Piano di Zona Tremonti-Ritiro, interventi attesi da decenni. Il quartiere “diffida” la Regione

Piano di Zona Tremonti-Ritiro, interventi attesi da decenni. Il quartiere “diffida” la Regione

Piano di Zona Tremonti-Ritiro, interventi attesi da decenni. Il quartiere “diffida” la Regione

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mercoledì 22 Giugno 2011 - 15:01

Da Palermo si attende lo sblocco delle risorse stanziate per gli interventi di messa in sicurezza dell’area che negli anni’90 è stata interessata da uno smottamento idrogeologico che ne ha modificato il profilo e che ancora oggi rende pericolose le palazzine presenti, dove abitano 352 famiglie

Fondi da sbloccare immediatamente e senza ulteriori rinvii. Il messaggio contenuto nell’ordine del giorno approvato dalla V circoscrizione è chiaro e non lascia spazio ad equivoci. Le risorse in questione (circa 3 milioni di euro stanziati con la legge regionale 11/2010) sono quelle da destinare agli interventi per l’ultimazione delle opere previste per il Piano di Zona “Ritiro-Tremonti”, interessata negli ‘93 da un dissesto idrogeologico che ha modificato il profilo territoriale dello spazio comportando il crollo parziale e la successiva necessità di abbandono di ben sei condomini da parte dei cittadini che vi risiedevano. Una beffa per i tanti messinesi su cui è pesato, peraltro, il pagamento di un mutuo per l’acquisto di una casa poi diventata inabitabile. Per le opere da effettuare nella zona Tremonti-Ritiro, la Regione ha proceduto a stanziare, prima nel 1993, poi nel 2002 ed infine nel 2010, le somme necessarie per l’avvio dei lavori di cui è già stato approvato il progetto esecutivo. Nonostante questo, però, da Palermo non è ancora stata erogata al Comune di Messina alcuna somma, con la spiacevole conseguenza che nell’area in questione, dove vivono 352 famiglie, continua ad esistere una profonda situazione di degrado, abbandono e pericolo.

Una condizione aggravata dal fatto che il Piano di Zona Ritiro—Tremonti è, dal 2006, compreso nel Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana come area di pericolosità “P4” e di conseguente rischio idrogeologico “R4”, entrambe le classificazioni, quindi, indicanti il massimo rischio per le centinaia di nuclei familiari che vi abitano, distribuiti in 54 fabbricati, così suddivisi: 24 soci della coop. “Il Cerbiatto”, 18 soci della coop. “La Rondine”, 256 soci della coop. “La Gazzella”, 54 soci della coop. “Il Capriolo” e che nei pressi di dette abitazioni, sono altresì presenti in zona due strutture socio-sanitarie, “Villa Katia”, clinica privata destinata ad ospitare anziani e pazienti lungodegenti, e l’ANFFAS Onlus Messina, clinica pubblica che aderisce all’Associazione Nazionale Famiglie Disabili Intellettivi e Relazionali.

Numerose negli anni le segnalazioni e le istanze che i cittadini hanno inoltrato al Comune e al quartiere per avere chiarimenti, ma finora nessuna risposta è mai arrivata. Perché la risposta, invero, è dalla Regione che deve arrivare ed è proprio agli uffici di Palermo che si rivolgono i rappresentanti della V circoscrizione, diffidando l’assessorato allo sviluppo economico di sbloccare subito i tre milioni stanziati, superando il vincolo che lega attualmente lo stanziamento di risorse per le opere pubbliche con copertura di fondi di derivazione comunitaria (FAS / FESR) alla progettazione definitiva od esecutiva di un’opera, trovandosi, infatti, nel novero di tutte le opere pubbliche previste dagli Enti Locali, non soltanto opere con progettazione avanzata, ma anche opere che non presentano progetti esecutivi.

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