La Comunità di Base: "Subito un tavolo di confronto". Caritas: "Servono indumenti"

La Comunità di Base: “Subito un tavolo di confronto”. Caritas: “Servono indumenti”

Eleonora Corace

La Comunità di Base: “Subito un tavolo di confronto”. Caritas: “Servono indumenti”

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lunedì 04 Novembre 2013 - 00:01

Mentre la Caritas chiede indumenti per i migranti ospiti al Pala Nebiolo, la Comunità di Base di Padre Scalia, scrive una lettera aperta dove chiede la convocazione di un tavolo di confronto con tutte le parti civili ed istituzionali per trovare una alternativa migliore a quella del Pala Nebiolo per i ragazzi africani. "L'accoglienza non è un problema di ordine pubblico".

Non possiamo tacere”. Di fronte alla grande “fossa comune del Mediterraneo”, al deserto affollato dei corpi di chi è costretto ad attraversarlo a causa dei trattati internazionali contro l’immigrazione, a dei sopravvissuti a cui quasi si rinfaccia lo “sgarbo” di non essere annegati. Gronda amarezza ed indignazione la lettera aperta della Comunità di Base, a cui appartiene anche Padre Scalia. La nostra Italia criminalizza gli immigrati. La nostra Messina sta facendo altrettanto” – è scritto nella missiva – “Molti viaggi della speranza si trasformano in immani carneficine. Eppure, alcuni riescono a raggiungere la nostra terra. Forse non sanno già che il loro riuscire a salvarsi sarà una colpa. Reato, per lo Stato italiano. Reato di clandestinità. Circa centoventi migranti si trovano, oggi, al Palanebiolo. Sono uomini (forse alcuni minori) di diversa provenienza, fuggiti dalla fame e dalla guerra, scampati alla strage del Mediterraneo, protesi verso la speranza di una vita più degna”.

Nella sua lettera la Comunità di Base ricorda gli sforzi dell’amministrazione Comunale per trovare soluzioni abitative migliori per i ragazzi africani giunti a Messina e l’impegno quotidiano di diverse associazioni e pezzi della società civile verso “le sorti dei fratelli migranti” e chiede la convocazione immediata di un tavolo con tutte le parti civili e le istituzioni preposte, per trovare soluzioni più idonee. “Esprimiamo il nostro profondo dolore di fronte a queste vite strappate alla morte fisica per essere precipitate nella morte dell’invisibilità. Gridiamo la nostra indignazione nel vedere come all’accoglienza integrale e fiduciosa della persona si anteponga la retorica della sicurezza e della legalità. Ci uniamo alle voci di chi ha denunciato la gravità di tale operazione e il permanere di simili condizioni e chiediamo che venga al più presto avviato il tavolo di confronto che varie associazioni e movimenti hanno proposto per individuare un percorso alternativo”.

L’esigenza che muove l’associazione cattolica, è di sottolineare, conservando tutto il rispetto per gli uomini delle forze dell’ordine, che quello dei migranti e della loro accoglienza non è un problema di ordine pubblico:la questione delle migrazioni, da fatto che interpella la comunità accogliente sul piano etico e sociale, è diventata una voce nel capitolo delle spese militari. I 120 migranti oggi in regime semi-detentivo al Palanebiolo non sono stati inseriti nel circuito del volontariato e dell’associazionismo: sono controllati a vista e quella che doveva essere una sistemazione provvisoria dura ormai da settimane”.

Nel frattempo la Caritas di Messina, tramite il direttore, padre Gaetano Tripodo, fa appello rivolge un appello a tutti i cittadini di Messina, volontari e non. Le richieste sono quelle già segnalate dalla Croce Rossa e dal Comune: ai ragazzi africani servono indumenti intimi, giacconi, scarpe e calze. Chi non dispone di queste cose o si trova fuori città può contribuire con un versamento in denaro direttamente alla Caritas. Gli indumenti si possono portare nella sede della Caritas diocesana, in via Emilia 19, Provinciale (tel. 090.9146045, email: ufficiocaritas@diocesimessina.it). Il versamento può essere effettuato tramite Conto Corrente Postale N. 14591986 intestato a Caritas Diocesana – Curia Arcivescovile Messina, oppure tramite Conto Corrente Bancario Unicredit Group Banco di Sicilia filiale di Messina Garibaldi intestato a Caritas Diocesana Messina – IBAN: IT 25 P 02008 16520 000300648376, oppure tramite Conto Corrente Bancario Banca di Credito Cooperativo “Antonello da Messina” agenzia di Piazza Duomo 15/17 – Messina intestato a Caritas Diocesana Messina – N 000000000314 IBAN: IT 24 T 07098 16500 000000000314. “Questi fratelli vivono una condizione di particolare privazione – commenta il direttore Padre Tripodo – e di grande sofferenza. Un gesto di solidarietà concreta rappresenta allo stesso tempo un aiuto indispensabile e un modo per far sapere loro che non sono soli. Non ho dubbi che in tanti risponderanno a questo appello, ognuno dando quello che può”.

Questo martedì il circolo Arci Thomas Sankara ha indetto un'assemblea per discutere della situazione dei migranti al Pala Nebiolo. A proposito di Mediterraneo e militarizzazione della Sicilia e delle rotte che la separano dall’Africa, si svolgerà Mercoledì pomeriggio al Rettorato dell’Università di Messina un convegno a cui prederanno parte il giornalista, Antonio Mazzeo, insieme al giurista Fulvio Vassallo Paleologo dell’Università di Palermo e al celebre sociologo dell’Università di Genova, Alessandro Dal Lago.

Restano, come monito e motivo di riflessione, in attesa del tavolo di confronto richiesto dalla Comunità di Base, le domande che nella lettera aperta vengono rivolte ad ogni cittadino: “Come possiamo non scandalizzarci di fronte ai business che si muovono attorno alle migrazioni?Come possiamo dimenticare che è il nostro modello di sviluppo a produrre le condizioni da cui queste persone sono costrette a fuggire?Davvero crediamo che la repressione, il controllo, la detenzione rendano migliore la convivenza tra gli uomini? Sono tranquille, le nostre coscienze, nel sapere che al modello sociale, fatto di accoglienza e sostegno, si stia preferendo quello militare, in cui la persona non è vista nel proprio dramma e nella propria ricchezza, ma trattata come un pericolo o un ingombro?” (Eleonora Corace)

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