ricavi certi che si traducono in utili, in quanto trattasi di locazione di automezzi già ampiamenti ammortizzati. Il passaggio del personale l’avvicendamento avverrà certamente alla presenza delle Organizzazioni Sindacali presso la Direzione Territoriale del Lavoro con una richiesta di convocazione da parte della SRR in fase di vaglio da parte dei rispettivi legali delle società. Ogni atto relativo alla gestione del personale o dei mezzi dovrà essere preventivamente autorizzato dal Tribunale fallimentare, data la procedura concordataria, previo deposito del piano concordatario.

Lo schema definito a Taormina è infatti perfettamente identico a quanto proposto a Messina: una ditta destinataria di affidamento da parte del Comune subentra in un appalto non più prorogabile, rilevando i centri di costo (il personale) e trasformando il capitale (che resta in proprietà a Messinambiente) in utili proporzionati al loro valore. Per Signorino «chi argomenta che si corre il rischio di approvare una delibera in contrasto con la sentenza del Tribunale dice una sciocchezza. La decisione del Tribunale riguarderà il piano concordatario di Messinambiente, non l’affidamento dell’appalto a Messinaservizi. È vero semmai il contrario: l’approvazione del contratto sostiene il piano concordatario poiché elimina i costi e incrementa gli utili dell’azienda, rendendo solida la proposta concordataria». Quindi questo significa che la bocciatura dell’affidamento a MessinaServizi rischia di inficiare seriamente il concordato di Messinambiente. Presente e futuro legati inevitabilmente da quella mole debitoria che potrebbe portare al fallimento la storica società dei rifiuti.

L’esempio di Taormina viene preso come riferimento dai consiglieri accorintiani del gruppo Cambiamo Messina dal Basso che riprendono l’allarme lanciato dall’amministratore Ginatempo sul rischio di un danno erariale che può scaturire adesso dalla costituzione di una MessinaServizi che produce già dei costi senza però essere operativa. potrebbe avere gravi ripercussioni anche sulle casse dell'erario, oltre a quelle facilmente immaginabili in termini di igiene ambientale e salute pubblica. I quattro consiglieri vogliono ricordare che la bocciatura della delibera di affidamento del servizio alla Messinaservizi Bene Comune è un atto che non può essere giudicato decontestualizzandolo dal percorso burocratico che lo ha preceduto. «Perchè la Messinaservizi Bene Comune sia stata costituita. Chi ne pagherà le spese? Come si giustificheranno ai contribuenti e all'erario? Qualcuno dei consiglieri metterà la mano in tasca personalmente? Chi pagherà il maggior costo che graverà su Ato e Messinambiente che non potranno alleggerirsi del costo del personale durante la loro fase di liquidazione? E se alcuni consiglieri paventano la bancarotta fraudolenta, nonostante i pareri formali degli esperti e dei revisori e l'esempio identico di quanto appena fatto a Taormina, perchè nessuno teme che l'erario possa chiedere conto di quanto inutilmente speso fino ad oggi?».

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Benedetto XVII 14 Giugno 2017 13:43

    Grandi Signorino e CMdB, uno schema geniale! Da replicare tra Messina Servizi e MessinAmbiente: la prima paga alla seconda qualche milione di euro di canone di locazione (in proporzione a quanto pagato da Mosema per il parco automezzi relativo alla sola Taormina), trasferisce tutto il personale (naturalmente, il TFR resta a carico di MessinAmbiente che lo pagherà con il ricavato della locazione) e tutto va a posto. Un piccolo particolare: i soldi a Messina Servizi per fare tutto questo chi li dà? E, se li dà il Comune, perché non li dava a MessinAmbiente senza fare tutto questo casino? Questi sono pazzi.

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  2. Benedetto XVII 14 Giugno 2017 13:43

    Grandi Signorino e CMdB, uno schema geniale! Da replicare tra Messina Servizi e MessinAmbiente: la prima paga alla seconda qualche milione di euro di canone di locazione (in proporzione a quanto pagato da Mosema per il parco automezzi relativo alla sola Taormina), trasferisce tutto il personale (naturalmente, il TFR resta a carico di MessinAmbiente che lo pagherà con il ricavato della locazione) e tutto va a posto. Un piccolo particolare: i soldi a Messina Servizi per fare tutto questo chi li dà? E, se li dà il Comune, perché non li dava a MessinAmbiente senza fare tutto questo casino? Questi sono pazzi.

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  3. Nono sono pazzi… magari! Sono semplicemente inadatti al ruolo che, purtroppo, gli abbiamo affidato. Questo vuol dire incaricare i dilettanti presuntuosi…

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  4. Nono sono pazzi… magari! Sono semplicemente inadatti al ruolo che, purtroppo, gli abbiamo affidato. Questo vuol dire incaricare i dilettanti presuntuosi…

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