Costa Concordia: chiesta l'archiviazione per l'unico indagato messinese

Costa Concordia: chiesta l’archiviazione per l’unico indagato messinese

Redazione

Costa Concordia: chiesta l’archiviazione per l’unico indagato messinese

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giovedì 28 Febbraio 2013 - 16:22

La procura di Grosseto ha chiesto l'archiviazione per l'unico indagato messinese nell'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia che un anno fa provocò 32 morti. Si tratta dell'ufficiale in seconda, Salvatore Ursino di Torre Faro. L'avvocato Antonio Langher che lo assiste spiega; "Non aveva compiti di responsabilità, era sulla nave solo in addestramento".

Per lui l’incubo giudiziario sta per finire. Poi resteranno le ferite dell’anima, quelle più difficili da guarire. Resteranno le immagini dei morti, dei bambini che piangono, di gente smarrita che chiede aiuto, di scialuppe piene e di tavoli rovesciati. Resterà soprattutto il ricordo di quella nave inclinata su un fianco trafitta da uno scoglio, estrema propaggine dell’isola del Giglio. Ricorderà tutto questo per il resto della vita Salvatore Ursino, ufficiale in seconda della Costa Concordia, unico indagato messinese nel processo per il naufragio della nave da crociera, che costò la vita a 32 persone. Per l’ufficiale di Torre Faro la Procura ha chiesto l’archiviazione mentre ha già chiesto il rinvio a giudizio di nove persone compreso il comandante Francesco Schettino. Il motivo è semplice Ursino si trovava sulla Costa Concordia in addestramento come spiega il suo legale, l’avvocato Antonio Langher: “Il mio cliente sta davvero uscendo da un incubo. Ha sofferto tanto per il naufragio, per quello che la vicenda gli ha lasciato dentro ma ha sofferto molto anche per essere rimasto coinvolto nell’inchiesta giudiziaria. La Procura ha potuto constatare però che Ursino sulla nave era in addestramento. Significa che era a bordo solo per prendere confidenza con la strumentazione e con a nave stesso. Non aveva, in pratica, compiti di responsabilità e questo è emerso chiaramente nel corso delle indagini”.
Ursino doveva rispondere dei reati di cooperazione in omicidio plurimo colposo e cooperazione in disastro ambientale. Accuse gravi ma risultate del tutto infondate. Anzi mentre la Costa Concordia naufragava l’ufficiale messinese si è dato da fare per salvare delle vite umane e soccorrere i feriti. Non solo ma è stato proprio Ursino ad avvertire per primo il comandante Schettino che la nave stava andando dritta sugli scogli: “E’ vero –spiega l’avvocato Langher- è stato il mio cliente a rendersi conto che la Costa Concordia si stava dirigendo verso lo scoglio e ha iniziato ad urlare per avvisare il comandante. Si sente nitidamente anche nelle registrazioni in possesso della Procura che l’ufficiale Ursino segnala a gran voce la presenza dell’ostacolo. Schettino ha urlato al timoniere il tipo di manovra che avrebbe dovuto eseguire ma questo era straniero e non ha capito l’ordine. Un’incomprensione poi risultata fatale perché poco dopo la nave ha cominciato ad imbarcare acqua”. Infine una curiosità. Per comunicare le decisioni della magistratura alle 4200 parti offese ed agli imputati la Procura di Grosseto ha fatto ricorso ad un originalissimo sistema. Ha postato un video su You tube nel quale scorrono i nomi delle persone per le quali è stato richiesto il rinvio a giudizio o l’archiviazione e le singole contestazioni.

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