Milazzo. Vendita Molini Lo Presti, il giudice rinvia ogni decisione a dicembre

Milazzo. Vendita Molini Lo Presti, il giudice rinvia ogni decisione a dicembre

Serena Sframeli

Milazzo. Vendita Molini Lo Presti, il giudice rinvia ogni decisione a dicembre

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mercoledì 23 Aprile 2014 - 12:30

Queste le parole di Pino : “Sarebbe stata una grande beffa perdere un immobile così importante e strategico”.

L’Amministrazione comunale ha reso noto che il giudice delle esecuzioni del tribunale di Barcellona, Stefania Nebiolo Vietti ha sciolto la riserva sul ricorso intentato dal Comune di Milazzo per impedire la vendita all’asta per una cifra irrisoria, poco meno di due milioni e mezzo di euro, dei Molini Lo Presti.
La difesa dell’Ente, rappresentata dall’avv. Fulvio Cintioli, aveva fatto rilevare che il dissesto finanziario del Comune non è stato annullato, ma in atto solo sospeso di efficacia a seguito dell’ordinanza del Cga, aggiungendo altresì la pendenza di un ricorso preventivo di giurisdizione proposto dall’Amministrazione in Cassazione e, ancor più la sentenza n. 5805 del 13 marzo 2014 emessa dalle sezioni Unite della Suprema Corte. Queste circostanze hanno indotto il giudice Vietti ad adottare un atteggiamento precauzionale evitando la vendita all’asta dei Molini e rinviando ogni ulteriore decisione al mese di dicembre 2014 quando si avrà sicuramente un quadro più chiaro e definito della questione e pertanto il giudice potrà stabilire in maniera certa se l’immobile dovrà rientrare nel patrimonio immobiliare del Comune o essere messo all’asta.
L’Amministrazione ha espresso soddisfazione per la pronuncia del giudice delle esecuzioni del Tribunale di Barcellona: “Siamo riusciti – afferma il sindaco Carmelo Pino- per il momento ad evitare la svendita dei Molini Lo Presti grazie ad una attività tempestiva portata avanti dalla nostra difesa che ha prodotto la documentazione necessaria. Sarebbe stata una grande beffa perdere un immobile così importante e strategico per l’importo di appena 2 milioni e 480 mila euro a fronte di una valutazione peritale di ben 9 milioni e 105 mila euro fatta dal Ctu del Tribunale. Una cosa è certa: senza il guazzabuglio giudiziario (Tar, Cga) la procedura esecutiva sarebbe stata già estinta”.

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