Incontro con gli operatori dell'informazione in occasione della festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti
“Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” è stato il tema dell’incontro che l’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, ha avuto con i giornalisti in occasione della festa del loro patrono, S. Francesco di Sales. I lavori sono stati introdotti da don Giuseppe Lonia, direttore dell’ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali. Al fianco dell’arcivescovo i colleghi Tiziana Caruso ed Eduardo Abramo che dialogando con il presule hanno avviato il dibattito.
Padre Lonia ha ricordato ciò che papa Francesco ha raccomandato a don Accolla quando gli affidò il mandato di guidare la chiesa messinese: “Abbi coraggio e vai tra la gente. Bisogna stare insieme alla gente – ha aggiunto il sacerdote – e raccontare la buona notizia”. Il tema della giornata è il titolo del messaggio del Santo padre in occasione della 51^ Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. “Vorrei che questo messaggio – ha detto il papa – potesse raggiungere e incoraggiare tutti coloro che, sia nell’ambito professionale sia nelle relazioni personali, ogni giorno “macinano” tante informazioni per offrire un pane fragrante e buono a coloro che si alimentano dei frutti della loro comunicazione. Vorrei esortare tutti – ha aggiunto il Pontefice – ad una comunicazione costruttiva che favorisca una cultura dell’incontro”.
Sulla stessa lunghezza d'onda il discorso dell’arcivescovo durante l’incontro nella cappella S. Maria dell’Arcivescovado. “Portatori di verità: questo – ha esordito mons. Accolla – deve essere l’obiettivo dell’informazione. Molte volte facciamo esperienza di notizie in cui ci si dimentica della finalità, che nella realtà ecclesiale è comunione attraverso l’annuncio della verità. Possiamo utilizzare gli strumenti più sofisticati. Ma se li utilizziamo male rischiamo di ingenerare confusione. In quel caso l’informazione non ha raggiunto il suo scopo, che deve essere sempre finalizzato alla tutela della dignità della persona”. Ad avviso dell’arcivescovo il rischio è che “comunicare non diventi più opportunità di incontro bensì di scontro”. Viene rimarcato che il giornalista è “un attento osservatore che dando luce a ciò che accade dà speranza. Bisogna farsi carico dell’annuncio della buona parola”.
E qui scatta la provocazione ai giornalisti, al mondo dei giornali: “Nella logica delle vendite – chiosa mons. Accolla – leggiamo titoli sensazionali spesso scollati dai pezzi. Si cerca a volte la ribalta mortificando ciò che esalta la dignità delle persone. E’ serità professionale sapersi scommettere. Altrimenti – incalza l’arcivescovo – si svolge una attività che soddisfa l’obiettivo commerciale. In quel momento per me – dice senza mezzi termini – il giornale non vale nulla, anche se fosse un giornale cattolico. Capacità di analisi critica e serietà sono due componenti fondamentali. Altrimenti non state nelle redazioni – dice rivolgendosi ai giornalisti – ma allo zoo, a fare i pappagalli”.
Il presule ha esortato gli operatori dell’informazione ad essere “modelli credibili, a diventare strumenti di comunione e non di disgregazione. La gente deve capire che siete buon pane da mangiare”. Il dibattito è spaziato anche sulla veridicità delle notizie che circolano su facebook, molte false e messe in circolo al solo fine di aumentare accessi sui siti internet, visualizzazioni ed introiti. La materia è complessa. E l’arcivescovo, con la sua innata disponibilità al dialogo e all’ascolto, ha dato appuntamento ai giornalisti ad un prossimo incontro. Invitandoli intanto a scorgere anche quanto c’è di buono attorno a loro.
Carmelo Caspanello
