Arsenale di Messina: No-Ponte e No-Muos insieme contro il Centro Nato

Arsenale di Messina: No-Ponte e No-Muos insieme contro il Centro Nato

Giusy Briguglio

Arsenale di Messina: No-Ponte e No-Muos insieme contro il Centro Nato

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lunedì 01 Ottobre 2012 - 09:00

Domani alle 15.30 la protesta delle associazioni del territorio messinese di fronte all'Arsenale per dire di no pubblicamente alla rimilitarizzazione della zona falcata della città dello Stretto: "Viene imposto un programma dall’insostenibile impatto ambientale, sociale ed economico. Oggi è necessario avviare respingere qualsivoglia progetto di speculazione urbanistica in un’area d’importanza storica e di rilevante bellezza paesaggistica"

L’arsenale di Messina che diventa “Centro eccellenza della Nato” per lo smaltimento di tutte le navi da guerra Nato è al centro della protesta della rete No-Ponte e del comitato No Muos di Messina che domani 2 ottobre dalle 15.30 saranno di fronte all’arsenale per dire di no pubblicamente alla rimilitarizzazione della zona falcata della città dello Stretto. La trasformazione dell’arsenale in discarica di rifiuti Nato sarebbe stata assunta dai manager dell’Agenzia Industrie e Difesa e la Nato Maintenance and Supply Agency (NAMSA), la struttura logistica dell’Alleanza con sede a Capellen (Lussemburgo) che assiste i paesi membri negli acquisti comuni e nella manutenzione dei sistemi d’arma.
La notizia fa discutere dal luglio scorso, dal momento cioè della sua ufficializzazione. Niente di strano, del resto. Non sarebbero potute essere positive le reazioni alla scoperta che, nel cuore dello Stretto, convergeranno enormi quantità di amianto, prodotti chimici e idrocarburi pericolosamente inquinanti e cancerogeni. L’allarme per la salute dei cittadini era infatti subito scattato, e il deputato Porfidia aveva inviato nei mesi scorsi un’interrogazione ai vari ministri competenti per evitare che l’Arsenale fosse destinato a diventare una pattumiera militare.

Niente passi indietro da parte del governo. Passi in avanti allora da parte delle associazioni presenti sul territorio messinese: “Ancora una volta, sulla pelle dei cittadini, esattamente come accaduto con il Ponte sullo Stretto, viene imposto un programma dall’insostenibile impatto ambientale, sociale ed economico. Oggi è necessario avviare la mobilitazione contro la rimilitarizzazione della zona falcata di Messina e per respingere qualsivoglia progetto di speculazione urbanistica in un’area d’importanza storica e di rilevante bellezza paesaggistica che deve essere invece tutelata e bonificata e divenire bene comune della città”.

Naturalmente prima che l’Arsenale diventi attivo saranno realizzati gli impianti per garantire la sicurezza ambientale e le aree per l’accumulo di materiali da smaltire. Questo costerà tra i 25 e i 30 milioni di euro.
“Fondi pubblici che verranno prelevati dai sempre più magri bilanci a favore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale – hanno commentato i No-ponte e i No-Muos -. Una spesa enorme che non avrà alcun effetto sull’occupazione, in quanto non verrà assunto alcun dipendente in più nell’Arsenale, e che invece convertirà l’impianto messinese in una dependance dell’industria energetica e dell’ecobusiness in mano ai privati”.

16 commenti

  1. ma dico io … ma perke’ non vanno a LAVORARE …. invece di andare a protestare davanti all’arsenale ….
    A LAVORAREEE!!!!! come si vede che non avete niente da fare ….siete voi il cancro di messina…..

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  2. bene lo farebbero altrove..e tutti a mangiare a casa degli organizzatori…..potreste dare l’indirizzo ??? comunicato forviante..tutte le navi…?? e poi non è illogico protestare CONTRO lo smantellamento di navigklio da guerra?? e perchè non protestate per le vernici inquinanti nel cantiere di S. Francesco… o nella stessa zona falcata… insomma mo basta !! LAVORO:::LAVORO:::LAVORO

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  3. Ancora non capisco i messinesi che cosa vogliono forse i soldi a casa e darsi alla bella vita? abbiamo no ponte no nato no muos ma non abbiamo ancora no rottura di xxxxxxxx che questi signori parassiti rappresentano ma perchè’non guardano come grazie a loro si è ridotta questa città via il distretto via Marisicilia via il Rina via l’arsenale non avrete capito che non vi lasciano più neanche gli occhi per piangere
    !!!!!

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  4. se non si fa..tra un annetto l’arsenale è chiuso !! l’enorme (sich..!!)quantitativo di materie inquinanti è il fumo per una presa di posizione ideologica…è più giusto chiedere controlli e tutele ma no bocciare forse l’ultima occasione per l’Arsenale e i 250 dipendenti!!

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  5. Ma si no ponte, no nato, no base tanto a questi figli di papà che protestano non importa nulla dei posti di lavoro che non si creeranno o che si perderanno tanto i soldini in tasca li hanno!

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  6. concordo..ma sai loro hanno i soldini di papà !!!

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  7. Mi viene da pensare, che se la zone dell’arsenale fosse libera da quei brutti capannoni che danno lavoro, forse qualcumo potrebbe accattarsi i terreni e costruirci su dei bei palazzoni come e stato fatto per altri luoghi dove prima trovavi fabbriche e lavoro e ora trovi palazzi mah ……

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  8. pippo lombardo 1 Ottobre 2012 19:09

    Ma perchè a Messina si manifesta quando si vuole creare qualcosa di positivo? Perchè questi figli di papà non se ne vanno a lavorare o a lavare vetri ai semafori invece di distruggere sempre quello che si vuole fare?
    Questi NO TAV, NO PONTE,NO AL PILONE ILLUMINATO PER NON DISTURBARE GLI UCCELLI, NO A TUTTO, perchè non manifestano contro i TIR in città? Perchè non manifestano contro le Ferrovie dello Stato che hanno smantellato tutto nello Stretto? Perchè non manifestano contro le Poste,l’ENEL,la TELECOM….che hanno tagliato migliaia di posti di lavoro a Messina?
    No questi figli di “papà” manifestano contro chi ha creato o vuole creare qualche posto di lavoro. Un consiglio domani pomeriggio andate a mangiarvi un panino da Don Minico così vi rinfrescate un pochino.

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  9. pippo lombardo 1 Ottobre 2012 19:50

    Dimenticavo no anche ai grattacieli! La Sovrintendenza dà parere favorevole il Comune Boccia! Forse era meglio se questa città non la ricostruivano dopo il terremoto del 1908, il Generale Mazza aveva ragione Messina andava rasa al suolo.

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  10. Ma che volete ancora, sapete solo dire NO, NO, NO ed intanto la città é morta, tanto che sperate che i soldi che si dovrebbere investire nelle infrastrutture per il ponte che non viene fatto, li investono da noi?
    Ma siate seri e finitela.
    Non volete la NATO, bene la faranno in un altro posto e noi a Messina sempre a prenderla in quel posto, tanto godete solo voi,non é facendo i casini che si risolve la miseria che c’é in città.
    Ma a Voi poco importa, non avete mai pensato a tutte le famiglie, e sono tante che non sanno più come fare per arrivare a metà mese.

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  11. i signor no sono sempre gli stessi fighettini che evidentemente non hanno problemi, e probabilente non sanno nemmeno dove sia la zona falcata, non avendoci mai messo piede. Negli anni non ho mai sentito e visto nessuna iniziativa o proposta costante contro l’attuale schifo.Tuttavia in questo caso sono contrario perchè la zona,già devastata da situazioni industriali ecc che non andavano assolutamente create,rischierebbe di rimanere come è con l’aggiunta di ulteriori attività non molto ecosostenibili. La zona falcata è da riconvertire in chiave tuistica e museale, così come hanno fatto con la Rhur tedesca.Ne avrebbe vantaggi anche l’arsenale che attualmente è semi morto e non vedo perchè debba essere mantenuto in vita con danari pubblici. L’economia è cambiata, e si deve incentivare in modo serio, con attività moltiplicative,non col solito assitenzialismo sterile di cui Messina ha campato per 60 anni, con i risultati che vediamo.

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  12. Tutti a criticare i “fighettini” che protestano contro il ponte o il muos, tutti a criticare chi protesta per una città sostenibile e senza inquinamento e senza il peso di un’opera irrealizzabile come il ponte…
    Troppo facile attaccare con i commenti chi si batte per le cose giuste.
    Ma perchè invece di lamertarsi di chi si batte non iniziate a pensare che non siamo una colonia e che noi le “porcherie” degli altri non le vogliamo?
    Cos’ha in più di noi Reggio Calabria per aver realizzato un water front fantastico?
    Perchè non vi battete anche voi per la realizzazione di un water front come Barcellona (spagna) nella zona falcata invece di militarizzare o di fare il ponte?
    I posti di lavoro ci sarebbero ugualmente per i lavori e in più ci sarebbero i posti di lavoro per tutte le strutture che verrebbero realizzate lì’.
    Con ponte o basi nato si hanno quei 10 anni di lavori se tutto va bene e si realizzano le opere. Poi i posti di lavoro sarebbero ridottissimi e destinati ai raccomandati.
    Manca la cultura, manca il senso civico, manca il senso della vita, manca la conoscenza della nostra storia che ci è stata rubata dai colonizzatori.
    Mi dispiace ma criticare davanti un pc è troppo facile…
    Lottiamo affinche la nostra sia una città pulita e con possibilità lavorative, invece che accettare le opere faraoniche irrealizzabili… Svegliamoci…

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  13. lottare non significa dire no ideologico a tutto, salvo poi dimenticare disastri come tir, caronti, emigrazione e lo status quo in generale, ma significa ragionare con la propria testa e fornire alternative a ciò che si contesta, perchè dire no è sin troppo facile; anche io dico no ai tir dei franza, no all’inquinamento, no ai raccomandati, no agli incivili, no alla guerra non all’aids, ecc ecc, ma nel frattempo la gente emigra forzosamente e la città muore, anche per i vostri no a tutto

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  14. Se riesci a far capire agli ignoranti che sono solo degli ospiti a casa loro.Come si puo’ accettare che qualcosa che ha un impatto negativo cosi’ alto su una citta’ venga deciso da altri che non la gente che ci vive?Basterebbe gia’ solo il fatto che nessuno ci chiede la nostra opinione per opporvisi.Questi sanno pensare solo ai 200 possibili posti di lavoro,se poi questo significa inquinamento o ancora il pericolo di diventare una base di appoggio per azioni militari non gliene frega nulla.

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  15. Bella contraddizione,no alla guerra ma si a una base nato nella tua citta’.

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  16. Premetto che non conosco il problema, ma secondo me,considerato lo stato della città di Messina, dare un senso a quest’arsenale non è una cattiva idea, anche perchè, a quanto c’è scritto vogliono che sia una discarica e non una base militare.

    Ma io mi chiedo: perchè ci si scandalizza tanto per una struttura che andrebbe costruita fuori dal centro? perchè non pensare a problemi ambientali più seri e diffusi nell’ambito provinciale? Dove sono questi ambientalisti quando si parla dell’inceneritore di Pace? Una volta uno di questi manifestanti mi rispose: bè in effetti è un problema ma se lo levano di li poi dove lo fanno?(con il timore che glielo facessero sotto casa) E dov’erano gli stessi ambientalisti quando si è deciso di fare la discarica nello stesso torrente?(tra l’altro uno dei più a rischio della città)E il problema dell’amianto? bè abbiamo una città costruita di amianto, lo troviamo ovunque, forse anche a casa di questi manifestanti!

    Io non dico di essere favorevole ma di certo non sono sfavorevole a priori. Io cercherei piuttosto di trovare una soluzione esecutiva che minimizzi i rischi. Inoltre penso che questi attivisti dovrebbero lottare anche e soprattutto per quei problemi di gestione cittadina per cui le soluzioni potrebbero anche essere più facili e immediate piuttosto che pensare alle opere faraoniche che non verranno comunque mai realizzate!

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